Prelevare dal conto corrente: tutte le regole da rispettare

Quali sono le regole da rispettare, nel momento in cui si prelevano dei soldi dal conto corrente? Ci sono dei limiti da non superare?

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Quali sono le regole da rispettare, nel momento in cui si prelevano dei soldi dal conto corrente? Ci sono dei limiti da non superare? Ormai abbiamo capito che ci sono delle soglie oltre le quali non possiamo andare, nel momento in cui si effettuano dei pagamenti in contanti. Ma come ci si deve comportare con i prelievi dal proprio conto corrente?

Una domanda che si pongono molti lettori è se sia possibile superare la soglia dei 1.000 euro, quando si effettuano dei prelievi dal conto corrente. Abbiamo deciso di tornarci di nuovo sopra, un po' perché continua ad esserci fin troppa confusione sull'argomento, un po' perché il contante continua ad essere utilizzato. E questo succede, andando un po' contro a tutte le campagne mediatiche che abbiamo visto e sentito nel corso degli ultimi mesi.

Conto corrente: il limite sul contante

Per riuscire a capire cosa possa accadere nel momento in cui preleviamo 1.000 euro dal nostro conto corrente, bisogna iniziare a parlare dai cosiddetti vincoli sulla tracciabilità dei pagamenti. L'attuale normativa pone dei chiari ed evidenti limiti agli scambi di denaro contante tra soggetti diversi. Il legislatore ha posto questi limiti nel tentativo di prevenire l'evasione fiscale: una decisione presa a priori, indipendentemente dalle motivazioni che abbiano portato al suddetto scambio. Questo divieto non riguarda unicamente i pagamenti, ma coinvolge anche i prestiti e le donazioni. Nel momento in cui il contribuente effettua dei pagamenti nei confronti della Pubblica Amministrazione - imposte o tributi - è tenuto a rispettare gli stessi limiti.

Negli ultimi anni i vari governi hanno variato di continuo questi limiti. Attualmente il limite massimo per effettuare i pagamenti in contanti è stato fissato a 2.000 euro. Nel momento in cui si dovessero effettuare dei pagamenti oltre questa soglia è necessario effettuarlo con degli strumenti tracciabili: la carta di credito, il bancomat, gli assegni o i bonifici. Nel momento in cui qualcuno dovesse violare questa regola, rischia una sanzione che può andare da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 50.000 euro. Questo significa che un qualsiasi commerciante, un professionista od una qualsiasi persona può arrivare a farsi consegnare al massimo 1.999,99 euro. Dal 1° gennaio 2023, sempre che non arrivino ulteriori proroghe ulteriori, i limiti dovrebbero scendere a 1.000 euro, così come la sanzione minima dovrebbe passare da 2.000 a 1.000 euro.

Effettuare i pagamenti frazionati

Molti nostri lettori sanno che quando si effettuano i pagamenti non è possibile eludere le regole. Ma questo dato di fatto, come va ad intaccare i rapporti che abbiamo con il nostro conto corrente? Ma andiamo avanti a scoprire come ci dobbiamo comportare correttamente. Il consumatore e chi riceve il pagamento non possono aggirare i limiti frazionando i pagamenti. Proviamo a fare un esempio: se devo pagare 4.500 euro per una prestazione, non posso frazionare il pagamento in tre rate da 1.500 euro e rimanere, in questo modo, sotto la soglia dei 2.000 euro. Sarà possibile pagare a rate solo e soltanto nei seguenti casi (purché ogni rata rimanga sotto la soglia prevista):

  • quando questo è espressamente previsto dal contratto. Un esempio potrebbe essere quello delle prestazioni di un avvocato, che può concordare dei pagamenti in base alle fasi processuali;
  • quando questo rientri negli usi e nelle consuetudini commerciali.

A questo punto la domanda successiva è la seguente: queste regole valgono anche per i prelievi effettuati dal conto corrente? A rispondere a questa ci ha pensato direttamente il Mef: quando un contribuente effettua un prelievo od un versamento dal proprio conto corrente, non è soggetto a questi limiti. Il motivo è molto semplice: la norma prevede che il limite all'uso del contante valga unicamente quando ci sono degli scambi tra due soggetti diversi. Nel momento in cui il risparmiatore preleva dal proprio conto corrente, il denaro rimane sempre di sua proprietà. La banca, sostanzialmente, è una semplice depositaria del denaro. Questo significa che, in estrema sintesi, che non essendoci dei trasferimenti di denaro, è possibile prelevare più di 1.000 euro dal proprio conto corrente.

Prelevare più di 1.000 euro dal proprio conto corrente

Nemmeno l'operazione più estrema porta a dei controlli fiscali: prelevare più di 1.000 euro. Sempre che a farlo non sia un imprenditore. Tutti gli altri contribuenti hanno un po' pi di libertà di movimento: l'Agenzia delle Entrate controllerà unicamente le operazioni in entrate: i versamenti in contanti e i bonifici ricevuti. Gli uffici del fisco potrebbero presumere che il denaro che viene accreditato sul conto corrente possa essere derivare da un reddito da dichiarare, se non viene giustificato all'interno della dichiarazione dei redditi. I prelievi sono liberi ed esenti da controlli fiscali.

Per gli imprenditori e le società vige invece l’obbligo di giustificare, in contabilità, tutti i prelievi che superano il limite di 1.000 euro giornalieri o comunque di 5.000 euro mensili.