Invalidità Civile: stop all’Assegno Mensile per chi lavora!

Dal 14 ottobre gli invalidi civili beneficiari dell’assegno mensile sono tenuti ad effettuare una scelta: mantenere l’attività lavorativa rinunciando all’assegno mensile oppure, viceversa, optare per l’assegno mensile decidendo di fuoriuscire completamente dal mondo lavorativo e, di conseguenza, autoescludersi dalla socialità.

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Molte sono le proteste accese che si sono diffuse in tutta Italia nell’ultimo periodo: a partire da quelle inerenti all’abrogazione del Green Pass fino a quelle sui diritti civili a seguito della mancata approvazione del Ddl Zan.

Ancora più scalpore si è creato attorno al nuovo messaggio dell’INPS con il quale sono state introdotte delle novità sui benefici economici riconosciuti agli invalidi civili, in particolare modo per quanto riguarda i requisiti necessari per fare richiesta dell’assegno mensile d’invalidità.

Tanto è vero che dal 14 ottobre non è più riconosciuto l’assegno mensile agli invalidi civili che producono reddito attraverso attività lavorative di qualunque genere, alle quali di solito viene fatto affidamento per arrotondare i propri guadagni.

Prima di addentrati nella lettura, ti invito a visionare il Video YouTube del Canale “Speedy News Italia” che racconta delle proteste delle associazioni di categoria.

 

Invalidità Civile: la differenza tra invalidità, disabilità e handicap

Sentiamo spesso parlare di concetti di invalidità, disabilità, e handicap come se riguardassero la medesima nozione, ma non è propriamente così.

Quando trattiamo di questioni di invalidità, facciamo riferimento a una difficoltà riscontrabile sia da un punto di vista medico che legale, la quale concerne esclusivamente il deficit della persona in questione sotto un punto di vista fisico, psichico o intellettivo che non le permette di svolgere le comuni attività della vita quotidiana in una maniera considerata “normale”.

Di conseguenza, il concetto di disabilità rintraccia quella che è la realtà della persona diversamente abile, la quale si ritrova a dover fare i conti con il proprio contesto sociale di riferimento. L’handicap, quindi, delinea una situazione di svantaggio rispetto alla norma.

“L’handicap è la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e riflette le conseguenze sociali culturali economiche e ambientali che per l’individuo derivano dalla presenza di tale menomazione o disabilità.”

L’invalidità civile è, pertanto, riconosciuta ai cittadini affetti da deficit fisici, psicologici o intellettivi, i quali apportano a una riduzione permanente della capacità lavorativa, ma anche ai minorenni e agli over 65 che presentano difficoltà nello svolgere attività comuni legate alla propria età.

A seconda del grado di invalidità, espresso in percentuale, ai suddetti cittadini vengono riconosciute una serie di agevolazioni e benefici economici, ma prima che ciò avvenga, è necessario adoperarsi di un certificato e rivolgersi alla sede Inas Cisl più vicina così da seguire l’iter sanitario di valutazione e presentare l’effettiva domanda all’INPS.

In conclusione, per ricevere assistenza o semplicemente una consulenza è possibile anche recarsi in una delle sedi del Patronato ACLI in modo da comprendere appieno i propri diritti sulla base dello stato riscontrato in cui ci si trova. 

Addentriamo ora in maniera più approfondita sulle procedure di riconoscimento dell’invalidità civile e di sostegno economico, valutandone la situazione odierna con i relativi cambiamenti in atto.

Procedura di riconoscimento dell’Invalidità Civile

L’invalidità civile riguarda il riconoscimento dei deficit fisici, psichici o intellettivi di cui è affetto l’individuo, i quali possiedono un’influenza sulla reale capacità lavorativa del soggetto.

Come anticipato, l’invalidità civile è valutata sulla base del grado in percentuale dello stato di invalidità e, al fine del beneficio di particolari agevolazioni, prevede una procedura di riconoscimento ben specifica.

Il soggetto in questione deve avere la premura di recarsi presso un medico abilitato che si occuperà della compilazione online del certificato attestante lo stato del paziente da inviare all’INPS.

Entro e non oltre 90 giorni dal rilascio del certificato medico introduttivo, il cittadino è chiamato a presentare la domanda di riconoscimento dell’invalidità civile, sempre in modalità online, all’INPS.

I dati registrati dall’INPS verranno successivamente trasmessi alla Commissione ASL per fissare la visita medica di accertamento, durante la quale verrà calcolata la percentuale di invalidità del paziente che potrà essere richiamato per eventuali visite di revisione future.

La percentuale di invalidità è quella che permette di decretare i diritti e i benefici del cittadino invalido. Rimangono esclusi dagli invalidi civili i soggetti la cui invalidità sia stata causata da conseguenze dovute dalla guerra o da prestazioni di lavoro e altri servizi.

Il grado di incapacità lavorativa riscontrato nella persona deve avere un valore superiore al 33%:

  • dal 33% al 73% - previste agevolazioni fiscali e assistenza sanitaria con la concessione gratuita di ausili e protesi: dal 46% avviene l’iscrizione a liste di collocamento mirato, dal 50% è riconosciuto il congedo straordinario per cure e dal 66% si è esentati dal ticket sanitario.
  • dal 74% al 100% - previste delle prestazioni economiche: erogazione dell’assegno mensile e dell’Ape Sociale su richiesta, concessione della pensione di inabilità e dell’indennità di accompagnamento.

