Condominio: ecco quali sono gli orari del silenzio

In un condominio, quando si può far rumore? Ma soprattutto quali sono gli orari nei quali si deve rispettare il silenzio e non disturbare?

In un condominio, quando si può far rumore? Ma soprattutto quali sono gli orari nei quali si deve rispettare il silenzio e non disturbare? Nella vita di tutti i giorni può capitare di accendere il televisore, ascoltare la radio o suonare degli strumenti: sono momenti della quotidianità, ma che potrebbero dar fastidio se si vive in un condominio. Soprattutto quando si dovessero superare determinati limiti.

Sbattere i tappeti dalla finestra o avviare i lavori di ristrutturazione può infastidire i vicini di casa. Purtroppo i rumori in condominio, da sempre, hanno contribuito a rendere poco gradevoli i rapporti di buon vicinato. Anche perché è difficile convivere con chi non ha rispetto del riposo degli altri. Ma soprattutto risulta molto difficile sorridere in ascensore a chi, solo e soltanto la notte precedente, non ti ha fatto chiudere occhio. Premesso che è letteralmente impossibile andare d’accordo con tutti, adesso cercheremo di capire quali siano gli orari del silenzio in condominio. Ma soprattutto quali siano i comportamenti migliori da tenere.

Condominio: esistono degli orari di silenzio?

A volte può sembrare un inferno. A chi non è capitato di assistere e subire i lavori di ristrutturazione del vicino di casa. Gli operai, magari, decidono di alzarsi presto per terminare prima e iniziano a battere, mentre tutti stanno dormendo. Una volta di mattina si veniva svegliati dal canto del gallo, oggi può arrivare la martellata al piano di sopra. Se i lavori vengono effettuati in un alloggio collocato in un condominio, è possibile iniziare a fare rumore alle sette di mattina? A che ora è lecito iniziare a fare rumore? E quando bisogna smettere?

Ad essere sinceri, la legge in questo senso non dice alcunché. Non vi è alcuna norma, a livello statale, che imponga degli orari di quiete o di lavoro da rispettare. Questo vale per le abitazioni e per gli uffici. In alcuni casi, i Comuni possono aver previsto un apposito regolamento, con il quale normare gli orari delle attività commerciali, tipo fabbriche, locali notturni, officine o palestre. Ma generalmente non si dice nulla sui rumori nelle proprietà privati e negli alloggi.

Quando si parla di condominio, però, ci si scontra con una particolare regola del Codice Civile, il cui contenuto è molto ampio. Ma non basta: sarà necessario stare attenti a cosa prevede il regolamento condominiale. Ma vediamo cosa possiamo fare realmente, quando qualcuno in un condominio fa rumore.

Condominio: cosa prevede la legge sui rumori

Per capire come comportarci con un vicino rumoroso, basta leggere l’articolo 844 del Codice Civile, che stabilisce che non possiamo vietare di fare quei rumori che rientrino nella normale tollerabilità. Questo è un concetto forse troppo banale e scontato: tutto quello che è tollerabile, non è molesto. Quindi diventa anche lecito. Lo scopo della norma, comunque, è quella di passare la palla al giudice, che dovrà stabilire cosa sia legale e cosa non lo è.

In un condominio, quando i rumori diventano intollerabili? Per stabilire che si stia superando questa soglia, il magistrato dovrà necessariamente basarsi su una serie di circostanze. Tra queste rientrano:

  • intensità dei rumori, ossia fino a dove sono stati percepiti. Per appurarlo verrà raccolta anche la testimonianza di altri condomini;
  • l’orario nel quale questi rumori sono stati prodotti;
  • eventuali convenzioni sociali (generalmente si ritiene che le famiglie vadano a dormire intorno alle 22.00);
  • la collocazione geografica del condominio (in un quartiere residenziale, quindi particolarmente silenzioso, è più facile sentire il rumore di un vicino).

In estrema sintesi la legge non ha stabilito degli orari entro i quali si debbano iniziare e terminare le attività nel condominio. Il tutto è lasciato al buon senso delle persone. Ed in caso di controversie, alla valutazione casistica del giudice. A questo punto il magistrato dovrà fare le proprie valutazioni, basandosi sulle abitudini della popolazione e tenendo conto dell’uomo comune: non si terrà conto di chi va a letto alle 19.00, me nemmeno di chi si alza alle 4.00 di mattina.

In estrema sintesi, questo significa che è normale lasciare accesa la televisione alle 21.00, ma non lo è – sempre che non si tenga un volume particolarmente basso o le cuffie – alle 2 di notte. Si possono fare le faccende di casa alle 7.30, ma iniziarle alle 5 potrebbe provocare una contestazione legittima da parte dei vicini.

Regolamento di condominio: cosa dice sui rumori

Prima di iniziare a rompere con il martello pneumatico o ad usare l’aspirapolvere nelle ore più assurde, è meglio andarsi a leggere il regolamento di condominio. Questo ha la possibilità di stabilire degli orari entro i quali osservare il silenzio. A volte può anche essere regolamentato il riposino pomeridiano delle 14.00. Potrebbero essere vietati i lavori di ristrutturazione in particolari fasce orarie.

Nel caso in cui il regolamento di condominio dovesse stabilire dei limiti ai rumori, la famosa soglia della normale tollerabilità, così come stabilito dal Codice civile, si abbassa ulteriormente. Questo non significa che non dovrà volare nemmeno una mosca, ma sarà necessario prestare la massima attenzione a qualsiasi rumore molesto. Il regolamento che stabilisca degli orari di silenzio all’interno del condominio deve essere approvato all’unanimità.

A questo punto sorge la domanda successiva. Fatte queste premesse, cosa è possibile fare contro chi non rispetta i vicini di casa e fa rumore negli orari più assurdi? Tutto dipende da quante persone percepiscano realmente il rumore: se le molestie acustiche arrivano a tutto il condominio e a quelli limitrofi, siamo davanti al reato di disturbo della quiete pubblica. E in questo caso è necessario chiamare le forze dell’ordine per sporgere una regolare denunzia. Se i rumori vengono percepiti solo dagli appartamenti confinanti con il colpevole, si deve agire solo in via civile per ottenere un ordine di sospensione delle molestie da parte del giudice e l’eventualmente risarcimento del danno. 

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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