Soprattutto in un periodo fragile e precario come quello che stiamo vivendo, può capitare che in condominio non tutti siano in regola con i pagamenti. In realtà, si tratta di un fatto molto grave, in quanto anche se un solo condomino non paga rischia di mettere in difficoltà non solo gli altri condomini, ma anche i fornitori dei servizi.
Tuttavia, numerosi condomini non riescono a far fronte alle spese, soprattutto a causa della crisi energetica e al conseguente aumento del costo delle bollette. Se da una parte i condomini sono in difficoltà e non riescono a far fronte ai pagamenti, dall’altra gli amministratori di condominio faticano a trovare soluzioni alla mancanza di denaro per pagare i fornitori.
Che fare in caso di morosi in condominio? La legge mette a disposizione alcune soluzioni, ma spesso, non sono sufficienti. Entra, quindi, in gioco l’amministratore di condominio e la sua professionalità nel riuscire comunque a portare avanti la gestione.
Cosa deve fare? Quali sono le soluzioni?
Morosi in condominio, come agire secondo la legge
I rincari energetici hanno determinato un aumento della morosità in condominio. Le rate sono aumentate, per far fronte alle bollette dell’energia elettrica e molti condomini non riescono a pagarle regolarmente. Dall’altra parte, però, ci sono gli amministratori di condominio che, spesso, non sanno come sopperire alla mancanza di fondi per pagare i fornitori.
In caso di morosità, il Codice Civile stabilisce che l’amministratore di condominio deve agire con la riscossione forzosa delle somme. In che modo? Intraprendendo un’azione giudiziaria contro i morosi, entro sei mesi dall’approvazione del rendiconto e dello stato di riparto.
Come funziona il decreto ingiuntivo? La legge stabilisce che l’amministratore può ottenere dal giudice il decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo senza l’approvazione dell’assemblea di condominio.
L’amministratore chiede al giudice un provvedimento che consente di agire con l’esecuzione forzata sui beni del condomino moroso, nonostante l’eventuale opposizione che questi possa far valere sulle sue ragioni.
Come ottenerlo? È sufficiente presentare al giudice lo stato di ripartizione delle spese approvato dall’assemblea, dal quale risulta il debito del condomino. Ciò basta per avere un provvedimento su cui fondare l’esecuzione forzata, ovvero il pignoramento ai danni del debitore.
Cosa succede se l’amministratore non recupera i crediti
Il caro bollette ha colto impreparati molti condomini, anche se quest’anno le bollette non si sono rivelate salate come previsto.
Tuttavia, per i condomini che comunque hanno risentito dei leggeri aumenti, gli amministratori devono provvedere a trovare le soluzioni più adeguate, nel rispetto della legge e dell’assemblea, per recupere le somme. Può capitare, però, che l’amministratore non riesca a recupere i crediti dei morosi.
Cosa succede in questi casi? Secondo la legge, se l’amministratore non cura diligentemente l’azione giudiziaria per il recupero del credito, può essere revocato anche su richiesta di un solo condomino.
Si tratta, in questo caso, della revoca giudiziale prevista solo per gravi irregolarità, ovvero per tutti i casi di inadempienza particolarmente gravi. Pertanto, se l’amministratore non provvede a recuperare il credito, rischia di essere revocato dal proprio incarico perché rientra tra i propri compiti la riscossione delle rate condominiali.
Cosa deve fare l’amministratore di condominio?
Molte volte, i rimedi messi a disposizione dalla legge non sono sufficienti a recuperare le somme, né tantomeno per risolvere il problema in sé. In tutti questi casi, entra in gioco la vera professionalità dell’amministratore di condominio a portare comunque avanti la gestione condominiale, senza incorrere in sanzioni amministrative o azioni giudiziarie da parte dei fornitori.
Cosa deve fare l’amministratore? È consigliabile valutare di proporre ai condomini morosi piani “sopportabili” di rientro del debito.
In che modo? L’amministratore di condomino deve farsi autorizzare preventivamente dall’assemblea. L’autorizzazione dell’assemblea è necessaria perché non può farsi pagare in tempi diversi rispetto a quelli stabiliti al momento del preventivo di spesa.
Per non dimenticare che il condomino si trova già in difetto, a causa della sua moralità. Per esempio, la lettera di sollecito inviata dall’amministratore al condomino moroso senza l’intervento del legale raggiunge più velocemente lo scopo.
Ma dove si vede anche la professionalità dell’amministratore? Sarebbe opportuno, in casi gravi di morosità, di non proporre lavori straordinari non urgenti e rinviarli, quando possibile, a momenti futuri. In questo modo, si permette ai condomini in difficoltà di affrontare le spese presenti ed eventualmente future con maggiori tranquillità.
Per casi di emergenza, alcune volte, vengono costituiti fondi ad hoc. Ma si tratta di soluzioni che il più delle volte non vengono approvate dall’assemblea.
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