Centro per l’impiego: 4 ottime ragioni per fare l’iscrizione

Quali sono le funzioni che svolge il centro per l'impiego: dalla profilazione, alla DID, alla gestione delle liste mirate tutti i servizi che offre.

Per chi è alla ricerca di un posto di lavoro non sempre è scontato rivolgersi al centro per l’impiego. Per firmare un contratto di lavoro, infatti non è un obbligo essere iscritti al vecchio ufficio di collocamento. Premettiamo subito che spesso questi uffici non hanno le risorse sufficienti a svolgere tutti i compiti che gli sono stati attribuiti dalla legge. Si tratta poi di uffici gestiti a livello regionale e quindi le differenze da zona a zona possono essere anche molto rilevanti.

Costituiscono però un passaggio obbligato per chi riceva il reddito di cittadinanza, la Naspi o la Dis-coll. Frequentare questi uffici, però può essere molto utile anche per chi stia cercando un lavoro, ma non abbia diritto a ricevere sussidi.

È qui che si dovrebbe incontrare domanda e offerta di lavoro, ed è qui che sono presenti professionisti in grado di aiutare i disoccupati a compilare un curriculum efficace, a consigliare in quali settori sia più conveniente indirizzare al propria formazione. 

In questi uffici si trovano i bandi per i concorsi pubblici, anche esteri, offerte di lavoro da parte dei privati e spesso si svolgono i colloqui di preselezione. In sostanza dovrebbero essere una via di mezzo tra un centro di consulenza e un’agenzia di intermediazione. Chiariamolo subito spesso tra la teoria e la pratica l’abisso è enorme. Vale però la pena, se stai cercando un lavoro, approfittare del tanto o del poco che offre l’ufficio della tua zona.

Cosa è il centro per l’impiego

I centri per l’impiego sono definiti da Anpal come degli

uffici pubblici gestiti e tra loro coordinate dalle regioni e dalle province autonome. In modo gratuito favoriscono l’incontro tra offerta e domanda di lavoro, si occupano di promuovere politiche attive del lavoro e svolgono una importante funzione di tipo amministrativo.

Hanno sostituito i vecchi uffici di collocamento, assumendo delle funzioni diverse e caratterizzandosi, almeno sulla carta per assumere iniziative concrete, fornendo sostegno e informazioni sia a chi è in cerca di lavoro che a chi è in cerca di personale. Queste attività in concreto possono essere costituite anche da un servizio di preselezione o dall’organizzazione di corsi di formazione mirati a soddisfare le richieste di personale di quella zona.

Chi può iscriversi al centro per l’impiego

Possono iscriversi al centro per l’impiego tutti i disoccupati, o inoccupati, che cerchino un’occupazione, o si vogliano formare, ma anche chi sia titolare di un sussidio statale come il reddito di cittadinanza o la Naspi. Inoltre gli invalidi civili o i disabili, che possono chiedere l’inserimento in liste speciali.

Il servizio è rivolto sia ai cittadini italiani, che agli stranieri in regola con il permesso di soggiorno. Il vincolo è solo quello di rivolgersi all’ufficio competente per territorio, in base alla propria residenza. Limiti sono fissati su base anagrafica: l’età minima è di 16 anni purché siano stati assolti gli obblighi scolastici. L’età massima è stabilita in 65 anni.

Ci sono in sostanza tre tipi diversi di iscrizione: quella fatta da chi sia titolare di Naspi o Discoll per i quali questa non è una opzione, ma avviene in automatico nel momento in cui si presenta la domanda per il sussidio all’INPS o tramite un patronato. Seconda modalità è quella rivolta ai disoccupati per i quali è facoltativa e può essere fatta online tramite il portale Anpal o presso un ufficio.

Infine ultima opzione è quella di chi ancora lavori, ma già abbia ricevuto la lettera di licenziamento e si voglia portare aventi. In questa ipotesi la possibilità è solo quella online tramite Anpal.

Il centro per l’impiego ci assiste nella ricerca di un lavoro

La prima funzione svolta dai centri per l’impiego è quello di assistere i disoccupati nella ricerca di un lavoro. La stessa funzione viene svolta anche per chi un lavoro lo abbia già, ma per esempio ne stia cercano un altro, oppure sia intenzionato a migliorarsi al punto di vista professionale.

In questa seconda ipotesi non è possibile una iscrizione come disoccupato, ma l’accesso a tutti i servizi sì. Ogni ufficio, a seconda delle dimensioni e del capitale, anche umano a disposizione offre dei servizi diversi. In linea di massima però ogni centro offre un servizio di consulenza con un colloquio preliminare di profilazione.

In sostanza ogni candidato viene esaminato per capire sia le sue aspirazioni che le sue precedenti esperienze professionali che il suo percorso di studi. Sulla base di quello potrà essere redatto un curriculum spendibile sul mercato del lavoro e potranno essere concordate delle strategie che comprendono sia l’effettiva ricerca di una collocazione che il miglioramento del proprio profilo.

Altro servizio è quello di offrirsi come intermediario con le aziende: tutti i centri mettono almeno a disposizione una bacheca, anche online, sulla quale si possono consultare tutte le richieste di lavoratori. In genere, poi è possibile trovare informazioni anche sui concorsi pubblici e sulle opportunità di formazione sia in Italia che in Unione Europea.

