Calcio e Covid: fissate le regole e il numero di positivi!

Dall'inizio della pandemia c'è sempre stata confusione sulle regole che le società dovevano seguire, il calcio e il Covid non sono mai andati particolarmente d'accordo anche a causa di protocolli non proprio chiari. La soluzione sembra finalmente trovata, andiamo dunque a vedere che cosa si è deciso.

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Calcio e Covid: finalmente le nuove regole e il nuovo protocollo!

La passata stagione aveva messo in luce come non ci fosse un'uniformità di giudizio tra le Asl e le regole della Figc, con le società di calcio che spesso non sapevano quali linee guida seguire.

Poi è arrivata l'estate, lo stop del Campionato e la diminuzione dei casi che si è protratta fino a qualche settimana fa.

Con l'emergenza epidemiologica in crescita costante, però, il problema è sorto nuovamente e la mancanza di un protocollo si è nuovamente fatta sentire.

Con quanti positivi in rosa si può giocare una partita? Quanti giorni di quarantena devono effettuare i contatti stretti? 

Domande più che lecite che finalmente, grazie all'accordo tra Governo e Regioni, hanno finalmente una risposta chiara.

Questo almeno per quanto riguarda il mondo del professionismo, mentre per il dilettantismo le regole sono altre e in seguito andremo anche a citarne qualcuna.

Il protocollo ha esteso le nuove regole non solo al calcio, ma anche al basket e alla pallavolo, dando dunque un'uniformità agli sport di squadra di vertice.

Se il mondo professionistico è tutelato, quello che teme maggiormente le chiusure è il dilettantistico, che fa fatica a rimanere a galla in questo periodo difficile.

Il bonus collaboratori sportivi non è bastato, ed è anche stato eliminato definitivamente, ce la farà il mondo dello sport a sopravvivere?

Prima di proseguire vi lasciamo in compagnia del seguente video YouTube di Adnkronos, in cui si parla della situazione dei positivi in Serie A.

Calcio e Covid: quanti positivi per poter giocare

L'argomento più spinoso che lega calcio e Covid è sicuramente quello del numero dei positivi per il rinvio della partita.

Con quanti positivi si è obbligati a non giocare? Si può partire per le trasferte se si è contatti stretti di casi di positività?

Queste sono solo alcune delle domande che da mesi ormai le squadre si pongono, chiedendo udienza a Figc e Asl, e finalmente ci sono delle risposte.

Partiamo dai casi di positività: il nuovo protocollo ha sancito che, a partire dal 35% di positività tra gli atleti, la partita verrà rinviata.

Dunque, verosimilmente, in una rosa composta da 33 giocatori il limite massimo è di 11 positivi, oltre a questo numero si andrebbe a rinvio sicuro.

La soluzione rappresenta un compromesso importante, poiché elimina ogni dubbio e ogni forma di discussione.

Ci torna in mente il famoso Juventus-Napoli della stagione 2020-2021, in cui le società non sapevano se ascoltare un Ente o un altro.

Ora questo problema dovrebbe essere stato risolto in modo permanente, staremo a vedere se sarà effettivamente così.

Covid e calcio: quarantena e contatti stretti

Abbiamo dunque visto che la soglia di positività al Covid, per poter giocare una partita di calcio, deve essere più bassa del 35%.

Capiamo bene però che i giocatori trascorrono molto tempo assieme e in contesti differenti, campo, spogliatoio, mezzi e hotel ad esempio.

Dunque il contatto è pressoché continuo, e c'era quindi anche la necessità di stilare delle regole nei casi di contatto stretto, ad alto e a basso rischio.

Il Governo e le Regioni sono riuscite a trovare un accordo anche su questo fronte, inserendo in protocollo la loro nuova decisione.

I positivi dovranno rimanere in quarantena per 5 giorni. I contatti ad alto rischio dovranno sottoporsi a tampini in modo continuo ma non saranno bloccati, dovranno indossare la mascherina FFP2 nei momenti in cui non svolgono attività sportiva.

I contatti a basso rischio, invece, dovranno seguire le indicazioni ministeriali e molto dipenderà dallo stato vaccinale del soggetto.

Calcio e Covid: quanti spettatori allo stadio

Un altro tema molto spinoso è quello relativo al numero di spettatori presenti negli stadi, dato che l'entrata libera è ovviamente impossibile.

Entrata con obbligo di Green Pass? Capienza in percentuale alla portato dell'impianto?

In un primo momento si voleva ritornare alla famosa entrata al 50%, riducendo così il rischio ma mantenendo almeno la metà delle entrate per le società.

Alcuni stadi però, anche al 50% avrebbero consentito l'ingresso  a decine di migliaia di persone, e la situazione sarebbe stata incontrollabile.

Di conseguenza la decisione è stata presa: massimo 5.000 spettatori a partita, con buona pace delle società sportive che continuavano a sperare in un numero maggiore.

La stretta però era necessaria, anche perché l'opinione pubblica cominciava a non accettare più le differenze tra gli assembramenti in stadio e quelli non concessi in altri contesti.

Vedremo quanto durerà questa situazione consapevoli che, se la situazione andrà via via peggiorando, potremo andare incontro a partite a porte chiuse, com'è già successo in passato.

Calcio e Covid: il vertice in cui è avvenuta la discussione

Il protocollo è che delinea le regole generali per il calcio in periodo Covid dunque è stato stilato, e ora non rimane che seguirne le linee guida.

Al tavolo della discussione hanno partecipato i maggiori esponenti in carica, i quali hanno parlato lungamente cercando di trovare il tanto agognato accordo.

