Genitori con debiti? Ecco come tutelarsi ed evitare di perdere tutto

Come possiamo tutelarci da dei genitori pieni di debiti? Cosa può accadere se all'apertura di un'eredità, ci viene presentato un conto pesante da pagare?

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Come possiamo tutelarci da dei genitori pieni di debiti? Cosa può accadere se all'apertura di un'eredità, ci viene presentato un conto pesante da pagare? In questo caso non ci stiamo riferendo alla fattura di un ristorante o al caffè lasciato in sospeso nel bar vicino a casa. Purtroppo non sempre l'eredità è sinonimo di vincere alla lotteria: può capitare di dover intervenire a pagare i debiti dei nostri genitori. Quando l'importo si riduce a poche centinaia di euro, il problema non sussiste. Ma se i conti lasciati in sospeso risultano essere particolarmente salati, tanto da andare ad impattare negativamente anche sul nostro patrimonio personale, le cose cambiano.

Citando la Bibbia, le colpe dei padri dovrebbe ricadere sui figli fino alla terza e alla quarta generazione. Per fortuna i tempi sono cambiati e le responsabilità sono personali. Il Codice Civile permette ai figli di decidere: possono, infatti, decidere di accettare o meno un'eredità. Nel caso in cui la dovessero accettare rispondono anche delle obbligazioni del defunto. Ma sostanzialmente questo cosa significa? Che cosa comporta tutto questo? Proviamolo a scoprire insieme.

Genitori con debiti: le tasse le pagano i figli

Quali sono i debiti più comuni che i genitori possono lasciate? Senza dubbio sono le tasse e le cartelle esattoriali. A chi spetta onorarli, nel momento in cui i genitori dovessero venire a mancare? Questi debiti, sempre che nel frattempo non siano finiti in prescrizione, devono essere pagati dagli eredi. Questo sostanzialmente significa che, se i genitori non pagano le tasse a tempo ed ora, alla loro morte i debiti passano direttamente ai figli e all'eventuale coniuge superstite. Sarà loro compito dover saldare questo conto, nel più breve tempo possibile, sempre che non abbiano intenzione di subire un pesante pignoramento.

Fortunatamente, in questo caso, non saranno trasferite le sanzioni. Facciamo un esempio pratico: nel caso in cui una persona non abbia versato l'Iva, l'Irpef o il bollo auto, l'Agenzia delle Entrate lo punisce, andando ad aggiungere al debito iniziale alcune sanzioni, che possono diventare particolarmente salate. Quando un contribuente dovesse venire a mancare prima di riuscire a saldare i propri debiti con il fisco, i suoi eredi dovranno versare unicamente le imposte dovute, senza le sanzioni, delle quali potranno chiedere lo sgravio.

I figli, l'eventuale ex coniuge e gli eredi in generale non hanno, purtroppo, la possibilità di conoscere i debiti che il genitore ha con lo Stato prima che questo muoia. Fino a quando la madre o il padre sono in vita, queste informazioni risultano essere coperte dalla privacy.

A chi spetta pagare il mutuo, il finanziamento e i debiti di lavoro

Una delle categorie più frequenti di debiti sono quelle costituite dalle varie passività che, in un modo o nell'altro, sono collegate con il mondo del lavoro. Tra queste possono rientrarci i debiti con i fornitori, con le società di leasing o con le banche. In questo caso è necessario fare delle distinzioni: se l'attività del genitore è stata condotta sotto forma di Srl, Spa o Sapa, il debito insoluto non si trasferisce agli eredi. In questo caso siamo davanti a quelle che sono delle società di capitali, il cui punto di forza è quello che il debito della società non viene trasferito direttamente alla persona. Non importa che quest'ultimo sia un socio o ne sia l'amministratore, il patrimonio ed i debiti della società sono nettamente distinti rispetto a quelli personali. I debiti quindi non passano agli eredi.

Il discorso cambia nel momento in cui il genitore dovesse aver aperto una ditta individuale, una Snc od una Sas. Stesso discorso nel caso in cui si sia davanti ad uno studio professionale: i debiti non saldati passano in automatico agli eredi.

Il discorso che abbiamo appena fatto vale anche per eventuali mutui contratti con la banca: quando si parla di un mutuo acceso per necessità familiari - come l'acquisto della casa o la sua ristrutturazione - le rate che devono essere ancora saldate passano ai figli alla morte del genitore.

Quando i debiti passano ai figli

Come abbiamo appena visto, i debiti dei genitori vengono trasferiti in automatico ai figli. Questa regola vale indipendentemente dal fatto che i genitori siano separati o meno; ma soprattutto che abbiano mantenuto un rapporto affettivo o meno con i figli. Non importa che i genitori siano stati amorevoli o che se ne siano fregati altamente dei figli: il debito è strettamente legato all'eredità. Sempre che non si vengano a creare due importanti eccezioni.

La prima coinvolge quanti decidano di non accettare l'eredità: in altre parole vi rinunciano. In questo caso il figlio non è obbligato a pagare i creditori, ma non potrà nemmeno ricevere eventuali beni lasciati dal defunto, come eventuali case, conti correnti, azioni o quadri. Non potrà nemmeno vendere queste proprietà o utilizzarle. Nel caso in cui prendesse possesso di queste proprietà, sarebbe considerato come una tacita accettazione dell'eredità con il trasferimento automatico del debito.

La seconda eccezione è legata alle sanzioni di cui abbiamo parlato in precedenza. Le sanzioni, che possono essere amministrative o penali, rimangono a carico del trasgressore e non vengono trasferite agli eredi. In questo caso parliamo di sanzioni come multe stradali, sanzioni per protesto di assegni, per abusi edilizi o per altri reati.

Debiti dei genitori: ecco come tutelarsi

Purtroppo non c'è modo di tutelarsi dai debiti lasciati dai genitori, se non muovendosi dopo che sono venuti a mancare. Prima della loro morte non c'è alcuna azione che si possa compiere, nemmeno preventivamente. L'unica eccezione è il caso delle persone poco lucide, che non sono in grado di comprendere completamente il significato di quello che stanno facendo: nel momento in cui non fossero in grado di gestire il loro patrimonio, si può chiedere ad un giudice di essere nominati loro tutori.

Una volta che i genitori siano morti, la prima tutela è la rinuncia all'eredità. Questa scelta, però, comporta la perdita automatica di ogni diritto sul patrimonio ereditario. Si potrà optare per la rinuncia all'eredità, nel caso in cui il genitore sia pieno di debiti o abbia un patrimonio di scarso valore.

L'alternativa è quella di accettare l'eredità con beneficio di inventario. Questa è una vera e propria scelta strategica, soprattutto quando non si è a conoscenza dell'entità dei debiti del defunto. Il beneficio di inventario permette all'erede di subentrare nel patrimonio del genitore, ma di rispondere ai debiti entro un limite massimo, che è costituito dal valore dei beni ricevuti in eredità. Facciamo un esempio pratico: nel caso in cui si dovessero ricevere 10.000 euro in eredità, il figlio risponderà dei debiti del genitore per un importo massimo di 10.000 euro. I creditori quindi potranno pignorargli solo i beni ricevuti con l’eredità e non quelli personali. In questo modo si esclude il rischio di vedersi pignorare la casa o il proprio conto corrente per colpa di un’eredità.