Green Pass, il modello italiano nel mondo

I numeri dei contagi legati alla pandemia di Covid-19 stanno aumentando nuovamente. Per tale motivo, alcuni Paesi stanno valutando la possibilità di introdurre il Green Pass, seguendo il modello italiano, mentre in altri, il certificato vaccinale è già in vigore, talvolta facendo insorgere proteste e scontri.

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Tornano ad aumentare il numero dei contagi legati alla diffusione del Covid-19 e, a seguito di ciò, vi sono paesi che rischiano di dover ripristinare le misure, necessarie per rallentare la diffusione del contagio, che erano state eliminate da poco tempo. 

Tra essi, preoccupa la situazione nel Regno Unito come riporta ilsole24ore.com:

“Il 21 ottobre i contagi sono andati oltre quota 50mila (52.009 per l’esattezza), primato da luglio quando avevano raggiunto anche i 60mila.”

Nel Paese, il numero dei morti resta alto ma viene contenuto grazie alla campagna di vaccinazione e, a tale proposito, emerge che il 66% della popolazione abbia completato il ciclo di somministrazione del siero anti-Covid

Nonostante la gravità della situazione ed il parere della comunità scientifica, il premier inglese, Boris Johnson, non ritiene necessario dover ripristinare le misure restrittive che erano state allentate lo scorso 19 luglio

I contagi di Coronavirus ed i decessi ad esso correlato, stanno aumentando anche in Belgio dove il ministro federale della sanità, Frank Vandenbroucke, ha esortato la popolazione a prepararsi ad una quarta ondata

Secondo i dati forniti, il 73,2% di coloro che vivono in Belgio ha ottenuto le due dosi di vaccino. Tuttavia, secondo quanto sostiene ilsole24ore.com:

Il Belgio non ha adottato una certificazione verde obbligatoria per accedere ai luoghi di lavoro.”

L’unica forma di Green Pass presente nel paese è stata introdotta nella città di Bruxelles e si chiama: Covid Safe Ticket (Cst). Esso viene utilizzato per entrare ai bar, ristornati e palestre ma non è richiesto per poter accedere, oltre che ai posti di lavoro, anche nei negozi, centri commerciali, trasporti ed attività educative. 

Di conseguenza, appare evidente che il Green Pass sia un valido alleato per poter contenere la diffusione della pandemia ed evitare nuove chiusure che potrebbero aggravare la situazione economica dei singoli Stati.

Per tale motivo, vari Paesi stanno valutando la possibilità di introdurre il Green Pass, seguendo la falsa riga attuata dal governo italiano, mentre in altri, il certificato vaccinale era già in uso da parecchio tempo. 

Green Pass, in Italia vige l’obbligo nei posti di lavoro

A partire da venerdì 15 ottobre, il governo italiano ha introdotto l’obbligo di possedere il Green Pass per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, per poter avere libero accesso ai posti di lavoro. 

L’Italia è stata tra i primi Paesi a tutelarsi dall’insorgere di nuovi contagi di Covid-19, introducendo una normativa drastica che regolamenta l’uso del Green Pass

Proprio per questo motivo, sono sorte varie protesta da parte di cittadini ostili alla certificazione verde e all’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione. 

Le prime manifestazioni contro il Green Pass sono inziate a Trieste, capeggiate da Stefano Puzzer il leader del movimento di protesta contro il certficato vaccinale dei portuali triestini ed uno dei portavoce del neonato “Coordinamento 15 ottobre”, per poi diffondersi nelle altre città italiane.

Nella giornata di sabato 23 ottobre, il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli ha incontrato Puzzer ed ascoltato le sue richieste di abolire l’obbligo di possesso del Green Pass sui posti di lavoro oltre che eliminare il vincolo di sottoporsi alla vaccinazione per i sanitari. Il ministro Patuanellli ha garantito che riferirà le richieste del leader No Pass al Consiglio dei ministri.

Nonostante ciò, il governo, attraverso le parole di Andre Costa, sottosegretario alla Salute, ha ribadito la ferma volontà di non cancellare quanto fatto fino ad ora

Intanto, proseguono le proteste. Sempre a Trieste, domenica 24 ottobre, si è svolto in piazza Unità il “No Paura Day” dove i partecipanti si sono riuniti ed hanno scandito a gran voce ed esposto gli slogan dei movimenti no vax e contrari all’obbligo di Green Pass. 

USA e Canada, vaccinazione obbligatoria per i lavoratori

Negli Stati Uniti, a partire dal mese di ottobre, il Dipartimento del Lavoro ha proposto di introdurre l’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid 19 per coloro impiegati in aziende che possiedono un numero maggiore a 100 dipendenti. 

In caso di mancata vaccinazione, si dovrà presentare un tampone negativo che sarà effettuato ogni settimana. 

La proposta è stata inviata alla Casa Bianca ed approvata dal presidente, Joe Biden. Il provvedimento potrà essere modificato o inasprito dalle legislazioni dei singoli Stati americani. 

Inoltre, anche le singole aziende private avranno la possibilità di introdurre regole più o meno rigide, per far accedere i dipendenti ai loro posti di lavoro.

A tale proposito, alcuni colossi americani come: Mc Donald’s, Google e Microsoft obbligano i loro dipendenti ad esser vaccinati. In caso contrario, il lavoratore sarà passibile di un richiamo che potrà condurre, in casi estremi, al licenziamento. 

