Ecco come denunciare i furbetti del reddito di cittadinanza

Il tuo vicino di casa paga con la carte del reddito di cittadinanza, ma tutti i giorni si reca al lavoro?. Potrebbe trattarsi del caso di chi abbia un reddito baso e quindi tutto è in regola. Se invece lavora in nero sta commettendo un reato. Ecco come denunciarlo.

Image

Il reddito di cittadinanza continua ad essere un argomento di quelli che fanno discutere parecchio. In particolare quando ci troviamo di fronte a fatti di cronaca che portano alla luce i cosiddetti furbetti. Quelli che lo stanno incassando da mesi pur non avendone diritto. Uno dei casi che maggiormente infiammano l’opinione pubblica è quello di chi percepisce il sussidio e parallelamente ha un lavoro sommerso. Scopo di questa elargizione infatti è quella di aiutare chi è momentaneamente privo di redditi a superare il periodo difficile, per poi diventare autonomo. In realtà invece spesso questo è solo il modo per avere un aiutino da parte dello Stato e contemporaneamente continuare a lavorare senza pagare le tasse.

Chi magari vede il proprio vicino di casa, titolare di carta del reddito di cittadinanza che ogni mattina esce di casa per recarsi al lavoro, può fare qualcosa? Sì in effetti chi fosse a conoscenza di casi in cui il sussidio è percepito da persone che abbiano un reddito incompatibile con l’assegno può fare una denuncia anche in modo piuttosto semplice e pur dovendolo fare in forma palese, cioè dichiarando il proprio nome a chi riceve la denuncia, avrà poi la garanzia dell’anonimato.

Lavorare in nero e percepire il reddito di cittadinanza è un reato

Lavorare in nero mentre si percepisce il reddito di cittadinanza è un reato. Ce lo dice il decreto legge numero 4 del 2019 che ha istituito il beneficio.

Le sanzioni sono anche piuttosto pesanti. Comprendono la reclusione da due a sei anni, oltre alla revoca retroattiva del beneficio. Con questo termine si intende che tutte le somme che sono state versate dovranno essere restituite.

La restituzione è obbligatoria anche nel caso in cui il reo non abbia lavorato per tutto il periodo in cui ha percepito il reddito di cittadinanza. La ragione di questa severità sta nel fatto che è stato violato il rapporto di fiducia che dovrebbe intercorrere tra lo Stato e il percettore del diritto. Infine, ultima sanzione accessoria è quella che impedisce di chiedere il beneficio per i dieci anni successivi alla data di condanna.

Anche il lavoro grigio se associato al reddito di cittadinanza è un reato

Per lavoro nero si intende comunemente il lavoro sommerso, vale a dire il lavoro che non esiste ai fini fiscali e previdenziali. Quindi in sostanza non c’è un contratto di assunzione e nessuna comunicazione è stata inviata agli organi che si occupano di controllo del lavoro. Esiste però anche il lavoro di cui chi percepisce il reddito di cittadinanza potrebbe approfittare considerando il fatto che lavorare e avere il sussidio non è qualcosa di incompatibile, purché il reddito da lavoro rimanga sotto i limiti fissati dal decreto legge 4 del 2019. 

Questi limiti sono stabiliti in 6.000 euro annuali, moltiplicati per la scala di equivalenza, ma in ogni caso non superiori per tutta la famiglia a 9.360 euro.

Proprio la possibilità che uno o più familiari abbia un lavoro, anche se con entrate ridotte è la porta di ingresso del lavoro grigio. in questo caso chi percepisce il reddito di cittadinanza risulta si fini fiscali e previdenziali come un lavoratore a tutti gli effetti. Quello che non viene dichiarato sono le ore che effettivamente vengono prestate e lo stipendio che gli viene consegnato a fine mese. Sarà dichiarata solo la parte che gli consente di continuare a percepire il sussidio. Anche questo comportamento è un reato e prevede che sia sanzionato nello stesso modo in cui viene punito il lavoro nero.

Denuncia dei furbetti del reddito di cittadinanza all’ispettorato del lavoro

Chi fosse a conoscenza di un percettore del reddito di cittadinanza che lavora in nero lo può denunciare all’ispettorato del lavoro. Per farlo deve fare riferimento al modulo di denuncia reperibile sul sito, dove andranno indicati i dati identificati del datore di lavoro e della persona che si ritiene stia lavorando in nero. Dovranno inoltre essere sintetizzate le violazioni che sono in atto. In questo caso andrà specificato che il lavoro non sia regolare e che nello specifico a svolgerlo è un soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza.

Il modulo, o la lettera con cui si intende fare la denuncia potrà essere consegnato a mano al più vicino ufficio dell’ispettorato del lavoro, oppure inviato con raccomandata, o tramite PEC. 

Denuncia dei furbetti del reddito di cittadinanza in forma anonima

Chi non volesse esporsi può decidere di fare una denuncia anche in forma anonima. In questo caso, invece di utilizzare il modello dell’ispettorato del lavoro, può decidere di inviare una raccomandata all’ufficio competente di quella zona. Perché la denuncia venga presa in considerazione bisogna prestare particolare attenzione a quello che si scrive, così da renderla credibile e degna di considerazione.

L’ispettorato infatti in linea di massima non accetta denunce anonime a meno che emerga in modo certo che ci sia un abuso in corso. Quanto si dichiara quindi deve essere ben motivato e per quanto possibile suffragato da prove serie e circostanziate. Se possibile dovrebbero essere inviate delle prove, come per esempio foto che dimostrino che ci sia effettivamente un rapporto di lavoro in atto, anche se si tratta di attività sommersa.

L’anonimato, viene comunque garantito, anche a chi firmi la propria denuncia. I nomi di chi ha inviato il controllo infatti non saranno indicati nel verbale di accertamento che segue al primo controllo sul cantiere e nella fabbrica. Non saranno fatte indicazioni di questo tipo in nessun altro documento e nemmeno su richiesta degli interessati.

Evidentemente, ognuno si assume la responsabilità nel caso decida di fare delle segnalazioni pretestuose, al solo scopo di creare problemi al datore di lavoro e al titolare del reddito di cittadinanza. In quel caso, però probabilmente l’inconsistenza della segnalazione sarà individuata subito e non ci sarà alcuna ispezione.

Controlli da parte dell'INL sul lavoro di chi riceve il reddito di cittadinanza

Rientra nella normale attività dell’ispettorato del lavoro quello di fare dei controlli nelle fabbriche o sui cantieri. Questi controlli vengono fatti di propria iniziativa, oppure a seguito di segnalazione da parte degli stessi lavoratori, o anche di terzi.

Nel corso del controllo il datore di lavoro dovrà presentare la documentazione che dimostri di essere in regola e di non avere lavoratori in nero. A questo scopo saranno sentiti gli stessi lavoratori che si ritiene siano irregolari e i loro colleghi. Nel caso si individui una persona che abbia il reddito di cittadinanza saranno fatte le opportune segnalazioni anche all’INPS e alla autorità competenti che si occuperanno di iniziare il processo penale.

Denuncia dei furbetti del reddito di cittadinanza alla Gdf

Un’altra alternativa è quella di inviare una segnalazione ala guardia di finanza. In questo caso ci sono più possibilità per chi volesse fare una denuncia: la prima è quella di telefonare al numero 117, quello dedicato a qualsiasi tipo di denuncia e che è attivo tutti i giorni e 24 ore su 24. Un operatore del più vicino comando provinciale prenderà nota della denuncia e se del caso la trasmetterà a chi si occupa di fare i controlli.

In alternativa è possibile usare uno dei moduli di denuncia che si trovano sul sito ufficiale della guardia di finanza alla sezione documenti. Tra questi ce n’è anche uno dedicato alla denuncia del lavoro in nero, che potrà essere scaricato compilato e consegnato al più vicino comando. Infine possibile presentarsi al comando e fare la propria segnalazione a voce, che poi sarà verbalizzata dall’addetto.

Si possono fare denunce anonime alla Gdf per il reddito di cittadinanza?

La guardia di finanza non prevede la possibilità di fare denunce anonime. Tutte quelle che arrivano al numero 117 se non corredate da un nominativo non vengono prese in considerazione. Stessa cosa nel caso venga dato un nome falso. L’operatore che risponde infatti prima di inoltrare la denuncia contro un percettore del reddito di cittadinanza fa tutti i controlli necessari ad accertare l’identità di chi ha telefonato, evitando così che si spacci per qualcun altro. Ogni dato personale fornito, sarà comunque conservato secondo le norme sul rispetto della privacy e non ne sarà data diffusione.

Anche per quanto riguarda le denunce inviate con lettera, in linea di massima se anonime non possono essere utilizzate. La giurisprudenza della Corte di Cassazione, però ha stabilito con la sentenza 2450 del 1997 che

una denuncia anonima è di per sé inutilizzabile e non può entrare a fare parte degli atti processuali, ma può comunque servire come stimolo per iniziare una indagine.

A questo scopo però deve essere credibile. Inoltre chi si occupa delle indagini mentre potrà usare la denuncia come stimolo per fare delle verifiche non la potrà mai usare come base per chiedere delle restrizioni della libertà altrui. Vale a dire che non potrà servire come base per fare intercettazioni telefoniche, o per fare perquisizioni o sequestri di documenti.

In definitiva non c’è alcun obbligo da parte della guardia di finanza di dare seguito a una denuncia anonima, e anche nel caso si decida di farlo le azioni che possono essere fatte sono limitate dalla necessità di non ledere la libertà altrui. Nel nostro caso del datore di lavoro e del titolare del reddito di cittadinanza.

Calunnia per chi fa una falsa denuncia contro un percettore di Rdc

Denunciare sia in forma palese che anonima qualcuno è qualcosa di serio. Non è un mezzo utilizzabile per fare uno scherzo, o magari per creare qualche problema al vicino antipatico. Nel caso si appurasse che la denuncia sia falsa si potrebbe incorrere nella sanzione per simulazione di reato prevista all’articolo 367 del codice penale che

punisce con la sanzione della reclusione da uno a tre anni chiunque anche in forma anonima afferma falsamente che sia avvenuto un reato.

Altro reato possibile è quello di calunnia previsto sempre dal codice penale all’articolo 368. Con questa norma

si punisce chi denuncia altri di un reato, pur essendo a conoscenza del fatto che questa persona sia innocente, oppure simuli le tracce del reato inesistente. La sanzione è compresa tra i due e i sei anni. È anche prevista un’aggravante la cui valutazione è lasciata al giudice nel caso il reato di cui si accusi l’innocente preveda una pena superiore ai dieci anni.