L’IMU non pagata dopo quanti anni va in prescrizione?

L'imposta municipale propria se non pagata va in prescrizione. Ma dopo quanti anni? E come funziona il calcolo dell'IMU? Utili risposte a queste domande nell'articolo.

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La prescrizione dell’IMU elimina le conseguenze del mancato pagamento al Comune senza ripercussioni legali o tributarie.

Quanti anni devono passare? A partire da quando si iniziano a calcolare i termini prescrizionali? Sono questi i quesiti principali dei tanti proprietari di immobili.

Normalmente per i tributi locali, di cui l'IMU fa parte, la prescrizione ha tempi più celeri.

Prima che l’IMU si prescriva definitivamente, il Comune può inviare l’avviso di accertamento e pretendere le somme evase. Approfondiamo scadenze e procedure che seguono il mancato pagamento dell'imposta.

Una tassa locale sugli immobili e non solo. Ecco cos’è l’IMU e quando va pagata:

Prima si chiamava ICI, dal 2012 è stata sostituita dall'IMU, ovvero l'imposta municipale unica o propria. Si tratta di una tassa locale da versare al Comune relativa al possedimento di immobili, terreni agricoli e aree fabbricabili.

Il pagamento dell'IMU ha qualche eccezione, difatti sono escluse le "prime case" a meno che queste appartengano agli immobili di lusso, cioè di categorie catastali A/1, A/8 e A/9.

Se il contribuente lo preferisce, il versamento può essere rateizzato in due tranche, precisamente:

  • l’acconto entro il 16 giugno di ogni anno;

  • il saldo entro il 16 dicembre di ogni anno.

Invece chi effettua un unico pagamento deve farlo entro il 16 giugno. 

Stabilire con precisione l'importo esatto dell’IMU non è facile perché il calcolo funziona in base a tre indicatori: la rendita catastale, il coefficiente dell’immobile e un'aliquota variabile da Comune a Comune.  

Invece, per le abitazioni principali di lusso, l'aliquota è fissa al 4% a prescindere dal luogo di ubicazione.

Che succede se non si paga l’IMU?

La conseguenza per chi non versa quanto dovuto entro i termini previsti dalla legge è l’avviso di accertamento esecutivo, cioè la notifica di una cartella di pagamento in cui il Comune intima il recupero della somma evasa. 

La notizia avviene a mezzo raccomandata postale all’indirizzo di residenza del contribuente.

A questo punto può essere utile verificare la data esatta dell'invio della cartella, ai fini del calcolo della prescrizione. Per farlo basta seguire i passaggi seguenti:

  • accedere al sito di Poste Italiane;

  • cliccare su "spedizioni- posta raccomandata";

  • inserire il numero identificativo della raccomandata indicato sulla busta.

Se il contribuente decide di effettuare il versamento entro 60 giorni dalla ricezione della cartella il procedimento si chiude definitivamente. Altrimenti se sceglie di non pagare l’imposta può:

  • presentare un ricorso, in tal caso però deve provare l’illegittimità della richiesta (ad esempio la presenza di un errore formale);

  • non pagare e attendere l’accertamento successivo o la prescrizione dell’IMU.

Termini e scadenze dell'imposta municipale nel video di Emanuele Mugnaini.

Quando va in prescrizione l’IMU

5 anni è il termine previsto dalla legge per la prescrizione dell’IMU. I tributi locali (TARI, TOSAP, TASI..), infatti, godono della prescrizione breve a prescindere dall’anno a cui si riferiscono. 

Il governo ha ammesso una proroga del termine durante l'emergenza sanitaria da Covid-19, ormai terminata. In particolare i decreti Rilancio e Sostegni hanno esteso la prescrizione per i tributi in scadenza nel 2020 fino al 26 marzo 2021.

Ad oggi è tornata in vigore la prescrizione ordinaria di 5 anni, sia in riferimento all'imposta municipale propria che ad altre imposte. 

Come si calcola la prescrizione e da quando inizia a decorrere

Come tutti i tributi locali, anche l’imposta municipale si prescrive in 5 anni. Tuttavia calcolare la prescrizione non è così semplice come si possa pensare. 

Il motivo è che il termine di prescrizione inizia a decorrere da capo ogni volta che il cittadino riceve un nuovo avviso di accertamento. Di conseguenza i 5 anni possono diventare 6, 7 o 8 a seconda del numero di volte in cui il Comune richiede il versamento del tributo.

Tuttavia le cartelle esattoriali, come l’IMU stessa, si prescrivono in 5 anni. E quindi se il Comune non invia un sollecito entro questo termine non potrà più pretendere il pagamento. 

Facciamo un esempio pratico: se non hai pagato l'IMU relativa all'anno 2012 il Comune deve inviare la cartella di pagamento entro e non oltre il 2017. Soltanto dopo il suo ricevimento inizia a decorrere la prescrizione quinquennale. Significa che il termine ultimo è il 2022, cioè 5 anni dopo la notifica della cartella. 

Si può pagare l’IMU in ritardo? Sì, con il ravvedimento operoso

Per chi non ha rispettato la scadenza per versamento - 16 giugno e 16 dicembre - non è detta l’ultima parola.

Infatti è ancora possibile evitare l'accertamento del Comune avvalendosi del “ravvedimento operoso”.

In altre parole si può ancora versare l'IMU pagando qualcosina in più per ogni giorno di ritardo:

  • lo 0,1%  se il pagamento avviene entro 14 giorni;

  • l’1,5% quando il ravvedimento operoso avviene tra il 15° e il 30° giorno successivi alla scadenza indicata dalla legge; 

  • l’1,67% se si paga entro il 30° e il 90° giorno;

  • il 3,75% dal 90° fino ad un anno di ritardo rispetto alla data di scadenza;

  • il 4,29% per i versamenti entro i 2 anni;

  • il 5% per ogni giorno di ritardo oltre i 2 anni.

Oltre alla maggiorazione, il contribuente che ha omesso l'IMU deve sborsare gli interessi legali maturati secondo quanto previsto dal decreto 310/2020 e cioè lo 0,01% per ogni giorno di ritardo.

Per procedere al ravvedimento operoso le modalità sono le stesse del versamento dell'imposta entro i termini: tramite F24 o bollettino postale in cui indicare il codice tributo e l’imposta a cui aggiungere gli interessi e la sanzione, calcolate con le percentuali di cui sopra. 

Attenzione, nel modello o nel bollettino deve essere barrata la casella relativa al “ravvedimento operoso”.