Decreto legge: la differenza con DPCM e decreto legislativo

Quante volte abbiamo sentito parlare in tv di decreto legge, DPCM e decreti legislativi? Finalmente una spiegazione semplice e chiara su significato, efficacia e durata. Ecco punti in comune e differenze per comprende i decreti Liquidità, Rilancio e quelli sul vaccino ed il green pass.

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Il decreto legge è un strumento normativo che durante l'emergenza sanitaria ha avuto un ruolo centrale nel nostro Paese. Ne sono degli esempi il decreto Rilancio, il decreto Liquidità, il decreto Ristori e quelli su green pass e obbligo del vaccino. 

Il decreto legge non va confuso però con il DPCM - largamente usato dall’ex premier Conte - e con il decreto legislativo e il disegno di legge.

La somiglianza dei termini può creare confusione tuttavia, anche se hanno dei punti in comune, sono differenti sotto molti aspetti tra cui: 

  • la durata;
  • l'efficacia retroattiva;
  • il momento a partire dal quale entrano in vigore. 

Per capire la differenza tra decreto legge, DPCM, decreto legislativo e legge delega è necessario fare una panoramica completa e analizzare cosa prevede la nostra Costituzione al riguardo. 

E allora ecco come funziona, quanto dura e chi emana i decreti secondo la legge italiana!

Decreto legge: quando entra in vigore, efficacia e retroattività

Il decreto legge (abbreviato DL) è un atto normativo emanato dal Governo anziché dal Parlamento, ovvero l’organo deputato alla funzione legislativa. 

Il decreto legge ha una durata provvisoria e generalmente serve in casi di emergenza, quando non è possibile aspettare i tempi - ben più lunghi - necessari in Camera e Senato per redigere e approvare un testo di legge.

La particolarità del decreto legge è che entra in vigore immediatamente, cioè subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e senza aspettare la “vacatio legis” di 15 giorni prevista all’articolo 73 della Costituzione

Per questo motivo quando sono in atto una situazione di emergenza (sanitaria ma anche climatica o dovuta a catastrofi naturali) il governo bypassa il Parlamento e prende le redini della funzione legislativa. 

Cos’è e come funziona il decreto legge è spiegato dalla nostra Costituzione all'articolo 70:

“Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.”

Quanto dura il decreto legge e quando perde la sua efficacia? Forse avrai sentito che, se non convertito dal Parlamento entro i termini, il decreto legge "decade". Questo significa che perde la sua efficacia anche retroattivamente poiché la legge impone la conversione entro 60 giorni dalla data di pubblicazione.  

Sempre all'articolo 70, stavolta al comma 3, è scritto anche che:

“I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.”

Quindi se il decreto legge decade perde efficacia fin dall'inizio, per questo si dice che la mancata conversione produce effetti retroattivi. 

La differenza tra legge, decreto legge e DPCM spiegata in maniera semplice in questo video di Laura Fioravanti- Gocce di diritto.

Decreto legge e decreto legislativo: le differenze

Non è raro confondere il decreto legge con il decreto legislativo (abbreviato D. Lgs.) soprattutto per via del nome molto simile.

Il primo è un atto del Governo successivamente convertito in legge ordinaria, secondo tempi e modi previsti dalla Costituzione; il secondo è sempre un atto governativo ma emanato dietro l'impulso del Parlamento che ne stabilisce l'ambito di applicazione e le linee generali nella legge delega.

Infatti ecco cosa dice l'articolo 77, comma 1, della Costituzione:

"Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria."

Per sintetizzare, le differenze tra decreto legge e decreto legislativo sono le seguenti:

  • nel decreto legge l’iniziativa è del Governo, salvo poi chiedere la conversione in legge a pena di inefficacia retroattiva;
  • nel decreto legislativo il Parlamento demanda al Governo il potere di legiferare sulla base di precise indicazioni e linee guida (contenute nella “legge delega”).

In pratica il decreto legislativo serve a disciplinare materie che richiedono competenze tecniche o scientifiche per le quali serve il coinvolgimento di esperti poiché deputati e sanatori non sono sufficientemente competenti.

Il Governo e i tecnici incaricati dovranno redigere il testo rispettando contenuto e scadenze indicati nella legge delega.

La differenza tra decreto legge e DPCM

Con la pandemia abbiamo imparato a conoscere un altro provvedimento del Governo poco utilizzato in passato: il DPCM che è l'abbreviazione di “Decreto del Presidente del consiglio dei ministri”, un atto amministrativo emanatao direttamente dal Presidente del Consiglio.

Anche il DPCM è immediatamente efficace dal momento della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, tuttavia è meno garantista. Il motivo è presto detto: i DPCM non richiedono l’intervento del Parlamento né prima né dopo la loro emanazione.

