Cosa non si può pubblicare su Facebook, e cosa si rischia se si infrangono le regole

Facebook vuole garantire la libertà di espressione ai propri utenti, ma spesso molti infrangono la legge danneggiando l'immagine del social media e del malcapitato. Ecco quali sono i contenuti che non si possono pubblicare.

cosa non si può pubblicare su facebook

Spesso capita che la gente dimentica cosa non si può pubblicare su Facebook o su altri media come Instagram, TikTok o Youtube.

A prescindere dal canale che si utilizza, Facebook è considerato ancora il social network più utilizzato per la condivisione di post scritti, insieme a Instagram.

Il problema di fondo è che quando si utilizzano i social ci si sente eccessivamente protetti.

Quindi succede che in queste piattaforme si mostra un lato di sé (negativo) che nella vita reale non uscirebbe per via della paura delle conseguenze.

Lo stesso discorso si applica anche nella circolazione stradale, infatti capita molto spesso che i guidatori rivolgano insulti ad altri guidatori e/o pedoni perché si sentono protetti dal loro ambiente, cioè la macchina.

Le tutele di Facebook

Facebook stesso cerca in tutti i modi di impedire la nascita di controversie, ma finora non ha avuto successo, anzi è finito spesso al centro di molti scandali.

Tra i tanti problemi che l'azienda ha dovuto affrontare, molti di questi riguardano i fenomeni di cyberbullismo o diffamazione in generale.

Una delle regole che Facebook impone è quella di non utilizzare delle parole che evocano immagini, sentimenti, azioni malvagie.

Alcuni esempi sono le parolacce, le bestemmie, minacce di morte ecc.

L'algoritmo analizza in maniera automatica le parole che vengono scritte dall'utente e se rileva qualche segnale di pericolo procede con il blocco del post o nel peggiore dei casi bannando l'account.

Purtroppo questo non succede spesso, per questo ci sono troppi leoni da tastiera.

Facebook, invece, è molto più rigido e attento nei confronti degli inserzionisti che pubblicano le sponsorizzazioni dei social media manager e i media buyer.

Il conflitto tra le varie libertà

Prima di proseguire nello specifico sull'argomento delle pubblicazioni su Facebook, è necessario capire cosa significa veramente la libertà.

La società di oggi ci permette di vivere come vogliamo, però ci sono comunque dei diritti che apparentemente entrano in contrasto.

Un esempio può essere il diritto d'espressione e il diritto alla privacy.

Il concetto che bisogna capire è che la libertà, per essere autentica, non deve essere illimitata, perché altrimenti succede che si crea una situazione di eccessiva disparità.

Infatti, la libertà di uno finisce nel momento in cui essa intralcia la libertà dell'altro.

Ogni utente può esprimere tutto quello che vuole su Facebook, ma nel momento in cui si denigra qualcun altro, allora si è superata una linea che non si doveva superare.

Cosa non si può pubblicare su Facebook e quali sono le conseguenze legali?

In sostanza non si possono pubblicare tutti quei contenuti che offendono la dignità di un'altra persona pubblicamente, senza che questa ne sia consapevole.

Questa situazione è molto sensibile e pericolosa perché compromette la reputazione del singolo che può riscontrare gravi problemi nella vita di tutti i giorni.

Il termine giuridico che si utilizza è diffamazione.

Se accade una cosa del genere, colui o colei che ha diffuso il post può sporgere querela per punire l'autore del messaggio diffamatorio.

Nei casi più gravi si può arrivare alla reclusione in carcere per un anno e il pagamento di una multa di €1032.