Cartelle esattoriali: quando si applica la prescrizione in 3 anni

Le cartelle esattoriali che contengono debiti cumulati dai cittadini possono andare in prescrizione: ecco quando questo avviene in 3 anni.

Le cartelle esattoriali vengono inviate dal fisco ai contribuenti che hanno cumulato un debito verso l’Agenzia delle Entrate, un’amministrazione locale, un ente o un altro soggetto similare.

Una cartella può contenere diverse somme che il cittadino non ha versato allo stato, con relativa richiesta di saldo degli importi, includendo sanzioni e interessi in base all’adempimento specifico non portato a termine.

Una cartella può contenere tasse non pagate, bollo auto non versato, o altri tributi. Generalmente i debiti vanno in prescrizione, ovvero non sono più recuperabili dai creditori, se trascorre un certo lasso di tempo. Vediamo quali debiti vanno in prescrizione in 3 anni.

Prescrizione cartelle esattoriali in 3 anni

Una cartella esattoriale può contenere diverse somme che il cittadino non ha versato al fisco, ad un ente o ad altri soggetti. Questo vuol dire che è possibile che solamente una parte della cartella vada in prescrizione, mentre la restante continua a sussistere.

Ma cosa vuol dire quando un debito va in prescrizione? Questo significa che, trascorso un certo periodo di tempo, il creditore non può più mettere in moto azioni per richiedere il saldo delle somme.

Di fatto si può dire che la persona che ha un debito non deve più versarlo se questo viene prescritto. A livello generale non c’è una legge che stabilisce la prescrizione delle cartelle esattoriali, ma si fa riferimento ai singoli debiti.

Questa prescrizione può prevedere termini differenti in base al tipo di debito, andando dai 6 mesi ai 10 anni. Andando a vedere quali sono le somme che si prescrivono in 3 anni, la tassa principale in questa categoria è il bollo auto.

Questa imposta è una delle poche che prevede un periodo di tre anni, se gli enti preposti non inviano alcuna notifica del pagamento al soggetto che ha il debito.

Per calcolare correttamente questo periodo di tempo, si parte dal momento in cui è stata ricevuta l’ultima comunicazione come richiesta di saldo del debito. Se si riceve una comunicazione in questo periodo, di fatto è come se la prescrizione decadesse.

La prescrizione non è qualcosa che si deve richiedere, ma avviene in automatico con il trascorrere del periodo di tre anni senza ricevere alcuna richiesta di saldo del debito.

Tuttavia è sempre possibile fare ricorso, nel caso di una cartella esattoriale venga inviata successivamente ai tre anni previsti per la prescrizione. In questo caso comunque bisogna affrettarsi, presentando il ricorso entro 60 giorni per opporsi alla cartella.

Altri pagamenti che si prescrivono in 3 anni

Il bollo auto è la principale tassa che va in prescrizione in tre anni, per cui per altri tipi di imposte esistono periodi differenti. Pensiamo ad esempio ai contributi da versare all’INPS o all’INAIL, che si prescrivono dopo 5 anni, oppure i prestiti, che si prescrivono in 10 anni.

Altri pagamenti che vanno in prescrizione dopo 3 anni sono quelli che riguardano i versamenti dovuti a imprese private e a liberi professionisti. Pensiamo ad esempio al pagamento dovuto ad un avvocato, oppure ad un’impresa di costruzioni.

In questi casi il debito “scade” se le somme non vengono richieste dal soggetto che ha il credito, per tre anni consecutivi. Rientrano in questo periodo anche i pagamenti verso negozi, commercialisti e operai.

Le parcelle dovute ai professionisti in generale si prescrivono in tre anni, tuttavia questo periodo deve trascorrere senza alcuna richiesta di saldo del debito da parte del professionista.

Come è facile intuire, si tratta di una situazione piuttosto rara. Ricordiamo che avere dei debiti di questo tipo, o verso enti locali, previdenziali, o verso il fisco, non è mai consigliato, perché il creditore può agire in diversi modi per recuperare le somme dovute.

A partire dalla semplice comunicazione, fino ad arrivare alla cartella esattoriale, e in alcuni casi si va a rischiare anche il pignoramento. Se le somme dovute sono cospicue, si rischia il pignoramento delle abitazioni, oppure delle somme contenute sul conto corrente, o su altri tipi di beni o ricchezze.

Se non siete sicuri sull’esistenza di un debito a vostro carico, è possibile consultare il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, almeno per ciò che riguarda i versamenti al fisco, oppure informarsi all’ACI per ciò che riguarda il bollo auto.

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