I Benefici Economici dell’Invalidità Civile

A seguito della procedura di riconoscimento dell’invalidità civile e, quindi, della valutazione del grado in percentuale dello stato di invalidità del cittadino/paziente, vengono riconosciuti i preannunciati benefici economici che andremo ora a contestualizzare più approfonditamente.

  • assegno mensile

È un beneficio economico regolato per tredici mensilità riconosciuto agli invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74% e il 99%, la cui età anagrafica si aggira tra i 18 e i 67 anni.

  • pensione di inabilità 

Sempre per gli invalidi civili di età compresa tra i 18 e i 67 anni, è previsto un beneficio economico erogato per tredici mensilità, in caso di accertamento di incapacità lavorativa totale e permanente.

In aggiunta, è presente la pensione non reversibile ai ciechi parziali e assoluti così come ai sordi.

  • indennità di accompagnamento 

Dopo averne constatati i requisiti sanitari e amministrativi, l’agevolazione è prevista per dodici mensilità e viene concessa agli invalidi civili impossibilitati a deambulare e a svolgere azioni comuni appartenenti alla vita quotidiana.

Inoltre, ai minori di 18 anni con disabilità è fornita un’indennità mensile di frequenza a sostegno del loro inserimento scolastico e sociale, la quale viene regolata in base al reddito familiare, requisito non richiesto, invece, ai cechi parziali e assoluti a cui è fornita un’indennità speciale che prende l’appellativo di indennità di comunicazione quando è accordata ai sordi.

  • liquidazione agli eredi di ratei di invalidità civile maturati e non riscossi

Nella circostanza in cui l’invalido civile pensionato deceda, avviene la cessazione della pensione insieme alla liquidazione delle rate non riscosse dal soggetto che andrà agli eredi.

  • esenzione spese sanitarie

A seconda dello stato e della tipologia dell’invalidità, gli invalidi civili sono esentati dal pagamento delle spese sanitarie previste dal Servizio Sanitario Nazionale.

  • agevolazioni fiscali e contrassegno invalidi

Infine, esistono dei requisiti sanitari che devono essere verificati per le agevolazioni fiscali e il rilascio del contrassegno invalidi per le vetture

Però, è recentemente cambiato qualcosa al riguardo di tali benefici economici che interessa, più precisamente, l’assegno mensile.

Invalidità Civile: cosa cambia per l’Assegno Mensile?

L’assegno mensile è un beneficio economico pari a circa 300 euro erogato per tredici mensilità, il quale viene attribuito agli invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74% e il 99%, la cui età anagrafica si aggira tra i 18 e i 67 anni, in base al reddito annuale.

Ciò nonostante, l’INPS pare aver cambiato le carte in tavola qualche giorno fa revocando tale agevolazione agli invalidi civili che svolgono attività lavorativa, anche part-time.

Una tutela che, quindi, viene a mancare a delle persone costrette già a vivere in una situazione di svantaggio, aggravata maggiormente dalla crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia di COVID-19 non ancora debellata tutt’oggi.

Sappiamo tutti che 300 euro al mese non permettono a una persona di conquistare una propria autonomia e indipendenza dal punto di vista economico, ma certo sono utili se sommati a piccoli stipendi ottenuti da lavori occasionali.

Pertanto, gli invalidi civili si ritrovano obbligati a dover compiere un’ardua scelta, ovvero quella tra il contributo versato dall’assegno mensile o quello recepito dall'attività lavorativa incerta.

I nuovi requisiti per richiedere l’Invalidità Civile: Assegno Mensile

Le novità introdotte dall’INPS per quanto concerne la questione dell’invalidità civile coinvolgono esclusivamente il beneficio economico dell’assegno mensile, i cui requisiti di presentazione della domanda sono stati modificati.

Il diritto all’assegno mensile è attribuito in base ai seguenti requisiti:

  • età anagrafica: dai 18 ai 67 anni
  • riduzione della capacità lavorativa: dal 74% al 99%
  • essere cittadini italiani o titolari di un permesso di soggiorno
  • iscrizione all’anagrafe del Comune di Residenza
  • residenza in Italia
  • reddito annuale non superiore ai 5000 euro

È proprio su quest’ultimo punto che interviene l’INPS, infatti, a partire dal 14 ottobre al cittadino a cui è riconosciuta l’invalidità civile non è più concesso produrre reddito lavorando, se desidera che gli venga riconosciuta l’erogazione dell’assegno mensile. 

Una mossa che sicuramente non garantirà l’inclusione nel mondo del lavoro dei disabili tantomeno faciliterà la socialità.

“La precisazione dell’INPS – commenta lo Sportello Legale OMaR – non tiene assolutamente conto che lo svolgimento di un’attività lavorativa, seppur minima, per una persona invalida, rappresenta un modo per socializzare più che una modalità di sostentamento e che ora, probabilmente, in molti sceglieranno la via dell’isolamento a discapito di quella dell’inclusione, onde evitare di perdere quel minimo di aiuto quale è l’assegno mensile di invalidità”.