Come sapere/controllare se un debito è andato in prescrizione: guida per i non esperti

Nel caso in cui è presente un debito, come si può sapere se è prescritto? Ecco a cosa fare attenzione.

Quando viene accumulato un debito, che può essere verso il fisco (Agenzia delle Entrate), verso un ente Comunale, un’amministrazione locale, oppure anche un altro tipo di soggetto, la legge prevede anche un periodo di prescrizione.

Si tratta di un periodo dopo il quale l’ente che ha il credito non può più chiedere al soggetto che ha il debito di ripagargli quanto dovuto. Di fatto il creditore perde il diritto di richiedere il rimborso.

Questo può avvenire in diverse circostanze, tuttavia ogni debito si prescrive secondo la legge italiane in un periodo di tempo differente. Vediamo come sapere se è prescritto oppure no.

Quando un debito è prescritto

Un debito cade in prescrizione quando, trascorso un certo periodo di tempo, non è più possibile richiederne il saldo. La persona indebitata quindi non deve più provvedere al suo pagamento.

La persona invece che si trova a credito non può più rivalersi su chi ha contratto il debito, perdendo di fatto il diritto alla restituzione delle somme. In linea generale per sapere se è prescritto, si fa riferimento all’ultima ricevuta AR del creditore, che contiene l’ultima richiesta di rimborso.

Se tale ricevuta è assente, di fatto il soggetto a credito non sta chiedendo di saldare le somme dovute. Ricordiamo che un debito può essere di diverse tipologie.

Si può trattare di una somma non versata al fisco, oppure ad un ente previdenziale, o ancora di una multa non pagata, oppure ancora di una somma non versata ad un Comune.

Anche un bollo auto non pagato è un debito vero e proprio. Ogni somma tuttavia secondo la legge prevede un certo periodo di prescrizione, oltre al quale difficilmente il soggetto a credito può recuperare le somme spettanti.

Se una persona ha un debito da saldare, ma non sa se questo è andato in prescrizione, deve controllare a quando risale l’ultima richiesta del saldo della cifra da saldare, da parte del creditore.

Generalmente si fa quindi riferimento alle raccomandate AR che contengono le richieste di pagamento di quanto dovuto.

Come sapere se il debito è già prescritto

Per sapere nel dettaglio se un debito è stato prescritto, bisogna quindi vedere la data dell’ultima richiesta di saldo. A questo punto, bisogna capire in quale categoria di debiti rientra nello specifico, per individuare correttamente il periodo di prescrizione.

Qui di seguito facciamo qualche esempio di tempistiche per la prescrizione di diversi tipi di debito:

  • prescrizione in 10 anni: debiti collegati a beni o servizi, ad esclusione delle bollette per le utenze domestiche, e alcune tasse come l’Irpef;

  • prescrizione in 5 anni: debiti collegati a contratti di affitto, pensioni, interessi, IMU, Tari;

  • prescrizione in 3 anni: debiti per servizi collegati a studi professionali o professionisti. Pensiamo ad esempio a avvocati, commercialisti, muratori. Anche il bollo auto si prescrive in tre anni;

  • prescrizione in due anni: alcune tasse e imposte;

  • prescrizione in un anno: alcune assicurazioni;

  • prescrizione in sei mesi: pagamenti per alberghi e strutture ricettive.

A grandi linee queste sono le tempistiche a cui fare riferimento per la prescrizione della maggior parte dei debiti. Tuttavia è consigliato informarsi nel dettaglio, soprattutto nel caso di debiti di tipo fiscale, contributivo e per somme da versare a enti locali o Comuni.

Segnalazioni per cattivi pagatori

Esiste anche la possibilità che, nonostante la prescrizione, ci siano altri tipi di conseguenze legate ai debiti, oltre alla necessità di saldare quanto dovuto.

Ad esempio nel caso di debiti non saldati o pagati in ritardo verso una banca, è possibile essere segnalati come cattivi pagatori.

Bisogna quindi fare molta attenzione a non contrarre debiti, o a saldarli il prima possibile.

Attendere che trascorra il tempo per la prescrizione non è consigliato, anche perché i soggetti creditori possono intraprendere diversi tipi di azioni per ottenere le somme dovute.

Pensiamo ad esempio al pignoramento di un conto corrente, oppure di un immobile. Oppure nel caso delle banche, ad una segnalazione come cattivo pagatore, al Crif, che comporta diverse conseguenze per i prestiti successivi.

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