Pignoramento Naspi: quando il creditore può ottenere un’ingiunzione contro un nullatenente

Chi è disoccupato e nullatenente rischia il Pignoramento della Naspi nel caso in cui abbia contratto un debito? Scopriamo cosa dice la legge.

Un’ingiunzione è un ordine del tribunale di impedire a qualcuno di fare qualcosa. Può essere concesso se il creditore può dimostrare che esiste una valida ragione capace di dimostrare che, a lungo andare nel tempo, il mancato pagamento del debito possa danneggiare lui e la sua attività. Cosa rischia, quindi, un debitore disoccupato e nullatenente che tra l’altro è percettore della Naspi?

La regola generale prevede che il tribunale potrebbe non emettere un decreto ingiuntivo a un creditore che non rischia in alcun modo di essere danneggiato per l’inadempimento del debitore.

Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola generale. Il diritto del creditore di recuperare il denaro prestato oppure i beni forniti deve essere comunque tutelato e il debitore, in ogni caso, dovrebbe trovare il modo di pagarlo. Dunque, se il creditore presenta una richiesta di risarcimento nei confronti del debitore disoccupato e nullatenente, in alcuni casi specifici, potrebbe ottenere la concessione dell’ingiunzione.

Il caso concreto da analizzare

Si consideri il caso concreto di un giovane che ha perso il lavoro da circa un anno e da quel momento ha iniziato a percepire la Naspi per un importo di circa 800 euro. Il soggetto, riceve diverse raccomandate da parte di un avvocato che fa le veci di un istituto di credito. Le lettere effettuano un sollecito di pagamento, da saldare entro 10 giorni, su un debito il debitore disoccupato e nulla tenente non paga dal 2015.

Il giudice può emettere un decreto ingiuntivo se la persona in questione non possiede nulla? Scopriamo cosa dice la legge.

Quando si può pignorare la Naspi

Volendo procedere alla richiesta del pignoramento della Naspi percepita da un debitore disoccupato e nulla tenente, bisogna prendere in seria considerazione se ne vale la pena. Ha senso chiedere un decreto ingiuntivo.

Partiamo dal presupposto che la Naspi può essere sottoposta a pignoramento, al fine ultimo, di soddisfare il legittimo debitore che nel caso precedentemente descritto sarebbe la banca. Ciò però deve avvenire solo ed esclusivamente nel rispetto di alcune condizioni.

Innanzitutto deve esserci un insoluto tale da recare danni reali nei confronti della banca. In secondo luogo, si tenga conto che il pignoramento della Naspi è consentito solo se eccede una certa somma prevista esplicitamente dalla legge.

Comunque, il pignoramento può essere attuato solo se al debitore rimane il minimo vitale che gli permette di condurre una vita dignitosa. Si ricordi, tra l’altro, che il pignoramento non può ricadere sull’importo intero della Naspi ma soltanto sulla cifra eccedente il minimo vitale. Scopriamo ora quali sono i vincoli posti al pignoramento sulla Naspi analizzando due casi:

  1. 1.

    Naspi che è stata già accreditata sul c/c;

  2. 2.

    Naspi che non è stata ancora accreditata sul c/c.

Cosa succede se la Naspi è stata già accreditata sul conto corrente

Analizziamo cosa succede al debitore disoccupato e nullatenente se il giudice disponne il pignoramento della Naspi.

Qualora la Naspi sia stata accreditata sul conto corrente del debitore nulla tenente, l’importo pignorabile sarà la cifra in eccesso. Si tratta del triplo dell’ammontare dell’assegno sociale Inps. Considerando che l’assegno sociale è di circa 468 euro ne consegue che, il pignoramento può interessare solo la parte che supera ad esempio i 1.400 euro. Quindi, percependo 1.600 euro di Naspi al mese quando si può pignorare? Facendo la sottrazione 1.600-1400 emerge che si possono pignorare 200 euro.

Cosa succede se la Naspi non è stata ancora accreditata sul conto corrente

Diversamente, qualora la Naspi non sia stata ancora accreditata sul conto del debitore disoccupato e nulla tenente, la cifra pignorabile è sempre quella in eccesso. Solo che, in questo caso, l’importo diretto a garantire il minimo vitale al debitore corrisponde a una volta e mezzo dell’assegno sociale.

Pertanto il pignoramento può essere fatto solo sulla cifra che eccede circa 702 euro. Vale a dire che se si percepisce un’indennità di 1.002 euro si potranno pignorare 300 euro.

Luana La Camera
Luana La Camera
SEO Copywriter, classe 1986.Vivo nella città di Cosenza, in Calabria. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università della Calabria, sono appassionata di scrittura. A febbraio 2022 ho pubblicato “La Carta che non si ricicla” con la casa editrice 4 Punte Edizioni. Si tratta di un piccolo manuale dedicato ai principi fondamentali dello Stato italiano. Inoltre sono ideatrice del corso “Diritto costituzionale da zero” presente sulla piattaforma di Udemy. Collaboro con professionisti dell’ambito giuridico nella realizzazione di testi per siti web.
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