Il centro per l’impiego ci rilascia la DID

Tutti quelli che non abbiano già un lavoro e vogliano accedere appieno a tutti i servizi del Centro per l’Impiego e eventualmente usufruire anche di sussidi o di benefici legati allo stato di disoccupazione devono anche presentare la DID.

Leggiamo sul sito di regione Lombardia che

la dichiarazione di immediata disponibilità deve essere rilasciata da chi intende acquisire lo stato di disoccupato. Con questo atto si rendere noto di avere intenzione di trovare un lavoro e di partecipare a tutte le attività fornite dai servizi pubblici.

La DID può essere fatta online, attraverso il servizio Myanpal, oppure chiedendo assistenza a un patronato o a un centro per l’impiego, che in modo gratuito aiutano il richiedente a compilare i moduli necessari. In alcuni casi come per esempio per chi riceve la Naspi o il reddito di cittadinanza questa dichiarazione è un obbligo che se non viene assolto fa perdere quei benefici.

Il centro per l’impiego ci iscrive alle liste di disoccupazione

Indipendentemente dalla modalità scelta per rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità, è comunque necessario per tutti un passaggio presso il centro per l’impiego. Lo stato di disoccupazione infatti non coincide col il solo fatto di essere privi di lavoro. L’articolo 19 del decreto legislativo numero 150 del 2015 definisce

i disoccupati come chi non abbia un impiego, abbia inviato la DID, ed abbia firmato un patto personalizzato per il lavoro.

Quindi non basta non avere un lavoro, oppure averne uno che porti un reddito molto, basso, è necessario anche firmare un patto. Il patto si firma presso il centro per l’impiego, che deve essere tassativamente contattato entro trenta giorni dalla data delle DID. Chi l’abbia presentata con l’assistenza di quell’ufficio probabilmente potrà concordare in quell’occasione una data e un orario.

Nel patto dovrà essere compresa una profilazione del candidato, con la quale siano messe in evidenza le sue capacità e quali delle sue caratteristiche siano spendibili sul mercato. Dovranno inoltre essere concordate le attività che dovrà svolgere il candidato per cercare lavoro, fissando per quanto possibile anche una scaletta temporale.

Andranno infine fissate delle scadenze entro le quali il candidato si dovrà presentare in ufficio per rendere conto anche portando delle prove dell’impegno messo nella ricerca di una occupazione.

Con lo stesso patto il candidato si impegna ad accettare le offerte di lavoro congrue e a partecipare ad iniziative rivolte ai disoccupati o a corsi di formazione.

Lo stato di disoccupazione si perde quando si firmi un contratto di lavoro della durata minima di sei mesi. Purché il reddito annuo che se ne ricavi non sia inferiore a 8.245 euro in caso di rapporto subordinato o parasubordinato a 4.800 in caso di attività autonoma.

Si perde inoltre nel caso non ci si presenti agli incontri periodici, o non si rispetti il patto. Visto che lo status di disoccupato prevede che ci siano dei benefici anche economici l’intenzione del legislatore è quella di evitare che diventi uno stato permanente.

Cosa fa il centro per l’impiego per le imprese

Anche in questo caso la premessa d’obbligo è che ogni centro offre dei servizi diversi e strutturati in modo più o meno complesso a seconda delle proprie possibilità organizzative. In linea di massima però visto che lo scopo è quello di agevolare l’incontro tra domanda e offerta è data la possibilità di pubblicizzare le proprie ricerche di personale. Inoltre spesso viene fornito anche un servizio di preselezione dei candidati. 

Viene inoltre data assistenza per tutte le attività relative alla gestione dei tirocini, per le comunicazioni obbligatorie e per tutto quello che riguarda al burocrazia legata alla stesura e alla comunicazione di rapporti di lavoro. Servizi di questo tipo, vengono in particolare dati anche ai privati che assumono badanti, collaboratrici domestiche o baby sitter.

Il centro per l’impiego ci aiuta se siamo disabili in cerca di occupazione

Per i disabili in cerca di occupazione il centro per l’impiego offre un servizio apposito. La legge numero 68 del 1999 ha introdotto il collocamento mirato.

In sostanza questi uffici devono valutare le capacità lavorative dei disabili così da indirizzarli verso il tipo di attività più adatto a loro. Vengono poi offerti dei servizi personalizzati che hanno lo scopo di aiutarli a formarsi o a riorganizzarsi nel caso a causa della sopravvenuta invalidità non possano più continuare a svolgere le mansioni di prima. 

Come noto i datori di lavoro, a seconda del numero di dipendenti hanno l’obbligo di assumere una certa quota di lavoratori disagiati.

In questa attività fanno da intermediari i centri per l’impiego che gestiscono delle liste di disoccupazione mirate riservate agli invalidi e ad altre categorie previste per legge.

I richiedenti, vengono poi inseriti in una graduatoria provinciale che è determinata dall’anzianità di iscrizione, dalla percentuale di invalidità, dal numero dalle persone a carico e dal reddito percepito.

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