Con l’estensione dell’obbligo di Green pass anche sul posto di lavoro, restano poche le attività che può fare chi è privo di certificazione verde. Niente lavoro, niente viaggi e niente attività sociali: cosa possono fare se non ho il Green pass?
Sembra quasi che la certificazione verde sia diventata il nuovo “lascia passare” per svolgere le normali attività quotidiane: dall’andare al ristorante al frequentare i cinema, i teatri e i musei. Anche per viaggiare sui treni ad Alta Velocità e sugli aerei occorre il Green pass, e persino per frequentare le lezioni e sostenere gli esami in Università.
Ma cosa posso fare (e cosa è vietato) senza il Green pass? Ecco quali sono le attività concesse a coloro che non intende eseguire il tampone o effettuare la vaccinazione per avere il Green pass.
La buona notizia è che il certificato verde è obbligatorio fino al 31 dicembre 2022: ciò significa che il Green pass sarà abolito nel 2022? Facciamo chiarezza…
Green pass obbligatorio: una vita sociale a metà…
Niente viaggi, niente cene al ristorante, niente stadio: per chi è senza il Green pass la vita sociale si vive a metà.
A partire dal 6 agosto 2021 la certificazione verde è diventata obbligatoria in moltissimi luoghi della vita sociale, per poi estendersi gradualmente a sempre più ambiti. E dal 15 ottobre l’obbligo di Green pass verrà esteso ulteriormente anche a tutti i lavoratori, sia pubblici sia privati.
Sono almeno 8,5 milioni gli italiani che non hanno ancora il Green pass: secondo le stime delle strutture commissariali, inoltre, almeno 5,5 milioni di questi ultimi sono lavoratori.
Ma sono 90 milioni i Green pass che sono stati scaricati dal sito del Governo, che – lo ricordiamo – non è l’unico mezzo che permette di scaricare il Green pass.
L’alternativa al vaccino, in vista dell’inverno, è l’effettuazione di tamponi ogni 48 ore: solo in questo modo è possibile tornare a vivere socialmente, a patto di non risultare positivi al test Covid-19.
Green pass per viaggi: quando è obbligatorio?
Il percorso del Green pass inizia dall’estate: dal 6 agosto 2021 gli italiani hanno avuto a che fare con la certificazione verde, che si è gradualmente estesa a moltissimi ambiti della vita sociale.
Dapprima il Green pass è stato reso obbligatorio per entrare nei cinema, nei teatri, per partecipare agli spettacoli all’aperto, per visitare i musei o le mostre. E ancora: per andare in piscina al chiuso, per allenarsi in palestra, per divertirsi nei parchi a tema e per pranzare o cenare al ristorante al chiuso. Il Green pass era ed è obbligatorio anche per le consumazioni al tavolo (al chiuso) nei bar.
La seconda tappa (che corrisponde al secondo decreto del Governo), invece, ha reso obbligatorio il Green pass anche nelle scuole. L’obbligo di certificazione verde, però, è limitato al personale scolastico e agli insegnanti. Ma non solo.
Per salire su treni e aerei occorre mostrare la certificazione verde, così come per viaggiare in nave o sugli autobus che attraversano Regioni diverse.
Infine, dal 15 ottobre il Green pass è obbligatorio anche per il lavoro: tutti coloro che vogliono entrare sul luogo di lavoro devono mostrare il certificato verde. Chi ne è privo rischia la sospensione dal lavoro e dallo stipendio, oltre alla corresponsione di una multa salata.
Green pass per la scuola e il lavoro: quando è obbligatorio?
Partiamo dalla scuola e dal lavoro, che sono due degli ambiti più importanti nella vita sociale di un cittadino.
Il Green pass è stato reso obbligatorio per tutti i lavoratori a partire dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, dopo una prima estensione per il personale sanitario e scolastico, compresi gli insegnati della scuola dell’obbligo e delle Università.
Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, il Green pass deve essere controllato (a partire dal 1° settembre 2021) all’ingresso da parte dei responsabili: è obbligatorio mostrare la certificazione verde per poter essere ammessi al lavoro. Sono esentati soltanto i lavoratori che, per motivi di salute, non possono effettuare il vaccino.
Anche i genitori che intendono entrare nel cancello della scuola per prendere il proprio figlio devono mostrare il Green pass. Qualsiasi persona che abbia accesso agli edifici scolastici – in altre parole – deve esibire la certificazione verde all’ingresso.
Nelle Università, invece, l’obbligo di Green pass si estende non solo ai professori, ma anche agli studenti. Per seguire le lezioni in presenza ed effettuare gli esami è obbligatoria la certificazione verde. Anche per partecipare ai concorsi pubblici è necessario possedere il Green pass.
Dal 15 ottobre anche per tutti gli altri lavoratori è necessario presentare il Green pass per accedere al luogo di lavoro: che si tratti di autonomi, Partite Iva, professionisti, dipendenti, non vi sono eccezioni. Solo chi lavora in smart working non è obbligato a possedere il Green pass.
Non ho il Green pass: cosa posso fare?
