Condomino moroso? Ecco come fare per non pagare i debiti altrui in condominio

Ci possono essere casi di morosità in cui un condomino non paga le spese di sua competenza. Cosa accade in questi casi? Ecco cosa dice la legge e se gli altri condomini devono pagare i suoi debiti.

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Quando si vive in un condominio, capita spesso di trovarsi in situazioni spiacevoli. Non parliamo solo di liti e discussioni tra condomini, ma anche del pagamento delle spese condominiali.

I casi di condomini morosi sono davvero tanti. Il problema scaturito da chi non paga, però, non si ripercuote solo sulla gestione condominiale, ma anche sugli altri condomini

Non sono poche le situazioni di questo tipo in cui le spese non pagate da un condomino moroso siano state spalmate sugli altri condomini dello stabile.

Ma come bisogna fare per non pagare i debiti di un condomino moroso? È possibile rifiutarsi? Analizziamo questa comune questione spinosa che non manca, in molti casi, di creare problemi in condominio.

Quando ci si può rifiutare di pagare le spese condominiali

Chi vive in condominio conosce fin troppo bene il funzionamento delle quote condominiali, delle tabelle millesimali e della ripartizione delle spese

Forse meno ovvio e poco risaputo è che le spese condominiali si devono pagare anche quando dell’immobile sito in condominio non se ne fa uso. Infatti, tutti i condomini sono tenuti al pagamento delle quote condominiali a prescindere dall’uso che si fa dell’immobile. Pertanto, non è possibile chiedere l’esenzione dal pagamento delle spese per il non utilizzo del bene.

Ma chi vive in condominio è tenuto al pagamento non solo delle spese condominiali, ma anche di eventuali spese di lavori di gestione e ristrutturazione straordinari, quando questi riguardano le parti comuni dell'edificio.

Naturalmente, la partecipazione alle spese è proporzionale ai millesimi di proprietà dell’immobile. Facciamo una breve e funzionale distinzione tra le spese ordinarie e straordinarie. 

Fanno parte delle spese ordinarie tutte le attività che riguardano l’ordinaria gestione dello stabile come, per esempio, l’illuminazione, le pulizie e la manutenzione del verde, il compenso dell’amministratore e tutti i costi di gestione.

Nelle spese straordinarie, invece, si annoverano i costi occasionali come i lavori di ristrutturazione dell’edificio o il rifacimento del tetto e così via.

Chi decide le spese da affrontare? Le spese condominiali vengono deliberate in assemblea condominiale e un condomino ha la possibilità di rifiutarsi di pagare, sottraendosi dall’obbligo solo impugnando la delibera, se e quando questa viene considerata illegittima oppure nulla.

Naturalmente, l’impugnazione può avvenire entro trena giorni dalla decisione presa in assemblea, oppure la delibera risulterà efficace a tutti gli effetti. Quando, invece, la delibera è nulla, ci si può sempre opporre al pagamento delle quote.

Chi paga i debiti di un altro condomino

Nei condomini, capita che ci siano uno o più condomini morosi che non pagano le spese condominiali

Si tratta di situazioni molto delicate, in cui si sono trovate un numero considerevole di persone. In linea logica, si pensa che solo il condomino moroso sia tenuto a pagare le sue spese. Nei fatti, però, le cose sono diverse.

Quando un condomino non paga le spese e non c’è nessun modo per recuperarle, queste dovranno essere ripartite tra tutti gli altri. Ciò vuol dire che i debiti di un condomino, dovranno accollarseli tutti gli altri.

Ovviamente, l’assemblea condominiale deve deliberare l’istituzione di un cosiddetto fondo morosi, con voto unanime. Pertanto, basta un solo voto sfavorevole per non approvare il fondo.

Si tratta di una soluzione scomoda e ingiusta per molti condomini, che si troverebbero a pagare di tasca propria un extra per l’inadempienza di qualcuno.

Cosa accade quando non viene approvato il fondo morosi? In questi casi, i creditori possono procedere al pignoramento dei beni condominiali morosi oppure i beni dei condomini.

Quando l'amministratore deve fare il decreto ingiuntivo

Qual è, in questi casi, il ruolo dell’amministratore di condominio? Sicuramente, si tratta dell’unica persona che può intervenire. In che modo? Inizialmente, quando un condomino ha già accumulato un periodo consistente di ritardo nei pagamenti delle quote di sua competenza, può disporre un sollecito oppure può inviare una lettera di diffida e di messa in mora

Il sollecito si invia tramite lettera raccomandata A/R e si tratta di un invito amichevole a regolarizzare la propria posizione.

Al contrario del sollecito e qualora questi non dovesse funzionare, l’amministratore, come abbiamo detto, può procedere all’invio della lettera di diffida e di messa in mora. In questo caso, si tratta già di un’azione seria e formale. Una sorta di ultimo avviso prima di agire per via legale, ovvero procedendo alla richiesta del decreto ingiuntivo.

Ma ci sono delle volte in cui anche questi provvedimenti sono inutili. Pertanto, non rimane che un’unica soluzione. L’amministratore, per tutelare gli altri condomini, può richiedere, entro sei mesi dalla chiusura del bilancio, un decreto ingiuntivo al giudice.

La richiesta del decreto ingiuntivo non necessita di nessuna approvazione da parte dell’assemblea condominiale.