Decreto anti-rave, ecco le pene: si rischia fino a 6 anni di carcere

Pene fino a 6 anni di carcere per chi viola le norme previste dal decreto anti-rave. Piantedosi si difende e alcuni gridano all'incostituzionalità.

Il Decreto anti-Rave è ormai stato approvato e la nuova norma fa discutere molto, sopratutto per le pene che fanno fino a 6 anni di reclusione. Il primo Decreto Legge del governo Meloni solleva poi una questione: “La norma è costituzionale?“. Ecco l’interpretazione del Decreto.

Decreto anti-Rave: cosa dice la norma

Multe salate e pene fino a 6 anni di carcere per coloro che “invadono” territori pubblici e privati in numero maggiore di 50 persone. Questa legge, ovviamente, fatta così, non diventa solo anti-Rave, ma va a toccare anche altri luoghi. Come spiega a Il Resto del Carlino il professor Vittorio Manes, il nuovo articolo 434-bis del Codice Penale:  

“Consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, “quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica“. È una previsione estremamente generica e quindi scivolosa. Perché a nessuno sfugge che, sulla base di un presupposto di pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica, ogni adunanza di più di 50 persone su terreni o edifici altrui pubblici e privati potrebbe ricadere nel reato previsto dal decreto. Anche riunioni non autorizzate a carattere politico, educativo o sportivo, tanto per fare degli esempi”.

La questione sull’anticostituzionalità della norma

E quando si parla di ordine pubblico e salute pubblica scatta il dubbio sull’incostituzionalità del provvedimento. Va osservato che la Costituzione parla di limitazioni soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica mentre non fa cenno a pericoli per l’ordine o per la salute pubblica. Dunque, come ha affermato Giovanna Maria Flick, ex presidente della Corte Costituzionale, “Andrebbe subito verificata la costituzionalità di questa estensione dei limiti“.

Il ministro Piantedosi si difende

Il neo ministro degli Interni Matteo Piantedosi non ci sta a subire subito un attacco così pesante e corre ai ripari. Come ha spiegato ai microfoni del quotidiano Il Corriere dalla Sera, il ministro ha detto che questa norma è stata promulgata per adeguarsi a quelle di altri Paesi europei. Inoltre, il ministro ha affermato che tutto ciò è stato fatto per garantire l’incolumità dei partecipanti al Rave party dato che ballavano in una struttura pericolante, arrivando a dichiarare anche che “si rischiava una strage“.

Dalle multe alla reclusione: si rischia fino a 6 anni di carcere

il nuovo articolo 434-bis del Codice Penale va a modificare l’articolo 633 del C.P. Qualora si dovesse infrangere la legge, si rischierebbero la confisca dei veicoli e della strumentazione e delle apparecchiature musicali usate dagli organizzatori dei raduni non autorizzati. Inoltre, c’è l’obbligo del ripristino dell’ordine nei luoghi dove si sono svolti i rave. Infine sono previste pene più dure, ossia la reclusione da 3 a 6 anni per gli organizzatori (e una pena ridotta per i soli partecipanti) e multe da 1.000 a 10.000 euro. Sono state aggiunte anche le intercettazioni telefoniche.

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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