Arriviamo quindi alla domanda che tutti si stanno facendo: se non ho il Green pass, che cosa posso fare?
In realtà, molte delle attività che abbia elencato nei paragrafi precedenti sono precluse a chi non possiede la certificazione verde, ma ciò non significa che non vi siano altre attività che invece si possono fare anche senza Green pass.
Per esempio, tutti coloro che non hanno eseguito il tampone o la vaccinazione possono recarsi negli uffici pubblici, oppure andare a fare la spesa al supermercato, in farmacia o fare shopping in un centro commerciale. In tutti questi luoghi il Green pass non è obbligatorio.
Si può viaggiare in auto o con i treni regionali, così come non è necessario il Green pass per accedere ai taxi, al car sharing, o per salire sui mezzi pubblici come autobus urbani, tram, metropolitane e filobus.
Se volete godervi una vacanza in pieno relax, potete soggiornare liberamente presso B&B, hotel, alberghi e case vacanza (sfruttando magari i 500 euro del bonus vacanze). All’interno di questi luoghi, però, chi non ha il Green pass non può sfruttare la piscina o il centro benessere.
Se preferite lo sport, potete optare soltanto per una corsa all’aria aperta o per tutte quelle attività che si svolgono all’aperto. Senza Green pass non potete accedere a palestre e piscine e nemmeno frequentare corsi o attività sportive al chiuso.
Infine, anche consumare un pasto caldo al ristorante, esclusivamente all’aperto, rimane concesso a chi non ha il Green pass. Se volete bere un caffè al bar, invece, potete accomodarvi al bancone o all’aperto. Con l’arrivo dell’inverno, però, potrebbe risultare sconveniente.
Green pass abolito nel 2022? Cosa sappiamo…
Tuttavia, per chi non ha il Green pass c’è un minimo spiraglio: lo stato di emergenza è valido fino al 31 dicembre 2021, così come l’obbligo di Green pass nei luoghi della vita sociale e sul lavoro. Potremmo dire addio alla certificazione verde nel 2022?
C’è già chi parla di Green pass abolito, ma tutto è ancora da definire. Le eventuali novità potrebbero arrivare nel 2022, come ha chiarito il sottosegretario Andrea Costa:
Se i dati dell'epidemia di Covid-19 continueranno a mostrare un trend di miglioramento (…) è ragionevole pensare che con l'anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure e anche del green pass, che potrà dunque essere ridotto nella sua applicazione.
Attualmente la certificazione verde si applica a moltissimi ambiti della vita sociale e ciò sta dando anche i suoi frutti. L’Italia è il Paese europeo con l’Rt più basso, oltre ad essere stato il primo Paese a rendere obbligatorio il Green pass sui luoghi di lavoro.
Ma è ancora presto per parlare di Green pass abolito. Come ha chiarito ancora il sottosegretario Costa, infatti, “una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine”.
Green pass e tamponi: si rischia il caos dal 15 ottobre
E mentre il Governo inizia a pensare ai possibili sviluppi dell’epidemia e dell’obbligo di Green pass, le aziende sono preoccupate per l’imminente arrivo del 15 ottobre 2021, data a partire dalla quale scatta l’obbligo di certificazione per tutti i lavoratori.
Se un lavoratore non vaccinato intende proseguire il lavoro, dovrà eseguire un tampone ogni 48 ore. Considerando il numero di lavoratori non vaccinati, si tratterebbe di effettuare più di un milione di tamponi ogni due giorni (almeno tre a settimana, per un totale di 7,5 milioni), ritmo a cui farmacie e laboratori non riuscirebbero a sostenere.
Oltre al problema di reperibilità dei test, emerge anche la difficoltà nell’analisi degli stessi: la capacità di processare i tamponi in Italia è limitata a 500 mila al giorno.
E se nell’ambito pubblici si possono effettuare delle stime sui lavoratori non vaccinati, è molto più difficile ipotizzare quanti siano i lavoratori del settore privato che non possiedono il Green pass.
Dal 15 ottobre 2021, quindi, il sistema sanitario rischia il caos. Come interverrà il Governo in tal senso? È in arrivo un nuovo DPCM, ma probabilmente non riguarderà questo aspetto…
Green pass: Governo verso un nuovo DPCM. Novità in arrivo?
Nei prossimi giorni il Governo dovrebbe emanare un DPCM che metta in chiaro come avverranno i controlli del Green pass sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda i dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Il nuovo DPCM, stilato in collaborazione con Sogei, dovrebbe presentare la piattaforma e il software che permetterà di controllare le certificazioni verdi dei lavoratori a partire dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021 (salvo nuove proroghe). All’interno del nuovo provvedimento dovrebbero confluire le decisioni che il Governo ha preso in accordo con le Regioni.
I controlli dovranno avvenire ogni giorno, preferibilmente prima dell’ingresso nelle aziende o negli uffici pubblici: si può parlare di controlli a campione (pari ad almeno il 20% dei dipendenti o altra soglia fissata a livello nazionale) o a tappeto.
In assenza di ulteriori indicazioni ministeriali, il controllo del Green pass dovrà avvenire tramite l’applicazione mobile Verifica C19.