Cos’è la diffida, come si scrive e che succede dopo

Scopri tutto ciò che riguarda la diffida: parleremo del suo funzionamento, di come scriverla, di cosa succede dopo averla inviata e molto altro ancora.

Forse avrai già sentito parlare della diffida e, probabilmente, sai anche che cosa significa in soldoni. Ma, in verità, ci sono mille sfaccettature di questo istituto giuridico che probabilmente ancora non conosci.

All’interno di questa breve guida, avrai il modo di andare a conoscere tutto ciò che riguarda la diffida. 

Specificatamente scoprirai come si deve comportare il diffidante, come bisogna procedere per la redazione e per l’invio di questa comunicazione scritta e quali sono le conseguenze e come deve rispondere il destinatario.

Che cos’è una lettera di diffida

Partiamo subito l’esposizione di questo breve articolo andando a parlare dell’argomento centrale di quest’ultimo, ovvero che cos’è una lettera di diffida.

Nello specifico quest’ultima è un particolare istituto giuridico con cui si invia ad un determinato soggetto, che vedremo più in avanti nel corso di questa guida, un invito formale a tenere un determinato comportamento, compiere un certo atto o pagamento oppure di astenersi dal tenere un determinato comportamento.

In sostanza serve a spingere un soggetto ad uniformarsi ai comportamenti dettati dalla legge come, ad esempio, abbassare il volume della musica nelle ore notturne, eseguire un pagamento e molto altro ancora.

Questo atto serve ad anticipare il fatto che, se il destinatario non dovesse adempiere, si prenderanno le vie legali. E allora dall’invito a tenere un certo comportamento si passerò alla causa vera e propria.

La cosa importante è che la diffida venga inviata in forma scritta, come prova di aver tentato di risolvere la controversi in maniera pacifica.

All’interno della lettera inviata all’altra parte biosgna inserire a chiare note le conseguenze che si potrebbero generare nel caso, il soggetto richiamato ad adempiere oppure a non adempiere a questo obbligo che gli viene comunicato, faccia, invece, il contrario di quanto gli viene proposto e raccomandato di fare.

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Come funziona

Una lettera di diffida è una comunicazione scritta e redatta in prima persona dal soggetto richiedente, oppure molto più di frequente dal suo avvocato, per comunicare, appunto, ad un altro soggetto di compiere oppure di non compiere una determinata azione.

Precisiamo che l’aiuto di un legale non è obbligatorio ma può essere molto utile a chi non è pratico o ha paura di scrivere in modo non corretto.

Questo invito formale non passa per il tribunale ma, al contrario, viene spedito direttamente all’indirizzo di residenza o domicilio della persona per richiedergli di tenere un determinato comportamento.

La diffida non produce i suoi effetti in maniera immediata, salvo alcune eccezioni e, dunque, in determinati casi che potrebbero venire a verificarsi, come, ad esempio, quando un determinato soggetto, il quale ha un contratto con un altro soggetto, non adempie alla propria prestazione, secondo le modalità e secondo quanto era stato precedentemente pattuito nell’accordo tra le parti.

Solitamente, per le diffide ad adempiere, il termine massimo, entro il quale viene richiesto di compiere una determinata azione, ed oltre il quale scatteranno le conseguenze prefissate per il soggetto inadempiente, risulta pari a 15 giorni.

Ma questo termine, come abbiamo accennato precedentemente, può essere ridotto in casi eccezionali: come quando un determinato soggetto si reca presso una concessionaria per acquistare un’auto nuova, paga per comprare il veicolo, ma ancora dopo molti giorni il concessionario non gli procura la nuova vettura che il cliente ha pagato.

In questo caso, colui che ha acquistato la nuova auto può procedere con l’invio di una lettera di diffida per richiedere che il concessionario esegua la prestazione dovuta in un periodo di tempo estremamente breve, dal momento che ne ha estremo bisogno.

E, terminato questo periodo, il cliente procederà all’acquisto di un altro veicolo.

Nella maggioranza dei casi – nei quali non si ha un bisogno impellente di veder soddisfatti i propri bisogni – il termine di 15 giorni, terminati i quali scatteranno le conseguenze negative per il soggetto inadempiente che non ha rispettato gli accordi, non è tassativo. Anzi si tratta di date indicative.

Che valore ha e qual è il suo scopo

Una lettera di diffida può avere 3 scopi ben precisi, diversi tra di loro, che riesce a raggiungere il soggetto che invia questa particolare comunicazione scritta.

In particolare, ecco quali sono questi scopi dell’atto giuridico in questione:

  • lo scopo principale di sollecitare un altro soggetto a compiere oppure a non compiere una determinata azione, entro un certo periodo di tempo, oltre il quale scatteranno le opportune conseguenze;
  • uno scopo secondario è quello di avere la possibilità concreta di dimostrare, eventualmente, al giudice all’interno di un tribunale, di aver comunicato in maniera chiara con il soggetto inadempiente e, quindi, questo invito formale serve per rimarcare la propria buona condotta e la mancata volontà, invece, dell’altro soggetto di eseguire le proprie prestazioni;
  • un ulteriore scopo è quello di interrompere il periodo relativo alla prescrizione e di farla ricominciare dal momento in cui il soggetto inadempiente abbia ricevuto la comunicazione scritta.

