Torna il congedo parentale: proroga al 31 dicembre e novità

Il congedo parentale è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021: i genitori dei ragazzi fino a 14 anni possono ottenere il congedo retribuito in particolari situazioni, mentre per i figli dai 14 ai 16 anni non è prevista la retribuzione. Cosa cambia per il congedo di paternità? Ecco la svolta: da 10 giorni a 3 mesi!

Image

Il congedo parentale per i genitori che devono assistere i figli in quarantena o in didattica a distanza torna e viene confermato fino alla fine del 2021. 

È proprio il Decreto Fiscale a introdurre la proroga del congedo parentale retribuito per i genitori dei ragazzi con meno di 14 anni. Sono previsti anche dei congedi parentali per i genitori dei ragazzi dai 14 ai 16 anni, ma in tal caso non spetta la retribuzione.

Un’importante novità infine, è stata annunciata dalla Ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti. Il congedo di paternità potrebbe essere esteso da 10 giorni a 3 mesi grazie a una norma inserita nel Family Act.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cos’è il congedo parentale, come funziona, a chi spetta e fino a quando si può richiedere. Introdurremo in seguito le novità sul congedo di paternità e sui bonus famiglia che si possono richiedere fino al 31 dicembre 2021.

Congedo parentale: cos’è e come funziona?

Prima di addentrarci nella normativa riguardante il congedo parentale, è bene capire che cosa significa questa espressione e in che cosa consiste la misura.

Come spiega il sito web del Dipartimento per la Famiglia:

Il congedo parentale è il diritto ad un periodo di 10 mesi di astensione dal lavoro spettante sia alla madre sia al padre lavoratori, da ripartire tra i due genitori e da fruire nei primi 12 anni di vita del bambino.

La retribuzione in caso di congedo è ridotta (o non corrisposta in particolari situazioni), mentre il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Vediamo nel dettaglio quali sono le situazioni per le quali si possono chiedere i congedi parentali e fino a quando si potranno ottenere. Come funziona il congedo di maternità e quallo di paternità?

Congedo parentale prorogato al 31 dicembre 2021!

Il Decreto Fiscale ha previsto la possibilità di richiedere il congedo parentale fino al 31 dicembre 2021. Una delle misure più sfruttate dalle famiglie nel periodo di pandemia torna alla ribalta per i prossimi mesi. Sono stati stanziati, a tal fine, 28,7 milioni di euro, a cui si aggiungono 7,6 milioni per sostituire i lavoratori della scuola che si assenteranno per tali motivi.

Ma in che cosa consiste? Ai genitori di un ragazzo fino a 14 anni di età è concessa l’astensione dal lavoro alternativamente, per un periodo pari ad alcune ore oppure per intere giornate, con annessa retribuzione.

Durante l’assenza dal lavoro, al genitore (alternativamente madre e padre) viene corrisposta una retribuzione pari al 50% dello stipendio nel caso in cui il ragazzo abbia meno di 14 anni. Per i figli dai 14 ai 16 anni, invece, è possibile richiedere il congedo, ma non è prevista alcuna retribuzione.

Per poter richiedere il congedo parentale, però, si deve verificare una delle seguenti situazioni:

  • disposizione di isolamento/quarantena del figlio da parte della ASL di appartenenza;
  • positività del figlio al Covid-19;
  • adozione della didattica a distanza da parte dell’istituto scolastico di frequenza.

Per quanto riguarda, invece, i genitori con figli disabili, la legge numero 104 del 1992 stabilisce che non vi siano limiti di età per poter richiedere il congedo parentale a causa di una delle situazioni sopra elencate.

Congedo di maternità: a chi spetta e come funziona?

Tutte le lavoratrici che diventano mamme (oppure prendono in adozione o affidamento un bambino) hanno diritto al congedo di maternità, come previsto dall’INPS. 

Questo diritto viene riconosciuto a tutte le donne, a prescindere dal proprio impegno lavorativo: spetta sia alle lavoratrici dipendenti o autonome, sia a quelle parasubordinate o alle libere professioniste.

Nel periodo di congedo di maternità, che può arrivare fino a cinque mesi per tutte le donne, la lavoratrice ha diritto a percepire l’80% di una normale retribuzione giornaliera. 

È possibile lasciare il lavoro a partire dai due mesi che precedono la nascita e per i tre mesi successivi, oppure – in caso di particolare rischio per la salute della mamma o del bambino – i termini possono essere rimodulati. 

Che cosa prevede, invece, la normativa attuale per quanto riguarda il congedo di paternità e quali sono le novità in arrivo dal prossimo anno?

Congedo di paternità: da 10 giorni a 3 mesi! La novità!

Sino ad oggi, madre e padre non hanno potuto godere di pari opportunità limitatamente al congedo parentale. Ma la situazione potrebbe presto cambiare. 

Un annuncio della Ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha anticipato l’introduzione di imminenti cambiamenti sul congedo di paternità: 

Nel Family Act si prevede fino a 3 mesi di congedo di paternità con un aumento graduale, ma l’importante è parificare la responsabilità maschile a quella femminile.

Si tratta di una svolta, in quanto mai prima d’ora era stato previsto un cambiamento di questo genere, che comunque sarà graduale e non repentino. Ma facciamo un passo indietro.

