Eutanasia: come funziona in Italia e in quali Paesi si può praticare

Cosa significa eutanasia e in quali Paesi è possibile praticarla? Scopri come funziona questa pratica e quanto costa.

In Italia da diversi anni ormai è accesso il dibattito sulla possibile legalizzazione dell’eutanasia, come avviene in altri Paesi, ad esempio in Svizzera. Diversi casi di cronaca hanno mostrato come personaggi famosi e non sono stati costretti a ricorrere alla “dolce morte” in altri Stati, poiché la burocrazia italiana è arretrata su questo punto di vista.

Ecco una panoramica completa di come l’eutanasia viene affrontata in Europa e non solo, dove si può praticare, quale farmaco viene somministrato al paziente e quali sono i costi previsti.

Italia ancora lontana dall’eutanasia legale, ecco i Paesi dove si può fare

La questione sulla legalizzazione dell’eutanasia è complessa e articolata poiché il lato burocratico si mescola con la questione etica e religiosa. In Italia, nonostante gli sforzi e le proposte, ci sono ancora molti step da raggiungere prima di arrivare alla legalizzazione. Ma altrove non funziona così; ecco quali sono i Paesi europei che hanno ammesso questa particolare procedura:

  • I Paesi Bassi, a partire dall’anno 2002 hanno introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia attiva;

  • Il Belgio, a partire dall’anno 2003 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia attiva;

  • Il Lussemburgo, a partire dall’anno 2009 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia attiva;

  • La Spagna, a partire dall’anno 2021 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia attiva;

  • La Francia, a partire dall’anno 2005 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia passiva;

  • La Svezia, a partire dall’anno 2010 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia passiva;

  • La Finlandia, a partire dall’anno 2012 ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia passiva;

  • Il Regno Unito, a partire dall’anno 2021 ha introdotto all’interno dei propri Paesi l’eutanasia passiva;

  • La Svizzera, a partire dall’anno 2017 ha introdotto all’interno del proprio Paese la pratica del suicidio assistito;

  • La Germania, a partire dall’anno 2020 ha introdotto all’interno del proprio Paese la depenalizzazione della pratica del suicidio assistito.

Ecco quali sono, invece, i Paesi dell’America del Nord, i quali hanno introdotto questa particolare procedura:

  • Gli Stati Uniti, a partire dagli inizi degli anni ’90, hanno introdotto all’interno di alcuni stati la depenalizzazione della pratica del suicidio assistito;

  • Il Canada ha introdotto all’interno del proprio Paese sia l’eutanasia attiva che la pratica del suicidio assistito.

In particolare, ecco quali sono gli stati appartenenti agli Stati Uniti che hanno dato un’apertura alla pratica del suicidio assistito e che l’hanno introdotta all’interno dei propri ordinamenti giuridici:

  • Lo Stato dell’Oregon, a partire dall’anno 1997;

  • Lo Stato del Montana, a partire dall’anno 2009;

  • Lo Stato di Washington, a partire dall’anno 2009;

  • Lo Stato del Vermont, a partire dall’anno 2013;

  • Lo Stato della California, a partire dall’anno 2015;

  • Lo Stato del Colorado, a partire dall’anno 2016;

  • Lo Stato del District of Columbia, a partire dall’anno 2016;

  • Lo Stato delle Hawaii, a partire dall’anno 2018;

  • Lo Stato del Maine, a partire dall’anno 2019;

  • Lo Stato del New Jersey, a partire dall’anno 2019.

Passando ai Paesi dell’America del Sud, che hanno ammesso questa particolare procedura:

  • La Colombia, a partire dall’anno 2015 ha introdotto all’interno del proprio Paese la depenalizzazione della pratica dell’eutanasia attiva;

  • L’Argentina ed il Cile hanno introdotto la possibilità di rifiutare le cure nel caso in cui il paziente si trovi in una situazione di malattia allo stadio terminale.

In Oceania solo la Nuova Zelanda ha approvato l’eutanasia, a partire dall’anno 2021, ma ci sono anche alcuni stati, che appartengono al territorio australiano, i quali hanno introdotto all’interno dei propri ordinamenti giuridici questa particolare pratica. Nello specifico, stiamo parlando di:

  • Lo Stato di Victoria, a partire dall’anno 2019;

  • Lo Stato di Western Australia, a partire dall’anno 2021.

Ecco, infine, quali sono i Paesi dell’Africa e dell’Asia, che hanno ammesso questa particolare procedura:

  • L’India, a partire dall’anno 2011, ha introdotto all’interno del proprio Paese l’eutanasia passiva.

Come viene considerata l’eutanasia in Italia?

