Fermo amministrativo auto: quando avviene e come toglierlo

Quali sono i casi previsti dalla legge in cui scatta il fermo amministrativo dell'auto? E come evitarlo? Ecco cosa sapere!

Il fermo amministrativo dell’auto può essere imposto quando non si è provveduto al pagamento di una multa o delle tasse da versare allo Stato o presso altri enti. Si tratta senza dubbio di una circostanza molto spiacevole poiché impedisce la libera circolazione.

Quando avviene, che cosa comporta, come verificarlo e come toglierlo sono informazioni tassativamente elencate dalla legge. Vediamo quali sono le regole in vigore e come difendersi. 

Che cos’è il fermo amministrativo dell’auto

Il fermo amministrativo è una particolare tipologia di atto attraverso il quale le Amministrazioni pubbliche oppure gli altri enti competenti – ad esempio l’INPS, lo Stato e le Regioni – chiedono all’Agenzia delle Entrate di sanzionare un contribuente inadempiente.  In questo modo, riescono a bloccare un bene mobile di proprietà del debitore oppure dei soggetti che risultano coobbligati, iscritto presso i pubblici registri, come ad esempio il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) per quanto riguarda le autovetture.

Il fermo amministrativo di un autoveicolo è, dunque, un provvedimento che impedisce e vieta la libera circolazione del medesimo, con il fine ultimo di incentivare al pagamento dei debiti che non sono stati ancora pagati. Può essere applicato per riscuotere dei crediti di varia natura, come ad esempio:

  • il versamento di alcuni tributi;
  • il pagamento delle tasse previste;
  • il pagamento delle multe ricevute in seguito alla commissione di infrazioni al Codice della Strada.

Nello specifico, ecco quali alcuni tributi e tasse che bisogna versare nelle tasche dello Stato per evitare il fermo amministrativo del veicolo:

  • l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche);
  • l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).

In queste situazioni, lo Stato oppure qualsiasi altro ente competente in materia che non riceve e non riscuote le tasse, i tributi o le multe entro la scadenza e le tempistiche previste per questa particolare procedura, potrà procedere con la medesima dialogando e collaborando insieme all’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Il fermo amministrativo non colpisce necessariamente un’automobile, ma può colpire anche qualsiasi altro bene sia iscritto presso un registro pubblico e, per il quale, il relativo proprietario non abbia provveduto al regolare versamento delle imposte, delle tasse e dei tributi a suo carico, oppure non abbia pagato per tempo le multe che gli sono state inflitte per qualsiasi tipologia di infrazione, anche di altra natura rispetto a quelle che vengono emesse per quanto riguarda il Codice della Strada.

Inoltre, questa procedura, che colpisce principalmente il singolo proprietario del bene mobile iscritto presso un pubblico registro, può, invece, essere attribuita anche ad altri soggetti diversi, ovvero versi i cosiddetti “coobbligati”.

Quali sono le sue conseguenze

Quando viene disposto un fermo amministrativo di un’autovettura, il concessionario della riscossione provvedere ad iscrivere questo specifico provvedimento all’interno del Pubblico Registro Automobilistico (PRA). A questo proposito, quindi, ecco quali sono le conseguenze in seguito all’inscrizione:

  • il proprietario della vettura non potrà più disporre di quest’ultima fino a quando costui non provvederà a saldare il debito che è stato contratto con lo Stato o con qualsiasi altro ente che detiene un credito nei suoi confronti, per poi ricevere la cancellazione del relativo provvedimento che era stato iscritto e registrato presso il PRA (Pubblico Registro Automobilistico);
  • il proprietario non potrà circolare con il proprio veicolo sottoposto a fermo amministrativo, altrimenti riceverà una sanzione amministrativa pari ad un importo minimo di 770 euro e ad un importo massimo di 3.114 euro;
  • il veicolo non potrà essere cancellato dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico);
  • il veicolo non potrà essere rottamato oppure demolito;
  • il veicolo non potrà essere trasportato all’interno di un Paese estero;
  • il proprietario potrà procedere con la vendita della propria vettura, ma, comunque, il relativo provvedimento di fermo amministrativo che è stato posto su di essa, non consente al soggetto che l’ha acquistata di poter circolare liberamente all’interno delle strade e delle autostrade italiane;
  • se il proprietario, il quale ha contratto un debito con lo Stato oppure con un altro ente, non provvede al pagamento del debito che gli è stato contestato, allora il concessionario della riscossione, ovvero l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, potrà agire in maniera forzata e procedere con la vendita dell’automobile, sulla quale grava il provvedimento di fermo amministrativo, per poter recuperare il credito che non è stato ancora riscosso.

Come verificarlo

Ecco che cosa si può fare per  verificare se è stato iscritto e registrato un provvedimento di fermo amministrativo sulla propria auto. Bisogna utilizzare uno tra i seguenti strumenti e le seguenti modalità, ovvero:

  • si può verificare se sussiste un provvedimento di questo tipo sulla propria vettura attraverso il form/servizio online “MY CAR”, il quale viene messo a disposizione direttamente sul sito ufficiale dell’ACI (Automobile Club d’Italia) oppure su delle specifiche applicazioni di cui parleremo tra pochissimo;
  • si può verificare se sussiste un provvedimento di questo tipo sulla propria vettura attraverso la richiesta di una visura della targa del veicolo, recandosi, in maniera fisica, presso il PRA, una delegazione ACI oppure presso un’agenzia di pratiche auto.

