Diritti TV Calcio, Dazn affossa TIM! CVC vicina alla Serie A

TIM è al collasso a causa del fallimentare investimento nei Diritti TV di Calcio. Con Dazn che perde mezzo milione di abbonati in Serie A.

Il 2022 è iniziato da poco e i diritti TV della Serie A del campionato di calcio tornano in scena e al centro delle polemiche, con una serie di notizie.

Prima di tutto la crisi della TIM e i conti in rosso dell’azienda sono ormai su tutti i principali quotidiani nazionali, situazione questa che è da imputarsi in gran parte proprio alla partnership con Dazn e al flop che è stato l’investimento nei diritti TV del campionato di Serie A di calcio. Per TIM, che da tempo ha in progetto una rinegoziazione dell’accordo, i guadagni giunti dall’investimento calcio non sono neanche vicini a quelli sperati. 

Certo, in questa situazione i problemi di Dazn legati ai disservizi dello streaming, che ha portato peraltro nel 2021 alla perdita di mezzo milione di abbonati rispetto a quando era Sky a detenere i diritti TV del calcio italiano, hanno inevitabilmente avuto il loro peso.

A questo scopo, ben prima delle dimissioni di Luigi Gubitosi, la TIM era intenzionata a rinegoziare la partnership con Dazn, riducendo la sua quota di partecipazione o rescindendo il contratto, visto che l’investimento non si era rivelato all’altezza.

E mentre i rapporti tra TIM e Dazn si incrinano, ricordiamoci che sul problema dei disservizi della diretta streaming del campionato vigilano gli organi parlamentari, con un ultimatum che veniva proprio dal Ministero dello Sviluppo.

Intanto, arrivano indiscrezioni sul fondo privato CVC che avrebbe in ballo due progetti di investimento in Italia: l’acquisizione di TIM e dei diritti TV della Serie A di calcio.

Se il fondo vorrebbe subentrare una volta scaduto il contratto tra Dazn e Lega Serie A, che blinda i diritti TV fino alla stagione 2023-2024, come concorrenti ci sono anche Sky ed Amazon Prime Video. Con Sky che non ha intenzione di aspettare la prossima asta e mira a subentrare nella stagione in corso, acquistando da Dazn la sub-licenza dei diritti TV della Serie A.

Sky, da tempo, cerca di sottrarre a Dazn parte dei diritti TV di Serie A, accusando la partnership con TIM e i continui disservizi dello streaming. I nuovi problemi tra Tim e Dazn, insieme ai dati sul numero di abbonamenti persi da quest’ultima, potrebbero di nuovo spingere in questo senso e vedere per Sky riaperta la possibilità di mettere le mani sui diritti della Serie A, stagione 2021-2022.

CVC punta a rimpiazzare Dazn e acquisire i Diritti TV della Serie A di Calcio

Una notizia riportata qualche settimana fa da Calcio e Finanza tira in ballo un nuovo concorrente per l’acquisizione dei diritti TV della Serie A di calcio, cioè il fondo di private equity CVC Capital Partners. CVC nel 2016 aveva rilevato la SISAL al costo di 1 miliardo di euro e l’ha rivenduta alla Flutter Entertainment nel 2021 per quasi il doppio del prezzo,1,913 miliardi di euro per l’esattezza,

Contemporaneamente abbiamo assistito alla fusione della SISAL Pay scorporata, con Banca 5 (Intesa Sanpaolo), trasformatesi in Mooney, a sua volta rilevata da Enel nel 2021 per la cifra di 1,5 miliardi. Quindi il fondo CVC si è portato a casa l’anno scorso in questi affari italiani ben 3,4 miliardi euro.

Stando alle notizie, adesso il fondo CVC punta a continuare i suoi investimenti in Italia e le sue mire sono proprio rivolte ai diritti TV del campionato di calcio di Serie A.

In particolare pare che il fondo sia particolarmente interessato all’acquisizione di TIM e che vi sia un intero dossier sulla Serie A, con un investimento a lungo termine per accaparrarsi i diritti TV dopo la fine del contratto con Dazn.

In ogni caso, i diritti TV della serie A sono blindati per un triennio, fino alla stagione 2023/2024, poiché l’asta conclusa da Dazn le assegna l’esclusiva per la diretta di ben tre stagioni.

TIM al collasso per colpa dei Diritti TV di Calcio e della Lega Serie 

L’ingresso in gioco del fondo CVC alimenta quella che è già una lotta fatta di molti concorrenti, poiché l’assegnazione dei diritti TV del campionato di calcio della Serie A a Dazn è stata cosa piuttosto controversa.

In ballo non solo Sky, che ha provato più volte a riacapacarrarsi i diritti TV tirando in ballo prima violazioni nell’accordo tra Dazn e TIM e poi le continue interruzioni della diretta streaming.

A questi concorrenti pare abbia intenzione di aggiungersi Amazon, che nella prossima asta spera di acquisire anche la esclusiva, almeno di alcuni incontri di Serie A, dopo che per gli utenti italiani la piattaforma ha da quest’anno messo a disposizione parte della UEFA Champions League.

Tornando alla tanto discussa partnership tra TIM e Dazn pare che essa sia giunta al capolinea, complici i mancati guadagni previsti e mai ottenuti da TIM dall’affare diritti TV di calcio.

Molti lettori ricorderanno qualche giorno fal’articolo del Fatto Quotidiano che alludeva proprio al flop che l’investimento diritti TV di calcio ha rappresentato per TIM, Sky e Mediaset.

