Quando comprare e rivendere beni nuovi o usati su internet è legale

Quante volte hai pensato di rivendere un bene nuovo o usato? Si tratta di un'attività legale, ma con alcune differenze che è bene sapere. Quali? Se l'attività è solo occasionale, una tantum, o continuativa.

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Quando si intende comprare qualcosa, si cercano sempre occasioni e sconti convenienti. Dove si fanno le ricerche? Ormai, non si spende più tanto tempo a girare per negozi. Quando si vuole un determinato prodotto, difficilmente trovabile in negozio, il luogo ideale dove trovarlo, anche ad un prezzo più abbordabile, è su internet

I siti dove poter fare acquisti e trovare offerte interessanti sono davvero tanti; nel testo non parleremo tanto degli sconti e delle occasioni da cogliere al volo, ma ci soffermeremo ad analizzare la seguente questione: è legale vendere o acquistare, prodotti nuovi e usati, su internet? 

Si tratta di un campo molto interessante, in quanto, in molti avranno pensato almeno una volta di vendere beni su internet. Inoltre, faremo una fondamentale differenziazione tra quando la rivendita di oggetti è occasionale e una tantum e quando diventa attività professionale continuativa.

È legale vendere un prodotto su internet? Cosa dice la legge

Almeno una volta, avrai pensato di rivendere un prodotto appena acquistato oppure un bene in tuo possesso che non utilizzi più. 

Si tratta di un’operazione consentita, ma solo occasionalmente. Che cosa vuole dire? Comprare un prodotto e rivenderlo non può diventare un’attività professionale e continuativa, a meno che non si rispettino gli obblighi fiscali

Quando si intende svolgere questa attività in maniera continuativa si diventa soggetti alla normativa fiscale, dovendo rispettare tutti gli obblighi e gli adempimenti previsti dalla legge. 

Il primo passo, in questo caso, è quello di aprire la Partita Iva, richiedere l’autorizzazione per avviare l’attività commerciale e adempiere a tutti gli obblighi burocratici e fiscali conseguenti previsti dalla normativa di legge.

In ogni caso, se ci spostiamo sul campo dei divieti, non si devono mai rivendere prodotti contraffatti. Un consiglio che forniamo è sempre quello di controllare bene e accertarsi che i prodotti acquistati siano sempre leciti.

Il discorso sull’attività di acquisto e vendita continuativa è valido sia per i prodotti nuovi che per quelli usati. In questo secondo caso, infatti, se si vogliono vendere oggetti da collezione che non servono più, senza produrre lucro, è consentito. Ma non deve diventare attività professionale.

Si ricorda, infatti, che esistono attività apposite che sono i negozi dell’usato (sia fisici che online), che nel fare la propria attività rispettano gli obblighi previsti dalla normativa di legge, sia fiscali che burocratici.

Leggi anche: Cosa è vietato vendere su Internet. E come fare affari d'oro

Vendita su internet occasionale e abituale: quando aprire la Partita Iva

Come abbiamo già indicato precedentemente, non è illegale comprare e rivendere su internet, a meno che i beni non siano contraffatti o di origine dubbia. In questo caso, si può essere accusati di ricettazione. 

Ma nell’acquistare e rivendere su internet c’è una differenza colossale tra la vendita occasionale e quella continuativa.

Quando si vende occasionalmente, una tantum, non si considera attività commerciale, sia che si tratti di un bene usato che nuovo. Infatti, non considerandosi attività commerciale, non si deve né aprire la Partita Iva e neppure emettere fatture. 

Naturalmente, come quasi sicuramente tutti sanno, i portali online sicuri dove mettere in vendita oggetti sono tanti. È sufficiente solo fare un’accurata ricerca e scegliere quello che più si avvicina alle proprie esigenze, per un motivo o per un altro.  

Dall’altra faccia della medaglia ci sono le vendite continuative, effettuate in maniera abituale. In questo secondo caso, quando si vendono beni con una certa regolarità e ci sono, quindi, diverse transazioni durante l’anno, come abbiamo già spiegato prima, diventa attività professionale

Vendendo prodotti con una certa sistematicità, i guadagni diventano redditi d’impresa. Di qui la necessità di aprire la Partita Iva e dichiarare quanto percepito.

Parliamo, infine, di tassazione. Quando si effettuano vendite che non vengono configurate nella famiglia delle attività commerciali, non sono soggette a tassazione. Ciò che si potrebbe pagare è una commissione, qualora il sito sul quale si mette l’annuncio lo richieda. Si tratta di quelle vendite una tantum di oggetti nuovi oppure usati. In questo caso, infatti, non ha valore neppure l’entità del corrispettivo economico ottenuto.

Quando, invece, si effettuano più vendite occasionali, senza che esse siano configurate come attività commerciale, possono essere tassate ai fini Irpef come redditi diversi. 

Vi è, infine, il caso delle vendite online abituali: si tratta di attività commerciali vere e proprie con tanto di Partita Iva. Su queste vengono applicate tassazioni Irpef, Irap e Iva.

Concludiamo dicendo che comprare e rivendere beni su internet è assolutamente legale, sempre rispettando la normativa di legge e, in caso di attività continuativa, la normativa fiscale.