Negli USA era già stata introdotta una normativa simile: infatti, i dipendenti federali possono recarsi al lavoro solo se attestano di essersi sottoposti al vaccino o ad un tampone negativo

Il motivo di questa drastica scelta nasce da un’analisi pubblicata dalla Kaiser Family Foundation, e riportata da fanpage.it, secondo cui il Covid-19 sarebbe la causa primaria di morte nella fascia 35-54 anni, dove si registra il tasso più basso d’immunizzazione, ed ammettendo che: 

"La stragrande maggioranza dei ricoveri e decessi per Covid continuano ad essere evitabili".

Una situazione analoga, si è verificata in Canada dove è stato introdotto l’obbligo di Green Pass per tutti i dipendenti federali

Coloro che non ne sono in possesso, saranno costretti ad assentarsi dal lavoro e scatterà il congedo non retribuito

La Russia valuta l’obbligo di possedere il Green Pass

In questi giorni, in Russia, i contagi causati dalla diffusione su scala globale della pandemia di Covid-19 stanno subendo un’impennata che porta il Paese a registrare un record nel numero dei nuovi casi e dei decessi, sin dall’inizio della pandemia. 

Per tale regione e con la finalità di tenere sotto controllo i contagi, il Green Pass diviene obbligatorio anche nella nazione governata da Vladimir Putin

La prima città ad averlo introdotto è stata Mosca.

Successivamente, San Pietroburgo ha seguito il suo esempio. Infatti, essa risulta essere la seconda area più colpita dalla nuova ondata di Coronavirus

Per ciò, il governatore Boris Piotrovski ha dichiarato che il Green Pass sarà necessario: a partire dal 1° Novembre, per poter prendere parte ad eventi che si svolgeranno in grandi spazi chiusi, mentre dal 15 Novembre, sarà richiesto per accedere ai centri sportivi, cinema, teatri e musei ed infine, il 15 Dicembre verrà introdotto l’obbligo di possedere il certificato vaccinale per entrare nei ristornati e negozi

Green Pass: come funziona nei paesi UE?

In Europa, ogni Paese possiede una propria normativa che stabilisce l’obbligatorietà o meno del Green Pass ed i contesti in cui esso viene usato, soprattutto dentro i luoghi di lavoro. 

Ancora prima dell’Italia, il primo Paese europeo ad aver introdotto il certificato vaccinale è stata la Francia

Infatti, a partire dal 30 Agosto 2021, il Green Pass è richiesto per coloro che sono impiegati in settori che prevedono il contatto con il pubblico: cinema, ristoranti, grandi centri commerciali, impianti sportivi e per gli autisti di mezzi di trasporto a lungo raggio. 

Inoltre, vige l’obbligo di sottoporsi al vaccino per il personale sanitario ed i trasgressori sono puniti con la sospensione del contratto di lavoro. 

La decisione intrapresa dal governo, guidato dal presidente francese Macron, ha fatto aumentare in poco tempo il numero di vaccinati nel Paese, suscitando anche delle polemiche: a metà novembre il ministro della salute, Olivier Véran ha bocciato una proposta per eliminare il Green Pass. 

In netto contrasto con la decisione intrapresa dalla Francia, vi è la Spagna. Per tale nazione, come riporta tg24.sky.it:

Il Green pass non è obbligatorio per accedere al lavoro.”

Una scelta simile è stata attuata dalla Germania, dove il certificato vaccinale non viene richiesto nei luoghi di lavoro, ad eccezione del personale ospedaliero. 

Poi, vi sono Paesi, come la Danimarca che il 10 settembre ha eliminato buona parte delle restrizioni legate al Covid-19, grazie ai dati positivi riscontrati, tra cui il Green Pass entrato in vigore nel mese di Aprile e rimasto tale fino al mese scorso. 

In Austria, si starebbe optando per una scelta più drastica: oltre che a richiedere il Green Pass per potersi recare nei posti di lavoro, s’ipotizza il lockdown per i non vaccinati qualora i contagi inizino ad aumentare. 

L’obbligo di Green Pass genera scontri anche negli altri Paesi

L’introduzione dell’obbligatorietà di possedere e mostrare il Green Pass ha fatto insorgere numerose proteste sia in Italia che all’estero

Infatti, coloro che sono restii a sottoporsi al siero anti-Covid19, vedono nel Green Pass un mezzo con cui è limitata la loro libertà personale e di circolazione.

Ciò ha determinato l'insorgere di proteste, che talvolta sono riuscite a coinvolgere masse di persone scese in piazza per difendere i loro diritti, come è avvenuto a Trieste.

In alcuni casi, tali manifestazioni di dissenso si sono trasformate in veri e propri scontri.

Un caso emblematico è quello che avviene in Scozia dove l’introduzione del Green Pass, nel tentativo di poter incrementare la vaccinazione di massa e limitare i contagi, ha generato, durante il primo fine settimana in cui è stato introdotto, un aumento di scontri soprattutto nei locali notturni

Infatti, i clienti sprovvisti di Pass vaccinale e, di conseguenza rifiutati dai locali, hanno aggredito il personale addetto ai controlli

Come riportato da fanpage.it, i gestori hanno definito l’introduzione del Green Pass un disastro assoluto dato che: 

“Diversi locali notturni hanno lamentato un calo del 40% dei clienti e danni economici ingenti.” 

Tuttavia, il governo scozzese ha rivendicato la validità del suo operato e della misura, sostenendo che il Green Pass sia un valido strumento per evitare nuove chiusure e permettere alle aziende di lavorare.