Quante tipologie di diffida esistono

Ecco quali sono le varie tipologie con cui si può manifestare questo particolare istituto giuridico:

  • in un obbligo di dare, nel quale si richiede di consegnare qualcosa;
  • in un obbligo di fare, nel quale si richiede di adempiere a qualcosa oppure di comportarsi in un determinato modo;
  • in un obbligo di non fare, nel quale si richiede di astenersi dal comportarsi in un determinato modo.

L’obbligo di dare si divide, a sua volta, in due ulteriori sotto categorie, ovvero:

  • l’obbligo di consegnare;
  • l’obbligo di trasferire.

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Chi può fare una diffida

Questo particolare invito formale può essere redatto ed inviato da:

  • un soggetto privato;
  • un professionista;
  • un’impresa;
  • una società;
  • un ente pubblico;
  • un avvocato, per conto dei soggetti elencati precedentemente.

Ma dove è che si invia questo particolare atto giuridico? Nello specifico, questo atto giuridico non deve essere inviato presso un tribunale, ma rimane all’interno di un contesto privato e deve essere spedito direttamente al soggetto al quale questa comunicazione scritta è diretta, oppure ad un suo rappresentante legale.

Quanto costa una lettera di diffida dell’avvocato

Passiamo adesso ad evidenziare qual è il costo che bisogna sostenere per redigere e per inviare una lettera di diffida, servendosi di un avvocato.

Solitamente il costo medio per redigere questa comunicazione scritta e per spedire un invito formale si aggira all’incirca intorno ad una cifra compresa tra i 100 euro ed i 300 euro.

Ma, se vuoi avere delle notizie certe e non affidarti a delle stime di prezzo, ti consiglio di chiamare più avvocati professionisti e di richiedere direttamente a loro un preventivo, contenente le spese che si andranno a sostenere per questo particolare atto giuridico.

C’è da dire, però che queste somme dovute all’avvocato non saranno sempre pagate da colui che si fa aiutare nella redazione di questo invito formale, ma, molto spesso, vengono sommate ai soldi che già deve il debitore che viene sollecitato ad eseguire le proprie prestazioni e, dunque, ad effettuare il pagamento di quanto dovuto, compresi i costi della comunicazione scritta.

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Come scriverla

Se non ci si vuole affidare ad un avvocato, allora si può procedere a scrivere autonomamente questo invito formale. Ma come bisogna scriverlo?

Ecco quali sono le informazioni che deve necessariamente contenere questa comunicazione scritta:

  • la data;
  • il luogo;
  • i dati del diffidante;
  • l’oggetto della lettera di diffida;
  • le motivazioni;
  • la richiesta di dare, di fare o di non fare nei confronti del destinatario;
  • il termine entro il quale bisogna adempiere;
  • l’intenzione di avanzare una causa legale, una volta che sia decorso questo termine;
  • la firma.

Come inviarla

Una volta che si è provveduto alla redazione di questo invito formale, quest’ultimo potrà essere spedito al destinatario, attraverso una delle seguenti modalità:

  • utilizzando una raccomandata con ricevuta di ritorno;
  • utilizzando la posta elettronica certificata;
  • utilizzando altri strumenti di comunicazione simili (una telefonata non va bene).

Quanto dura una diffida

La legge stabilisce che il termine entro il quale il destinatario di questa comunicazione scritta deve adempiere è pari a 15 giorni, terminati i quali scatteranno le conseguenze per il destinatario.

Questo termine, ovviamente, potrà essere superiore, però potrà essere anche inferiore, ma solamente se:

  • viene stabilito tra le parti;
  • risulti congruo secondo gli usi o la natura del contratto.

Quali sono le sue conseguenze

All’interno della comunicazione scritta che viene inviata al destinatario c’è scritta la volontà di procedere per vie legali nel caso in cui quest’ultimo non adempia ai suoi obblighi.

Ma, in realtà, questo atto giuridico non produce questi effetti in maniera automatica.

Ciò vuol dire che, al termine dei 15 giorni, non scatterà direttamente la causa legale tra il diffidante ed il soggetto inadempiente, ma, è pur vero che, quest’ultimo potrà essere chiamato in tribunale anche senza diffida.

In sostanza, dunque, questo invito formale porta ad un termine di tempo, entro il quale il destinatario ha la possibilità di adempiere e terminato il quale potrebbe scattare una causa legale richiesta dal diffidante, il quale, a quel punto, potrebbe avere tutte le ragioni.

Come rispondere ad una lettera di diffida dell’avvocato

Quando si riceve un invito formale di questo tipo da un avvocato non è obbligatorio rispondere, ma potrebbe portare comunque dei vantaggi. Ecco come rispondere:

  • conviene far rispondere, servendosi di un avvocato;
  • conviene rispondere entro il termine stabilito all’interno della lettera;
  • bisogna contestare le affermazioni del diffidante;
  • meglio concludere con l’affermazione di stile “Pertanto, nulla vi è dovuto”.
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