All'appello erano presenti Roberto Speranza, ministro della Salute, Giovanni Malagò, presidente del Coni, Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali e Valentina Vezzali, ex campionessa e ora sottosegretaria allo sport.

Trovare un accordo su tutto non è stato facile, ma alla fine il vertice ha portato i risultati sperati con un nuovo regolamento condiviso da tutte le parti in causa.

Anche Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, si è espresso in merito al nuovo protocollo, asserendo di sentirsi molto soddisfatto dal risultato della discussione.

Insomma, tutti felici e contenti per il momento, o così pare, perché manca ancora il riconoscimento del Cts come proprio Gravina afferma.

L'intesa però è stata raggiunta e già questo, considerando le parti in causa, è un ottimo risultato.

Covid e Calcio: le regole per i dilettanti

Fino a qui abbiamo parlato di tutto ciò che riguarda il mondo del professionismo, e dei massimi campionati del nostro Paese.

Sappiamo bene, però, che la mole maggiore di sportivi è contenuta nel mondo dei dilettanti, e quindi è ancor più importante capire bene le regole che esistono nel calcio in questo periodo di Covid.

Allo stesso vertice, si è parlato anche del mondo dei dilettanti, inserendo nuove regole di grande importanza.

In questo inizio di nuovo anno, i campionati sono stati sospesi, e al vaglio c'è la loro ripresa ma non solo, c'è anche la questione vaccini, pubblico presente e allenamenti congiunti.

Che cosa sta succedendo? Il vertice è riuscito a chiarire i dubbi e a mettere in sicurezza un mondo enorme che ha bisogno di risposte?

La risposta è sì, o almeno per il momento, le parti sono riuscite a dare delle linee guida generali che bisogna indubbiamente seguire, delegando agli Enti regionali altri tipi di scelta.

Calcio e Covid: quando ripartono i campionati?

Con il termine del girone d'andata le squadre dei settori giovanili e quelle dilettantistiche hanno subito uno stop.

La ripresa del campionato, dunque dell'avvio del girone di ritorno, è stata posticipata inizialmente a data da destinarsi.

Possiamo conoscere la data della ripresa dei campionati per dilettanti e giovanili? La risposta è sì, anche se potrebbe mutare nuovamente in base all'aumento dei contagi.

Verosimilmente però, se la situazione rimanesse invariata, le prime partite di ritorno potremmo vederle a partire dal weekend del 22-23 gennaio.

In questo le Regioni hanno libertà di scelta, in quanto non essendo campionati di livello Nazionale, si deve far fede al numero dei contagi e al colore della zona d'appartenenza per prendere una decisione.

Per fare un esempio, in questo momento in Calabria la ripresa è fissata per il weekend del 22-23 gennaio, mentre in Veneto la ripresa è fissata al 30 gennaio.

Bisogna dunque controllare le notizie riguardanti la propria regione d'appartenenza, potete consultarla in tempo reale cliccando su questo link.

Calcio e Covid: obbligo vaccinale

Uno degli argomenti che ha fatto più discutere di recente è quello che riguarda l'obbligo vaccinale, che infatti è definitivamente entrato in vigore per il mondo del calcio.

Non stiamo parlando solamente del mondo del professionismo, ma anche di quello dilettantistico e giovanile.

Infatti, è stato decretato che, a partire dal 10 gennaio 2022, potranno svolgere l'attività agonistica solo coloro che possiedono il green pass rafforzato, a partire dai 12 anni in su.

Per non creare confusione andiamo a puntualizzare che, in seguito a questa decisione, i giocatori non vaccinati non solo non potranno accedere agli spazi chiusi come lo spogliatoio, ma proprio non potranno prendere parte nemmeno agli allenamenti.

Non solo le partite dunque, ma anche l'allenamento viene incluso tra i fattori di rischio, e dunque chi non possiede il vaccino non può prendere parte all'attività agonistica.

Ovviamente le discussioni non sono mancate soprattutto tra i non vaccinati, i quali non trovano assolutamente corretta la decisione.

È anche vero, però, che il Governo sta prendendo decisioni simili in tutti i contesti e settori, con regole sempre più stringenti.

Di conseguenza ci si poteva aspettare una decisione simile.

Calcio e Covid: le nuove regole

Dopo aver analizzato tutti i punti più importanti delle nuove linee guida, è il momento di tirare le somme, soprattutto alla luce dei grossi cambiamenti introdotti.

Partendo dal calcio professionistico, l'argomento che più sta facendo discutere è il numero dei presenti allo stadio, tifosi e società vorrebbero un ampliamento ma gli organi istituzionali non sentono ragioni.

È anche comprensibile date le misure ancor più stringenti per teatri, concerti e cinema, l'uniformità nelle decisioni dev'essere garantita.

C'è più serenità invece per quel che riguarda il numero di positivi concessi, lo spauracchio del blocco del campionato per ora è scongiurato.

Altro discorso invece per il calcio dilettantistico e giovanile, nel quale l'obbligo vaccinale non è stato visto di buon occhio da molti no-vax ma anche da semplici non vaccinati al Covid.

Ovviamente per altri questa è stata una notizia positiva, in quanto si sentono più tutelati nel condividere spazi con persone "in regola" con i vaccini.

Noi non ci esporremo in merito, dato che non riteniamo sia questa la sede adatta alla discussione.

Staremo infine a vedere se la ripresa dei campionati sarà confermata nelle date indicate, vi aggiorneremo in caso di novità.