Nel primo caso, il proprietario del veicolo se vuole avere la certezza o, comunque, se vuole sapere se la propria vettura sia stata sottoposta ad un fermo amministrativo auto, potrà farlo direttamente e comodamente da casa propria, in maniere semplice e veloce.

Questa verifica può essere utile soprattutto per chi intende acquistare un’auto usata e non vuole farsi fregare dal vecchio proprietario, precludendosi la possibilità di circolare liberamente.

In particolare, all’interno del servizio online “MY CAR”, messo a disposizione dall’ACI, si potrà procedere ad una verifica accurata dei tutte le informazioni che sono riferite al fermo amministrativo iscritto al PRA, semplicemente effettuando l’accesso attraverso le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e provvedendo ad inserire nei campi di ricerca:

  • il numero di targa del veicolo;
  • la tipologia di veicolo in questione;
  • il codice fiscale del soggetto che effettua la verifica.

Nello specifico, questo servizio online permetterà di verificare e di consultare il Certificato di Proprietà cartaceo (CdP), il Certificato di Proprietà Digitale (CdPD) oppure l’Attestazione di Proprietà, attraverso i seguenti servizi messi a disposizione dall’ACI, ovvero:

  • il servizio “MY CAR” disponibile scaricando ed utilizzando l’applicazione mobile “ACI Space”;
  • il servizio online situato all’interno della sezione “AUTO 3D”, presente sul sito ufficiale dell’ACI (Automobile Club d’Italia).

Nel secondo caso, invece, il soggetto che intende acquistare un veicolo di proprietà di un terzo soggetto e vuol essere sicuro di non subire delle fregature, può effettuare una visura della targa dell’auto ed avere delle informazioni maggiormente esaustive su quest’ultima, rivolgendosi presso:

  • il PRA (Pubblico Registro Automobilistico), sostenendo un costo pari a 6 euro;
  • una delegazione ACI;
  • un’agenzia di pratiche auto o uno studio consulenza automobilistica.

A differenza della visura che viene richiesta al PRA, quando si procede alla verifica presso una delegazione ACI oppure in un’agenzia di pratiche auto, oltre al costo previsto dalla legge, dovranno essere aggiunti le spese relative alla commissione per il servizio di intermediazione offerto.

Attraverso una visura sulla targa del veicolo, si potrà venire a conoscenza delle motivazioni per le quali il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo e si potrà conoscere la relativa situazione sotto l’aspetto giuridico e sotto l’aspetto patrimoniale.

Come evitarlo

Per fortuna esistono una serie di accorgimenti per evitare il fermo, sono nello specifico le seguenti:

  • presentare ricorso;
  • dimostrare che il veicolo è strumentale rispetto all’esercizio di un’attività di tipo imprenditoriale;
  • dimostrare che il veicolo è destinato al trasporto di persone diversamente abili;
  • chiedere una dilazione di pagamento.

Quali sono i motivi per cui fare ricorso

Tra i modi per difendersi dal fermo e riappropriarsi della propria auto, il riscorso è quello più comune. Vi si può procedere, però, soltanto in ipotesi circoscritte:

  • quando non viene inviata la notifica di preavviso del fermo amministrativo auto, attraverso una pec oppure una raccomandata con ricevuta di ritorno;
  • quando quest’ultimo non viene notificato almeno 30 giorni prima dell’inizio del provvedimento;
  • quando non vengono correttamente notificate le cartelle esattoriali;
  • quando subentra la prescrizione del pagamento dei debiti (10 anni per i tributi verso lo Stato e 5 anni per i tributi verso gli enti locali);
  • per qualunque altro errore relativo alla procedura.

Dove presentare il ricorso

Prima di proporre il ricorso, è indispensabile sapere a chi rivolgersi, precisamente:

  • presso il Giudice di Pace, quando il fermo amministrativo auto è stato disposto a causa del mancato pagamento di una multa;
  • presso la Commissione Tributaria, quando il fermo amministrativo auto è stato disposto a causa del mancato versamento di tasse, imposte e tributi;
  • presso il Tribunale ordinario sezione Lavoro, quando il fermo amministrativo auto è stato disposto a causa del mancato versamento dei contributi previdenziali INPS oppure dei contributi assistenziali INAIL.

Come togliere il fermo amministrativo auto

Per togliere il fermo amministrativo auto possono essere adottate due differenti soluzioni:

  • la cancellazione;
  • la sospensione.

La prima prevede che venga data la possibilità di utilizzare il bene e, dunque, si potrà liberamente circolare con la propria vettura, ma solamente dopo che sia stato effettuato il saldo totale del debito.

La seconda, invece, prevede, una richiesta di rateizzazione (dilazione di pagamento), e viene utilizzata quando non si riesce a saldare completamente tutto il debito.

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