Congedo di paternità: finalmente la svolta

Il congedo di paternità, secondo la normativa attuale, spetta ai padri lavoratori dipendenti in caso di nascita, adozione o affidamento per un periodo di 10 giorni nei primi cinque mesi di vita del bambino

In passato, invece, per i papà erano previsti pochissimi giorni di congedo dopo la nascita del bambino: si parla di solo 2 giorni nel 2017, passati a 5 nel 2019 e aumentati a 7 l’anno successivo. La Manovra del 2021, invece, aveva esteso il congedo di paternità da 7 a 10 giorni, variando ben poco rispetto all’anno precedente.

Passare gradualmente da 10 giorni a 3 mesi, come annunciato dalla Ministra Elena Bonetti, risulta quindi una svolta per quanto riguarda il congedo di paternità: il tutto dovrebbe iniziare a prendere forma già dal prossimo anno.

Iniziare a parificare i diritti tra l’uomo e la donna permette anche di organizzare i carichi di lavoro e assistenza all’interno della famiglia. Alcuni dati dimostrano come l’inattività delle donne per motivi assistenziali sia pari al 35,7% (mentre la media europea è di 31,8%).

Il congedo di paternità, come spiega il sito web del Dipartimento per la Famiglia, può essere fruito anche

in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre.

Bonus famiglia in scadenza al 31 dicembre 2021: quali sono?

Oltre al congedo parentale ci sono anche numerosi altri bonus famiglia che si possono richiedere entro il 31 dicembre 2021. La scadenza è imminente, visto il successivo ingresso del nuovo assegno unico per i figli 2022. Ma quali sono i bonus famiglia che si possono ancora ottenere nei prossimi mesi?

Partiamo dal bonus mamma domani, ovvero un contributo economico che spetta (una tantum) alle mamme a partire dal settimo mese di gravidanza. L’assegno mensile è pari a 800 euro e viene erogato come premio alla nascita alle donne residenti in Italia e in possesso di cittadinanza o permesso di soggiorno.

Il bonus bebè, invece, è un contributo economico che spetta per il primo anno di vita del bambino (12 mesi), ma anche preso in adozione o affidamento dalla famiglia nel corso del 2020 o 2021. L’importo del bonus varia al variare dell’ISEE familiare: l’importo minimo è di 80 euro al mese, che sale a 120 euro al mese e può arrivare a un massimo di 160 euro al mese.

C’è anche il bonus asilo nido, ovvero un contributo economico utile per coprire le spese di iscrizione del figlio a scuola (o per pagare l’assistenza domiciliare in caso di disabilità) per i primi tre anni di vita. Gli importi variano da 1.500 euro fino a 3.000 euro in base al reddito familiare. Il bonus nido 2022 sarà erogato, invece, solo a livello locale.

Di recente introduzione abbiamo, infine, l’assegno temporaneo per i figli a carico fino a 18 anni: introdotto dal 1° luglio 2021, questo bonus permette di ottenere una media di 167,50 euro a figlio, che salgono a 217 euro in casi di famiglie numerose (per i redditi più bassi). 

Gli importi sono stati fissati da apposite tabelle INPS, mentre i beneficiari sono soltanto i lavoratori autonomi, incapienti, disoccupati, oppure coloro che non percepiscono gli assegni familiari. I lavoratori dipendenti possono richiedere gli assegni al nucleo familiare con gli aumenti previsti dall’apposito decreto.

C’è tempo fino al 31 dicembre per richiedere l’assegno unico, ma per ottenere anche gli arretrati dal mese di luglio occorre inoltrare la domanda entro il 31 ottobre 2021.

Nuovi bonus famiglia 2022: arriva l’assegno unico e universale

Se fino al 31 dicembre 2021 è possibile richiedere una serie di bonus famiglia, a partire dal prossimo anno verranno introdotte alcune novità. 

In particolare, dal 1° gennaio 2022 scatterà l’assegno unico e universale per le famiglie con figli fino a 21 anni di età, ma nel contempo spariranno tutti i bonus elencati nel precedente paragrafo. In che cosa consiste l’assegno universale?

Al posto dell’assegno unico, a partire dal 2022 le famiglie potranno richiedere – a partire dal settimo mese di gravidanza – l’assegno universale per i figli a carico, entro un limite massimo di 21 anni di età. Quali sono le principali novità e le differenze tra le due misure?

Anzitutto, la platea dei beneficiari verrà notevolmente allargata: l’assegno unico e universale, infatti, spetterà a tutti i genitori con figli a carico, a prescindere dall’occupazione lavorativa. Dipendenti, autonomi, disoccupati, incapienti: tutti potranno richiedere l’assegno per i figli, che è compatibile anche con il reddito di cittadinanza (senza necessità di presentare la domanda).

Inoltre, l’importo dell’assegno universale sarà maggiore rispetto a quanto spettava di assegno unico: entrambi, comunque, avranno un valore variabile al variare dell’ISEE. Si parte da 180 euro a figlio, fino a un massimo di 250 euro a figlio (per le famiglie con redditi più bassi), mentre i livelli minimi di assegno universale potrebbero variare tra i 40 e i 50 euro al mese (per i redditi oltre i 40 mila euro).

Ma per avere la certezza sugli importi del nuovo assegno unico e universale occorre attendere il decreto attuativo, che dovrà essere approvato entro la fine dell’anno.

Per tutte le informazioni sull’assegno universale è possibile leggere gli approfondimenti dedicati.