Giudici e magistrati non sono la stessa cosa: la differenza

Molti pensano che giudici e magistrati siano la stessa cosa, ma, in realtà, esistono alcune differenze tra loro. Ecco quali sono.

Giudici e magistrati non sono la stessa cosa ed è per questa ragione che spesso si sente parlare di separazione delle carriere. Una tematica compressa, specie per chi non ha familiarità con il gergo e le tematiche giuridiche. 

Molti confondono queste due figure, tanto che al giorno d’oggi questi due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi; in realtà, non lo sono, dal momento che presentano alcune differenze tra loro anche rilevanti.

In questa guida spiegheremo nel dettaglio compiti, responsabilità e percorso di ognuno, evidenziandone i punti in comune e le diversità. 

Qual è la differenza tra un giudice e un magistrato

Come detto, molto spesso si tende a confondere la definizione di giudice da quella di magistrato. Anche se, questi due ruoli vengono identificati dalle persone come la stessa personalità, la quale è dotata degli stessi compiti e delle stesse mansioni, in realtà, anche se ormai nell’immaginario collettivo potrebbe sembrare la verità, non è propriamente così.

Infatti, pur se ormai vengono identificati come sinonimi e vengono chiamati indistintamente nell’uno oppure nell’altro modo le persone che ricoprono queste cariche, il termine giudice risulta avere un’accezione diversa rispetto a quello di magistrato.

A tal proposito, infatti, un giudice deve sempre essere anche un magistrato; mentre, al contrario, un magistrato non necessariamente sarà un giudice.

All’interno della magistratura italiana si possono distinguere due differenti sezioni, in modo da perseguire lo scopo di avere dei giudizi caratterizzati dall’imparzialità. Queste due sezioni sono:

  • quella giudicante;
  • quella requirente.

Della magistratura giudicante fanno parte i giudici, i quali conducono le varie fasi del processo ed emettono le sentenze di condanna oppure di assoluzione. Della magistratura requirente, invece, fanno parte i magistrati oppure i pubblici ministeri, i quali conducono le indagini relative al processo e danno impulso all’azione penale. Questi, però, pur facendo queste azioni, non possono emettere dei giudizi di merito.

Come potrai notare, l’imparzialità del giudizio all’interno di un processo deriva proprio da questa divisione delle mansioni tra un giudice ed un magistrato, in modo che uno dei due gestisca le fasi preliminare delle indagini, mentre l’altro esprima il proprio giudizio in merito.

Un’altra differenza tra il giudice ed il magistrato la possiamo ritrovare all’interno delle disposizioni legislative, le quali prevedono che il primo sia un organo super partes chiamato per giudicare su una determinata causa; mentre, il secondo, invece, è un funzionario pubblico che possiede dei poteri giudiziari, che può svolgere delle funzioni di tipo amministrativo e che, talvolta, può ricoprire il ruolo di pubblico ministero.

I giudici sono organi super partes ed emettono delle sentenze, aventi il carattere dell’imparzialità, in base alla tipologia di causa, la quale potrà essere di natura amministrativa, civile oppure penale; mentre, i magistrati, invece, sono organi autonomi, i quali non vengono minimamente condizionati né da quello che è il potere legislativo e nemmeno da quello esecutivo.

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Che cosa fa un giudice

Appurato che il termine giudice ed il termine magistrato non sono affatto dei sinonimi, in quanto presentano delle differenze tra di loro, andiamo a mostrare qual è il ruolo del primo e, dunque, che cosa fa un giudice.

Il giudice è un organo giudiziario, il quale ha il preciso compito di pronunciare delle sentenze e, quindi, di decidere su una determinata controversia, in modo da risolvere la questione tra due o più parti. Tali controversie che vengono decise da questo soggetto possono essere di diversa natura, ovvero:

  • civili;
  • penali;
  • amministrative;
  • che corrispondono a molte altre materie, come ad esempio i giudici minorili, quelli militari, ecc…

Pur non prevedendo nulla in merito ad una sua definizione, l’ordinamento giuridico nazionale, però, dispone quali sono le competenze quando si parla di materie che riguardano la giurisdizione civile oppure la giurisdizione penale.

Quando la controversia riguarda una tematica inerente la giurisdizione civile, allora interviene e decide il giudice civile, il quale può presentarsi sotto la forma di:

  • funzionario, come ad esempio il giudice di pace;
  • organo, quando opera e decide in ambito collegiale.

I giudici civili decidono ed emettono le proprie sentenze in modo da risolvere le controversie che riguardano le seguenti questioni, ovvero:

  • la proprietà di un determinato bene;
  • i procedimenti esecutivi.