La situazione in casa TIM non è delle migliori, con le recenti dimissioni di Gubitosi e i conti in rosso della società, una situazione che secondo il quotidiano avrebbe causato la Lega Serie A, complice di questa crisi, perché vende i diritti TV ad un prezzo più alto di quello che il reale valore della campionato al momento.

In casa TIM la questione era stata sollevata già da tempo, agli inizi dicembre, quando le prime indiscrezione davano il contratto tra TIM e Dazn in fase di rinegoziazione, con la prima che chiedeva uno sconto sulla somma annuale da pagare, proprio perché l’investimento Serie A si era rivelato un flop per il bilancio dell’azienda.

Dazn vs TIM e si riapre per Sky la possibilità dei diritti TV di Serie A in sub-licenza

Nella crisi attuale di TIM la Lega Serie ha il suo peso, ma anche Dazn ha contribuito non poco, perché i continui disservizi, l’ultimo dei quali risale alla scorsa giornata di campionato, hanno avuto l’effetto di far registrare un brusco calo di abbonamenti, con una perdita di mezzo milione rispetto al numero degli abbonati, quando l’esclusiva dei diritti TV apparteneva a Sky e godeva dell’affidabilità via satellite.

Sui problemi di Dazn vigila infatti il Parlamento e il Ministero dello Sviluppo Economico, il quale ha il potere di obbligare Dazn ad una sub-licenza nel caso i problemi non fossero risolti.

Dunque, se i pretendenti per la prossima asta dei diritti TV sono molti, potremmo vedere però un cambio di scenario prima del previsto.

Soprattutto ora che la rottura con TIM pone Dazn in una posizione ancora più debole, con Sky invece, che dopo aver perso la SuperLega, preme in tutti modi per accaparrarsi la sub-licenza della Serie A e che può offrire l’affidabilità del satellite.

Una spiegazione tecnica dei disservizi di Dazn legati alla diretta streaming della Serie A è offerta da Stefano Bolis:

  

Come funziona la Legge Melandri e come sono divisi i proventi dei diritti audiovisivi della Serie A di calcio?

Certo, le responsabilità della Lega nell’affare TIM sono innegabili anche perché deve considerarsi che i diritti TV rappresentano, insieme a sponsor, merchandising e biglietteria, una delle principali fonti di guadagno delle società calcistiche di Serie A e Serie B, soprattutto in Italia.

Ogni paese regolamenta in modo diverso la vendita dei diritti TV di calcio, ma in Italia la situazione è complessa e in questo senso una svolta è stata rappresentata dal momento in cui la Lega Calcio, che allora rappresentava prima e seconda serie, scelse di privatizzare i diritti TV sottraendoli alla televisione pubblica.

Nel corso degli anni la legge dei diritti audiovisivi è cambiata molto, al momento, come delibera la Legge Melandri, la Lega Serie A detiene la proprietà dei diritti TV di tutti i match, con la possibilità di venderli al miglior offerente, ma con l’obbligo di non cedere ad una sola e emittente l’esclusiva di tutti gli incontri.

Il che ha portato, per questa stagione e le prossime due, i diritti TV di  7 su 10 incontri della giornata di campionato di Serie A nelle esclusive mani di Dazn e gli altri 3 in co-esclusiva, cioè condivisi con Sky.

La Legge Melandri non regolamenta solo la vendita dei diritti TV di Serie A, ma anche come devono essere divisi i profitti provenienti da questi tra le diverse società calcistiche che partecipano al campionato. La legge in via generica delibera che almeno il 40% dei proventi sia diviso in parti eguali tra i partecipanti, mentre una diversa percentuale sia assegnata in base allo share ed i risultati sportivi.

Il totale dei profitti derivanti dalla vendita dei diritti TV della Serie A di Calcio viene perciò così sia ripartito:

  • 50% diviso in quote uguali tra tutte le squadre;
  • 28%  diviso in base ai meriti sportivi;
  • 22%  diviso in base al radicamento sociale.

Quanto guadagnano le singole squadre di calcio dai diritti TV del campionato di Serie A

Nel dettaglio da questo sistema la società di Serie A che ha ottenuto il maggior profitto dai diritti TV nella stagione 2020-2021 è l’Inter, vincitrice dello scudetto, seguita da Juventus e Milan.

Nell’ultimo triennio alla Lega Serie A sono venuti profitti dalla vendita complessiva dei diritti TV per 1,3 miliardi di eurolordi all’anno, cioè 1,068 miliardi al netto delle spese. Il 50% di questo totale, 534 milioni di euro, è stato diviso in parti uguali tra le società calcistiche, cioè ben 26,7 milioni a squadra.

A questi si aggiungono le percentuali dei profitti provenienti dal radicamento sociale, per cui la Juve nella stagione scorsa ha percepito 16,6 milioni di euro, e quelli per meriti sportivi, dove al primo posto c’è l’Inter con 20 milioni di euro.

In totale, per la scorsa stagione del campionato di Serie A 2020/2021 ciascuna squadra ha ricevuto questo importo complessivo come proventi in diritti TV: Inter 65 milioni di euro; Juventus 62,7 milioni; Milan 57,8 milioni; Napoli 54,9 milioni; Atalanta 54,6 milioni; Roma 49,7 milioni; Lazio 48,3 milioni; Sampdoria 40,4 milioni; Sassuolo 40,2 milioni; Fiorentina 39,7 milioni; Bologna 37,6 milioni; Hella Verona 37,1 milioni; Genoa 36,8 milioni; Torino 36,7 milioni; Udinese 35,8 milioni; Cagliari 34,1 milioni; Parma 31,6 milioni; Spezia 31,5 milioni; Benevento 30,3 milioni; Crotone 29,5 milioni.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
778FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate