Divieto di sosta: i casi che ti costano più di 600 euro di multa

Che cosa si intende per divieto di sosta e di fermata, quando si applica, quali sono le sanzioni se non si rispettano i posti destinati a mamme e disabili

Le auto in circolazione sono sempre di più e invece i posti dove parcheggiare sembra che diventino sempre di meno. Cartelli di divieto di sosta spuntano come funghi e i pochi spazi dove i veicoli possono essere lasciati senza pagare, spesso sono sormontati da un carello che li riserva a categoria particolari di utenti.

Con l’entrata in vigore delle modifiche al codice della strada, approvate lo scorso novembre, ma applicabili a partire dal primo gennaio del 2022 le cose per gli automobilisti sono diventate ancora più complicate. Sono tre i nuovi divieti di posteggio che i comuni possono decidere di distribuire sui territori di lo competenza.

A ogni violazione, poi corrisponde una sanzione commisurata alla gravità dell’infrazione commessa, che nel caso non si siano rispettati i posteggi appositamente segnalati per i disabili supera anche i 600 euro.

Allora è più che mai importante fare attenzione prima di togliere le chiavi dal proprio veicolo e andarsene e ancora prima, meglio informarsi su quali sono le novità e sul modo in cui sono segnalate.

Divieto di sosta cos’è

Troviamo una definizione di sosta all’articolo 157 del codice della strada, che lo definisce come

l’interruzione della marcia del veicolo con la possibilità anche che gli occupanti si allontanino.

Questo articolo ci dice che per parlare di sosta l’auto o qualsiasi altro veicolo si deve fermare, ma anche che lo deve fare per un periodo non breve, eventualmente è possibile che venga lasciato incustodito.

Sono diversi da questo caso l’arresto che è l’interruzione di marcia dovuta alle esigenze della circolazione. Qui parliamo dei casi in cui in strada dobbiamo frenare a causa di un semaforo rosso, par dare la precedenza, lasciare passare i pedoni o perché c’è un ostacolo in strada. In questa ipotesi non spegniamo in genere il motore e non ci allontaniamo.

La fermata invece si verifica se la marcia viene interrotta per un periodo breve per fare salire o scendere un passeggero o per altre esigenze che il codice definisce di brevissima durata.

Perché ci si trovi in questo caso il conducente non può scendere dal mezzo e deve essere pronto a riprendere subito la marcia, evitando anche di costituire un intralcio per la circolazione.

Queste differenze sono di particolare importanza, perché spesso è consentita la fermata ma non la sosta e questo potrebbe fare la differenza tra un invito ad affrettarsi da parte dell’ausiliario del traffico e una bella multa.

Divieto di sosta è per definizione il luogo dove non è possibile lasciare il proprio veicolo scendendo dal mezzo.

Come è segnalato il divieto di sosta

Il divieto di sosta è segnalato da un cartello di forma circolare, con fondo blu sul quale c’è una banda rossa trasversale. Su quello di fermata ci sono due bande che si incrociano.

Non tutti i casi in cui non è possibile parcheggiare, però sono segnalati da un cartello, spesso ci si deve attenere alle regole generali fissate dal codice della strada.

Innanzitutto, la legge dice che la regola è che se non ci sono indicazioni diverse il veicolo deve essere lasciato il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, rivolto verso il senso di marcia ed essere parallelo alla strada.

Se non ci fosse un marciapiede rialzato come regola deve essere lasciato uno spazio di almeno un metro per il passaggio dei pedoni. Infine il motore deve essere spento anche se il guidatore è a bordo. In ogni caso si deve avere cura di lasciare uno spazio sufficiente al transito di veicoli, in sostanza non si deve mai costituire un intralcio al traffico.

Nel caso ci sia una segnaletica, dovrà essere rispettata quella sia per quanto riguarda il posizionamento del mezzo, che dovrà stare dentro e non a cavallo delle righe disegnate sull’asfalto. Sia per quanto riguarda le indicazioni sui cartelli, queste possono riservare gli spazi a categorie specifiche o limitare gli orari di sosta.

Quando la sosta e la fermata sono sempre vietate

Vi sono poi delle ipotesi in cui vista la pericolosità della situazione che si verrebbe a creare il divieto di sosta e anche quello di fermata sono sempre in vigore ed è responsabilità di ogni conducente esserne a conoscenza.

Questi casi son inseriti in un lungo elenco contenuto nell’articolo 158 del codice della strada e per la maggior parte dei casi costituiscono delle regole dettate dal buon senso, che ogni conducente dovrebbe seguire senza bisogno di imposizioni e di multe.

Tra queste rientrano il divieto di fermarsi vicino ai passaggi a livello, sui binari o comunque così vicino da creare problemi ai mezzi che vi transitano sopra. Nelle gallerie, sotto i portici i cavalcavia salvo che sia espressamente consentito, in modo da occultare segnali stradali vicino agli incroci o alle intersezioni di strade. 

Vietato lasciare l’auto anche sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, sugli sbocchi delle stesse o sui passaggi di intersezione dedicati a ciclisti e pedoni. Divieto di chiudere i passi carrabili, di impedire a un altro mezzo regolarmente posteggiato di andarsene, o di fermarsi in seconda fila, con l’unica eccezione per i mezzi a due ruote.

Non consentito neppure fermarsi anche gli spazi riservati ai servizi di emergenza, le corsie destinate solo ai mezzi pubblici, le aree pedonali, con eccezione per gli autorizzati, davanti ai cassonetti per i rifiuti e solo per le ore di servizio ai distributori di benzina posizionati a bordo strada.

Nuovi divieti di sosta dal 2022

Oltre a tutta la serie di divieti, già previste da tempo, a partire dal primo gennaio 2022 l’articolo 158 è stato integrato con l’aggiunta di altre ipotesi corredate da relativa sanzione per i trasgressori sugli spazi espressamente riservati a autobus filobus, trasporto scolastico e se questi spazi non siano espressamente segnalati, a meno di 15 metri dal segnale che indica la fermata del mezzo.

In questo caso il divieto vige sempre anche se non è stato espressamente installato un cartello col divieto: è sufficiente e necessario che ci sia la segnalazione che in quel luogo deve fermarsi per svolgere il proprio servizio di carico e scarico dei passeggeri uno dei mezzi sopra menzionati.

Divieto inoltre di occupare gli spalli destinati alla ricarica delle auto elettriche. In questo caso il divieto di sosta è assoluto per chi abbia un mezzo a diversa alimentazione, che evidentemente non ha ragione di fermarsi in quel posto.

Ma vige anche per chi usi un mezzo elettrico, che vi si può trattenere solo per il tempo strettamente necessario alla ricarica. La multa scatta per tutti i mezzi che non facciano nessuna ricarica e anche per quelli che continuano a trattenersi nello stallo oltre un’ora dopo avere completato l’operazione.

Altro divieto deriva dalla possibilità concessa ai sindaci di destinare alcuni parcheggi alle donne in gravidanza e ai genitori di bambini piccoli. Questi spazi che dovranno essere segnalati in modo chiaro potranno essere fruiti solo da donne incinte o da chi abbia un bambino di età inferiore di due anni, dotato di un permesso rosa.

Anche chi abbia il permesso potrà usufruire di questi spazi solo se il bambino sia a bordo, sia stato appena accompagnato da qualche parte o debba essere prelevato entro breve. Escluso che il tagliandino rosa possa essere prestato a persone diverse dai genitori del bambino, anche se in quel momento se ne stanno occupando.

Divieto di sosta nei posti dei disabili

Sono stati confermati anche tutti i divieti di sosta sui posti riservati ai disabili. Il divieto è quello assoluto di fermarsi, di sostate oppure di impedire in qualche modo l’accesso a tutti i parcheggi, che con cartelli o segnaletica orizzontale siano evidentemente destinati a chi sia disabile.

Questi soggetti lo potranno fare senza conseguenze solo esponendo l’apposito contrassegno rilasciato dal comune, che certifichi il loro diritto. Nel caso tutti i posti destinati a questa categoria di automobilisti siano occupati potranno in alternativa lasciare il proprio veicolo sulle strisce blu, senza dovere pagare il parcheggio. Anche il quel caso il contrassegno dovrà essere visibile.

Dove inizia e dove finisce il divieto di sosta

Ma esattamente dove inizia e dove finisce il divieto di sosta nel caso in cui non ci siano delle indicazioni che oltre ogni dubbio ce lo chiariscono? Partiamo dagli orari in cui deve essere applicato. Se il cartello espressamente non specifica che valga per tutte le 24 ore, la regola è che nei centri abitati sia valido dalle 8 alle 20. 

Il divieto finisce dopo ogni incrocio e eventualmente, se presente, dopo il cartello con scritto Fine. Inizia dal punto in cui si trova il cartello andando verso la direzione del senso di marcia.

Come è sanzionato il divieto di sosta

Veniamo ora al punto dolente: quali sono le sanzioni previste per chi sia beccato dal vigile o dalla polizia stradale in divieto di sosta. Il codice della strada all’articolo 158 ci fa una lista delle possibili violazioni con le relative sanzioni. 

Le sanzioni previste vanno da un minimo di 25 fino a un massimo di 168 euro per i ciclomotori e gli altri mezzi a due ruote e da 42 fino a 344 euro per gli altri mezzi.

La scelta è stata quella di punire in modo diverso la gravità della violazione commessa di considerare più grave l’illecito commesso da chi guidi un mezzo più ingombrante che quindi crea maggiori disagi alla circolazione e comunque di lasciare all’ufficiale accertatore una certa libertà di valutare caso per caso.

Da tenere conto, poi che per chi lasciasse per un lungo periodo il proprio mezzo in un posto non autorizzato, la sanzione lievita di parecchio. Le cifre elencate sopra infatti sono applicabili per ogni giorno in cui la violazione si protrae.

La riforma del 9 novembre del 2021 numero 156 ha deciso

di orientarsi verso una particolare severità contro chi occupi i posti riservati ai disabili. In questo caso la sanzione andrà da un minimo di 172 fino a un massimo di 672 euro, al quale deve essere aggiunta una decurtazione di quattro punti della patente.

Salgono a sei i punti tolti per chi utilizzi un contrassegno non valido, o alterato. Per esempio quello avuto in prestito da qualcun altro, una fotocopia, oppure un documento scaduto o contraffatto.

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