Quando, invece, la controversia riguarda una tematica inerente la giurisdizione penale, allora interviene e decide il giudice penale, il quale deve operare in modo da svolgere tutti i seguenti compiti, ovvero:

  • pronunciare una sentenza di condanna oppure di assoluzione nei confronti dell’imputato che viene indagato con l’accusa di aver commesso un reato;
  • ascoltare le parti chiamate in causa;
  • presiedere le udienze;
  • convocare i testimoni;
  • studiare il fascicolo delle parti chiamate in causa;
  • valutare le prove a disposizione, le quali vengono portate in giudizio.

I giudici penali decidono ed emettono le proprie sentenze in modo da risolvere le controversie che riguardano la commissione di un reato da parte di un determinato soggetto, il quale potrà essere discusso in due luoghi differenti a seconda del fatto illecito che l’imputato ha commesso. In particolare, il reato potrà essere giudicato presso:

  • la Corte d’Assise, qualora il reato commesso dall’imputato sia considerato estremamente grave;
  • il Tribunale, il quale potrà essere in composizione monocratica oppure collegiale, quando il fatto illecito ha una gravità minore.

Entrambi questi soggetti e, dunque, sia il giudice civile che quello penale, possono chiedere l’assistenza e farsi aiutare da dei professionisti specializzati durante le indagini, come ad esempio un medico oppure un ingegnere, in modo da risolvere delle questioni tecniche relative al processo.

Che cosa fa un magistrato

I magistrati, a differenza dei giudici, non decidono ed emettono delle sentenze per risolvere delle controversie specifiche, ma rientrano all’interno della funzione giurisdizionale dello Stato italiano. Le due tipologie di magistrato più conosciute sono:

  • il pubblico ministero (P.M.);
  • il giudice della Corte dei Conti, il quale non sempre si pronuncia ed emette delle sentenze su determinate controversie.

In molti pensano che il pubblico ministero svolga il proprio lavoro all’interno delle indagini con il fine ultimo di difendere la vittima prima della pronuncia della sentenza da parte del giudice, ma questo in realtà è profondamente sbagliato, dal momento che il ruolo del P.M. è quello di proteggere:

  • la vita delle persone;
  • la libertà delle persone;
  • i rispettivi beni patrimoniali.

Per fare questo, il pubblico ministero si occupa di accertare la sussistenza di una determinata violazione del codice penale e, solamente qualora non ci siano le prove sufficienti per poter portare l’imputato al giudizio finale, allora costui avrà il dovere di non far attivare il processo nei suoi confronti.

Inoltre, il P.M. lavora durante le fasi relative alle indagini del processo nei confronti del soggetto che viene accusato di aver commesso il reato, seguendo quest’ultimo nei tre gradi di giudizio. In particolare, ecco quali sono i compiti che deve svolgere un pubblico ministero nel momento in cui si occupa di indagare su un illecito di natura penale:

  • esaminare la documentazione;
  • esaminare le prove;
  • svolgere le indagini insieme alla polizia giudiziaria;
  • cercare gli indizi;
  • analizzare le leggi, in modo da poter formare il capo d’imputazione;
  • valutare se le prove siano o meno sufficienti per poter avviare un procedimento penale nei confronti del soggetto che viene accusato di aver commesso un reato;
  • rappresentare l’accusa quando si svolgono le udienze;
  • dimostrare le motivazioni secondo le quali l’imputato possa essere ritenuto colpevole di aver commesso il reato.

Quante e quali tipologie di giudici esistono

A seconda della tipologia di giurisdizione presso la quale viene affidata una determinata controversia, sarà un diverso giudice a dover pronunciare la relativa sentenza, così come abbiamo visto nel corso dei precedenti paragrafi. Ecco quali sono le varie tipologie di giudice:

  • civile;
  • penale;
  • amministrativo;
  • tributario.

Nello specifico, all’interno della giurisdizione civile, possiamo trovare:

  • il Giudice di Pace;
  • il Tribunale, in composizione monocratica o collegiale.

Mentre, all’interno della giurisdizione penale, possiamo trovare:

  • il giudice per le indagini preliminare (il GIP);
  • il giudice dell’udienza preliminare (il GUP).

All’interno della giurisdizione amministrativa, invece, le controversie riguardano la Pubblica Amministrazione e vengono svolte presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

Quante e quali tipologie di magistrati esistono

Esistono due differenti tipologie di magistrato:

  • togato;
  • onorario.

I magistrati togati i dividono a loro volta nelle seguenti categorie di giudici:

  • civile;
  • penale;
  • amministrativo;
  • tributario;
  • costituzionale;
  • della Corte dei Conti;
  • per le indagini preliminari (GIP).

I magistrati onorari, invece, si possono suddividere nelle seguenti tipologie di giudici:

  • di pace;
  • dell’udienza preliminare (GUP);
  • onorario minorile;
  • onorario di tribunale;
  • onorario aggregato;
  • vice procuratore onorario.

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