Per questo motivo molti studiosi di diritto, esponenti dei partiti (sia di minoranza che di maggioranza), giornalisti e cittadini hanno criticato lo smodato utilizzo dei DPCM durante il lockdown e nei mesi successivi. Soprattutto perchè con questo strumento sono state ridotte libertà tutelate dalla Costituzione come il diritto di spostarsi liberamente lungo il territorio.

Ancora oggi non è stata risolta la controversia circa la presunta incostituzionalità dei DPCM durante il Covid-19 e diversi esponenti del mondo giuridcio ritengono che il Governo non abbia violato alcun divieto. 

Decreto legge e disegno di legge a confronto

Oltre al decreto legge, al decreto legislativo, alla legge delega e ai DPCM, nel nostro ordinamento esiste anche il disegno di legge. Come stiamo per vedere, le differenze tra DL e disegno di legge sono marcate.

Il disegno di legge (abbreviato “ddl”) è previsto all’articolo 72 della Costituzione ed è un testo che racchiude la bozza per una legge futura. Il disegno di legge è un testo su un determinato argomento redatto in articoli e presentato in Parlamento al fine di stimolare l'iniziativa legislativa.

Di solito per identificarlo gli viene dato il nome del soggetto proponente, come nel caso del ddl Zan (dal nome del primo firmatario Alessandro Zan, depuatto del PD) per i diritti delle coppie omosessuali.

Chi può presentare un disegno di legge in Parlamento è stabilito sempre nel dettato costituzionale (si veda ancora una volta l'articolo 72):

  • deputati e senatori;
  • Governo;
  • almeno 500 mila elettori;
  • un Consiglio Regionale;
  • il CNEL cioè il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.

Tutti i disegni di legge depositati alla Camera dei deputati e in Senato vengono pubblicati sul sito internet www.senato.it e si possono leggere selezionando la sezione “Lavori del Senato” e poi “Leggi e documenti”.

Quanto dura un decreto legge

La durata del decreto legge, come abbiamo anticipato, non è illimitata. Anzi dipende dalla celerità del Parlamento nella conversione del testo in una legge vera e propria. 

La conversione deve avvenire entro e non oltre 60 giorni a partire dal momento in cui il DL è stato emanato e pubblicato in Gazzetta.

In caso contrario perderà efficacia con effetto retroattivo.

Quando un decreto legge non è convertito entro i tempi previsti si dice in gergo che “decade”. Per questo motivo spesso si sente parlare di decadenza dei decreti legge.

Quando entra in vigore un decreto legge 

Ciò che rende il decreto legge lo strumento più utilizzato nelle ipotesi di emergenza è il fatto che sia immediatamente efficace. Infatti entra in vigore dal giorno in cui è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (in alcune ipotesi dal giorno seguente).

La differenza con le leggi ordinarie è notevole perché per la loro entrata in vigore devono passare 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta.

Al suo interno il DL deve indicare:

  • le circostanze eccezionali e urgenti che ne giustificano l’adozione in alternativa alla legge ordinaria;
  • la clausola di presentazione alle Camere per la conversione del testo entro 60 giorni.

Se in sede di conversione al testo del decreto legge vengono aggiunte o eliminate delle parti, il Parlamento deve darne comunicazione. Le modifiche saranno pubblicate sui canali ufficiali ed entreranno in vigore dal giorno successivo a quello della conversione.

Di solito le modifiche al decreto legge si trovano in un allegato a parte rispetto al testo definitivo. Invece se il Parlamento rifiuta la conversione ne deve essere data comunicazione il prima possibile in Gazzetta Ufficiale. 

Decreto legge: le materie escluse

Teoricamente il decreto legge è ammesso soltanto in casi urgenti e situazioni di emergenza. Ma non è sempre così, anzi per ragioni di celerità negli ultimi anni il numero di DL è aumentato a dismisura, anche in assenza di una reale situazione emergenziale.

Infatti, anche prima della pandemia da Covid-19, il decreto legge veniva largamente utilizzato.

Per evitare che il Governo possa legiferare in ambiti particolarmente delicati, il Parlamento è intervenuto con una legge che limita le materie d'intervento dei decreti legge.

La lista delle materie in cui il Governo non può emanare decreti si trova all'artioclo 15 della legge n. 400 del 1988:

  • per il conferimento di deleghe legislative;
  • per rinnovare decreti di cui il Parlamento ha negato la conversione entro 60 giorni;
  • per ripristinare norme dichiarate illegittime con sentenza della Corte costituzionale.

Inoltre il Governo non può mai intervenire con decreti legge che riguardano elezioni e leggi elettorali, approvazione di bilanci e consuntivi e ratificare trattati internazionli. Riguardo a queste materie esiste una riserva di legge, vuol dire che soltanto il Parlamento ha la competenza per poter legiferare. 

Sempre l'articolo 15 della suddetta legge, al comma 3, prevede inoltre quanto segue:

 “I decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.”