Denunciati per diffamazione dopo una recensione negativa: ristoratore su tutte le furie

Una recensione falsa può essere una diffamazione? Ecco cosa è successo a due turisti dopo una recensione negativa.

L’art.21 della Costituzione conferisce a ognuno il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero.

Consci del diritto accordato, in molti abusano di questa facoltà, pensando di poter effettivamente parlare, commentare e giudicare senza alcun filtro ogni volta che lo desiderano.

Purtroppo per questi soggetti, la realtà è diversa. Il Codice penale, infatti, all’art. 595, punisce con il reato di diffamazione chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione.

Se il reato aveva senso di esistere in passato per proteggere l’onore e il buon nome delle persone, tanto più ne ha in un’epoca, come quella moderna, dove tramite web o social tutti possono dire la propria (contro tutto e tutti), raggiungendo un pubblico potenzialmente infinito.

Un ristoratore di Rimini, a seguito di una recensione negativa di un turista, che lo accusava, tra le altre cose, di non avergli reso lo scontrino fiscale, ha deciso di denunciarlo per diffamazione aggravata.

Ma cos’è la diffamazione aggravata? Il ristoratore è davvero nella posizione di denunciare?

Recensione negativa sul web: scatta la denuncia del ristoratore

Esasperando il detto per cui “il cliente ha sempre ragione”, un turista tedesco, dopo aver cenato con il figlio in un ristorante di Rimini, ha ben pensato di rilasciare una recensione a dir poco negativa sul profilo Google Business del locale.

Il cliente ha lamentato un servizio lento e scadente, e fin qui nessun problema. Se fatto con educazione, infatti, è sempre lecito manifestare le proprie rimostranze, soprattutto se si ritiene davvero di non aver avuto un giusto trattamento.

Nella sequela di doglianze, però, il turista ha affermato di non aver ricevuto lo scontrino fiscale, dando praticamente dell’evasore al ristoratore. Quest’ultimo, che probabilmente avrebbe accettato di buon grado le critiche al locale, non ha però gradito l’etichetta di evasore, e, sentendosi diffamato pubblicamente su una piattaforma usata da clienti e potenziali tali, ha deciso di denunciare il turista per diffamazione aggravata.

A detta del denunciante, la diffamazione risiede nel fatto di essere stato ingiustamente accusato di non aver prodotto lo scontrino fiscale. A proposito di ciò, ha affermato di poter dimostrare la falsità dell’accusa, dato che il turista avrebbe pagato con carta e non in contanti.

Proprio grazie al pagamento elettronico, il ristoratore potrà identificare con chiarezza il soggetto tramite i servizi bancari, dato che Google non è disposto a rilasciare i dati personali del recensore.

Cos’è la diffamazione aggravata e cosa si rischia

Come anticipato, il reato di diffamazione è punito all’art.595 del Codice penale, con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

Secondo la norma, si ha diffamazione quando, davanti a due o più persone, viene offesa l’altrui reputazione, spesso con frasi ingiuriose e false. Altro elemento del reato è l’impossibilità di difendersi prontamente da parte di chi riceve l’offesa.

Nel caso del ristoratore, però, la denuncia non ha riguardato la “semplice” diffamazione, ma quella in forma aggravata.

La differenza sta nel mezzo di comunicazione utilizzato per commettere il reato. Si parla di forma aggravata, infatti, nei casi in cui l’offesa viene perpetrata tramite stampa o altro mezzo di pubblicità. I social, o le piattaforme web come nel caso analizzato, rientrano dunque nella casistica della forma aggravata.

Il ristoratore ha quindi pieno diritto di denunciare. Sarà poi la macchina giudiziaria a stabilire la sussistenza o meno del reato. Si ricorda che la diffamazione aggravata è punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o con multa non inferiore a 516 euro.

Per chiudere, diritto di espressione non significa libertà di offendere o screditare gli altri, a maggior ragione se le recensioni sono false sono false. Per di più, si rischia grosso.

Chi ruggisce solo dietro a uno schermo è quindi avvisato, la protezione è più debole di quanto si creda.

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