Non fai il 730? Ecco cosa succede

Tutti devono pagare le tasse, ma soprattutto devono compilare il Modello 730: un'angoscia che accomuna lavoratori dipendenti e liberi professionisti.

Tutti devono pagare le tasse, ma soprattutto devono compilare il Modello 730: un’angoscia che accomuna lavoratori dipendenti e liberi professionisti. Nel momento in cui si percepiscono dei redditi è necessario contribuire alla spesa pubblica, che ci permette di usufruire dei trasporti e degli ospedali. Per questo motivo, ogni santissimo anno, è necessario presentare la dichiarazione dei redditi e compilare il Modello 730.

Sono molti i contribuenti, comunque, che non rispettano questo importante appuntamento con l’Agenzia delle Entrate. O presentano il loro Modello 730 in ritardo rispetto la scadenza previsto. Ma cosa si rischia a non rispettare questa importante scadenza? A quali sanzioni si rischia di andare incontro? Scopriamolo insieme.

730, come funziona

Sostanzialmente il Modello 730 è il modulo fiscale che viene utilizzato dai pensionati e dai lavoratori dipendenti per la propria dichiarazione dei redditi. Serve per rendere noti al fisco i seguenti redditi:

  • da qualsiasi tipo di lavoro dipendente e da quelli assimilati;
  • di terreni o dei fabbricati;
  • di capitali, come quelli che derivano da un mutuo, un deposito e dal conto corrente;
  • eventuali redditi da lavoro autonomo, per i quali non è necessaria la partita Iva;
  • assoggettabili a tassazione separata;
  • altri redditi, come quelli che potrebbero derivare da un terreno che è situato all’estero.

Compilando correttamente il Modello 730, il contribuente ha, anche, la possibilità di ottenere direttamente sulla busta paga o nella mensilità della pensione il rimborso Irpef, nel caso in cui sia in credito d’imposta. Nel caso in cui, invece, dovessero risultare degli importi da pagare, gli stessi gli verranno trattenuti direttamente sulla retribuzione o sulla pensione.

Nel 2016 è stato introdotto il Modello 730 precompilato: è un particolare modello che al suo interno contiene tutti i dati necessari per presentare la dichiarazione dei redditi, già raccolti e compilati dal fisco. Nel caso in cui il contribuente dovesse scegliere questa modalità, dovrà semplicemente verificare che i dati siano corretti e compilati completamente. Potrà provvedere a rettificare o a completare le informazioni, laddove sia necessario.

Se non faccio il 730, cosa succede?

Sostanzialmente l’Agenzia delle Entrate ha semplificato di molto la compilazione del Modello 730, fornendo ai diretti interessati un documento precompilato, con tutti i dati già inseriti. Ma a questo punto al contribuente che, benché sia obbligato a presentarlo, non lo presenti cosa rischia? Chi non lo dovesse presentare o lo presentasse oltre 90 giorni dalla data di scadenza, commette una vera e propria irregolarità: l’omessa dichiarazione dei redditi. Questo è un illecito tributario, con il quale è meglio non scherzare. Chi dovesse commetterlo riceverà le seguenti sanzioni:

  • da 250 euro a 1.000 euro, nel caso in cui non fossero dovute delle imposte. Se la dichiarazione dei redditi viene presentata entro l’anno successivo, la sanzione sarà compresa tra i 150 ed i 500 euro;
  • dal 120% al 240% delle imposte che il contribuente avrebbe dovuto pagare. L’importo minimo non sarà, comunque, inferiore a 250 euro. Se il diretto interessato ha prodotto dei redditi all’estero, la sanzione è aumentata di un terzo. Nel caso in cui il contribuente dovesse presentare la dichiarazione dei redditi entro il periodo d’imposta successivo, la sanzione prevista scende tra il 60% ed il 120% delle imposte dovute, con un importo minimo pari a 200 euro.

A questo punto è necessario spiegare cosa si intenda per imposta dovuta: è, sostanzialmente, la differenza tra quella accertata e quella che è stata versata a qualsiasi titolo. Queste sanzioni verranno applicate nel caso in cui il contribuente non presenti al fisco il Modello 730 entro i termini previsti dalla legge o quando la presenti dopo 90 giorni rispetto alla scadenza. Sarà necessario, poi, provvedere a pagare anche gli interessi legali sull’imposta dovuta, che dovranno essere calcolati dalla scadenza della presentazione fino al giorno dell’effettivo pagamento.

Attenzione che nel caso in cui si ometta di presentare la dichiarazione dei redditi e questa superi la soglia dei 50.000 euro si è davanti ad un vero e proprio reato. Questo comportamento può essere punito con la reclusione da 1 anno e 6 mesi fino a 4 anni. Il contribuente dovrà anche subire un processo penale, nel quale l’amministrazione fiscale dovrà dimostrare coscienza e volontà del contribuente di non pagare le imposte dovute al fisco. Il contribuente ha comunque la possibilità di chiedere, ad esempio, il patteggiamento ed ottenere uno sconto di pena. L’accesso a questo rito speciale, però, è subordinato al pagamento di tutte le imposte dovute e le relative sanzioni.

Modello 730 non presenta: il ravvedimento operoso

Una delle strade che può percorrere il contribuente, che non abbia presentato il Modello 730, per sanare la propria posizione è quello del ravvedimento operoso. Grazie a questo strumento, il fisco permette al diretto interessato di saldare le tasse in ritardo, con delle sanzioni ridotte. Per poter sfruttare le possibilità del ravvedimento operoso il contribuente ha solo 90 giorni dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi. Dovrà comunque pagare una sanzione che sarà pari ad 1/10 e provvedere e presentare il Modello 730.

Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate effettua delle verifiche incrociate, per essere certa che tutti i contribuenti obbligati provvedano a pagare le tasse. Quindi è possibile che se un contribuente, obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi, non abbia compilato ed inviato il Modello 730 venga stanato. Ma anche per questo reato, come per tutti gli altri, c’è un periodo di prescrizione, che è pari a cinque anni: passato questo periodo il fisco non può chiedere più niente.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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