Abbiamo visto qual è la situazione in ogni parte del mondo in merito a questa particolare procedura, ma rientriamo adesso all’interno dei nostri confini ed andiamo a vedere come viene considerata l’eutanasia in Italia.

Ecco che cosa prevedono e dispongono l’art. 579 del Codice Penale e l’art. 580 del Codice Penale:

  • L’art. 579 del Codice Penale prevede una pena, con reclusione per un periodo di tempo compreso tra i 6 anni ed i 15 anni, per chiunque provoca la morte di un altro essere umano, con il suo esplicito consenso effettivo;

  • L’art. 580 del Codice Penale dispone, invece, una pena, con reclusione per un periodo di tempo compreso tra i 5 anni ed i 12 anni, per chiunque porta un altro essere umano al suicidio, istigandolo oppure aiutandolo a compiere questo gesto estremo.

Quando si pratica l’eutanasia?

Al di là di che cosa prevede il nostro ordinamento giuridico rispetto a questa particolare procedura, all’interno di questo breve paragrafo andremo a mostrare quando e come si pratica l’eutanasia.

In particolare, questa pratica all’interno del nostro Paese è considerata un reato penale ed è punita secondo le previsioni dell’art. 579 del Codice Penale, sull’omicidio del consenziente, e dell’art. 580 del Codice Penale, sull’istigazione o l’aiuto al suicidio.

Quando il paziente si trova in una condizione clinica nella quale la sua malattia si presenta in uno stadio talmente avanzato, che la sua morte risulta imminenti o, comunque, inevitabile (malato terminale); quando le terapie ed i trattamenti farmacologi che vengono somministrati al paziente malato sono gravosi per la sua persona in misura nettamente superiore rispetto ai benefici che egli potrebbe avere nel caso in cui le modalità di cura funzionassero.

Come si pratica e qual è il farmaco che si usa

Ma, invece, come si pratica questa particolare procedura? Nello specifico, il medico provvederà a somministrare un farmaco letale per via endovenosa, direttamente sul paziente malato.

Questa pratica si distingue dal suicidio assistito, nel quale sarà il paziente stesso a somministrarsi il farmaco letale per endovena, una volta che il suo medico abbia provveduto a fornirglielo.

Uno tra i farmaci più frequenti che viene somministrato ai pazienti che aderiscono a queste particolari procedure è il pentobarbital, il quale viene attualmente utilizzato per indurre la morte dei pazienti nello Stato dell’Oregon, all’interno degli Stati Uniti, ed in Svizzera.

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Cosa provoca l’eutanasia?

Ma che cosa succede, invece, una volta che il medico oppure il paziente stesso abbia provveduto ad iniettare il farmaco letale per endovena? In sostanza, che cosa provoca questa particolare procedura?

Ebbene, quello che succede dopo che il farmaco è stato somministrato all’interno del sangue del paziente malato è la narcosi e la paralisi della muscolatura e dell’apparato respiratorio di quest’ultimo, con la conseguente totale perdita dell’ossigenazione del sangue, la quale provoca dopo qualche minuto l’arresto cardiaco ed, infine, la morte.

Quali sono i tipi di eutanasia

Andando subito al sodo, ecco quali sono le varie tipologie nelle quali si configura questa particolare procedura:

  • Eutanasia attiva diretta;

  • Eutanasia attiva indiretta;

  • Eutanasia passiva;

  • Suicidio assistito;

  • Misure curative medico-palliative.

Che cos’è l’eutanasia passiva

Tra le varie tipologie che rientrano all’interno di questa particolare procedura, che abbiamo elencato nel corso del precedente paragrafo, andremo a trattare adesso l’eutanasia passiva.

Nello specifico, questa pratica si differenzia da quella attiva, la quale prevede la somministrazione di un farmaco letale per endovena, ma si differenzia da questa, in quanto si manifesta attraverso l’omissione di un qualcosa.

In particolare, l’eutanasia passiva prevede la cessazione della somministrazione di un determinato farmaco o lo spegnimento di un determinato macchinario, i quali, fino a quel momento, avevano lo scopo di tenere in vita il paziente malato.

Quanto costa l’eutanasia

Per terminare la trattazione di questo breve articolo, nel nostro ultimo paragrafo, andremo a parlare di quali sono i costi che bisogna sostenere per poter accedere a questa particolare procedura.

In particolare, le spese che bisogna necessariamente sostenere per poter svolgere questa pratica si aggirano all’incirca intorno ad una cifra compresa tra i 10.000 euro ed i 13.000 euro.

Logicamente, questa somma di denaro che bisogna sostenere e spendere per il farmaco letale cambiano in base al Paese nel quale si decide di effettuare questa operazione.

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