Obbligo vaccinale per tutti? Cosa prevede Mario Draghi!

Estendere l'obbligo vaccinale a tutti gli italiani? Ecco cosa si pensa che possa mettere in atto il Governo Draghi! In che modo? Vieni a scoprirlo.

Un’estensione a tutta la popolazione dell’obbligo vaccinale? Questo è quello che si pensa possa mettere in atto il Governo Draghi

Come sappiamo, la situazione legata al Covid-19 non accenna a dare molti spiragli di miglioramento. 

O meglio, in molti ora sostengono che la variante Omicron possa essere l’ultima fase della pandemia, in quanto provoca nei vaccinati sintomi più lievi. Eppure, l’aumento dei contagi riscontrato nell’ultimo periodo non lascia ben sperare su una pronta fine dell’emergenza sanitaria. 

Proprio per questo sorgono sempre più domande sulle intenzioni del Governo Draghi circa l’obbligo vaccinale. Ad incrementare le ipotesi ci ha pensato la bozza che circola ultimamente del Decreto Ristori, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Ebbene, secondo alcune indiscrezioni, sembrerebbe proprio che questa bozza possa portare piano piano all’introduzione dell’obbligo vaccinale esteso all’intera popolazione italiana

Ma in che senso possiamo affermare ciò? Andiamo a scoprire più nel dettaglio di cosa stiamo parlando. 

Obbligo vaccinale per tutti: sarà presto realtà?

Secondo quanto possiamo comprendere dalla bozza del Decreto Ristori, il Governo Draghi sta aprendo le porte all’erogazione degli indennizzi per tutti coloro che hanno subito danni in seguito alla somministrazione del vaccino. 

Come sappiamo, infatti, il rapporto rischi e benefici è stato analizzato a fondo e i benefici superano di gran lunga i rischi. Tuttavia, in alcuni casi, ci possono essere delle reazioni avverse, anche gravi, dopo la somministrazione di un vaccino. 

Sia chiaro, non si tratta di fare allarmismo, ma solo di considerare la realtà. Questo può accadere anche dopo l’assunzione di un medicinale e, di conseguenza, non si tratta di un caso solo legato al vaccino anti Covid.

Ma torniamo a noi. Come abbiamo affermato, con l’introduzione del Decreto Ristori il Governo sta aprendo le porte all’erogazione degli indennizzi per tutti coloro che hanno subito danni in seguito alla somministrazione del vaccino

Questo fattore rappresenterebbe per molti l’inizio di una nuova strada, ossia la strada che porta all’imposizione dell’obbligo vaccinale su tutto il territorio italiano. 

Obbligo vaccinale esteso: cosa dice il Decreto Ristori?

Per comprendere più a fondo cosa porta molte persone ad ipotizzare l’estensione dell’obbligo vaccinale, dobbiamo andare ad analizzare più nel dettaglio cosa dice la bozza del Decreto Ristori. 

Infatti, si parla di un indennizzo che verrà erogato anche nei confronti di coloro che ripoteranno lesioni o infermità (che porteranno ad una menomazione permanente) causate dal vaccino contro il Coronavirus

Ma di quale importo stiamo parlando? Ebbene, si tratta di 50 milioni per il 2022 e di 100 milioni di euro per il 2023.

Ma attenzione! Non è che fino ad ora non c’è stato alcun risarcimento per le reazioni avverse al vaccino, sia chiaro. 

Cosa intendiamo? Ebbene, per il momento, lo Stato è comunque stato obbligato a risarcire i danni fisici legati agli effetti avversi del vaccino anti Sars-CoV-2.

Infatti, il risarcimento danni risulta essere obbligatorio anche se non viene imposto alcun obbligo vaccinale. 

Tutto questo è sancito dalla legge numero 210 del 25 febbraio 1992, nella quale viene sancito che chiunque abbia riportato danni in seguito a vaccinazioni obbligatorie (per legge o per ordinanza) sia tenuto a ricevere un risarcimento danni da parte dello Stato. 

Risarcimento danni vaccino: arriva anche senza obbligo vaccinale!

Come abbiamo detto nel precedente paragrafo, il risarcimento danni per gli effetti avversi da vaccino è previsto dalla legge anche se non è stato imposto alcun obbligo vaccinale. 

Ebbene, ma cosa accade quando si tratta di una raccomandazione e non di un obbligo vero e proprio?

Sono state diffuse molte notizie secondo le quali la firma del famoso “consenso informato” togliesse allo Stato ogni responsabilità sui possibili danni del vaccino. Eppure, non è così.

Infatti, in base ad una sentenza della Corte Costituzionale, non esiste alcuna differenza tra un obbligo vaccinale o una raccomandazione al vaccino, ossia la strada che il Governo sta seguendo in questo momento. 

Ma per quale motivo? Andiamo a scoprirlo insieme. 

Dunque, in base a quanto afferma la Corte Costituzionale, non esiste alcuna differenza tra un indennizzo dato in quanto ci si è sottoposti ad un trattamento obbligatorio o ad uno effettuato per ragioni di solidarietà. 

In poche parole, se le conseguenze derivano da un vaccino (che sia esso obbligatorio o raccomandato) effettuato per l’interesse collettivo, lo Stato è tenuto comunque a risarcire i danni. 

Piano per l’obbligo vaccinale: come sarà articolato?

Dunque, molte persone sostengono che parlare di indennizzi a livello nazionale sia il primo passo verso l’introduzione di un vero e proprio obbligo vaccinale. 

Non c’è da stupirsi, non saremmo il primo Paese europeo ad imporlo.

Infatti, possiamo pensare a quanto accaduto nella vicina Austria, dove l’obbligo vaccinale entrerà in vigore il 4 febbraio 2022. 

Il primo step verso l’obbligo in realtà non è stato quanto contenuto dal Decreto Ristori, ma dobbiamo andare a ritroso. Infatti, il primo scalino verso l’approvazione dell’obbligo vaccinale è stato rappresentato dall’imposizione del Green pass sui luoghi di lavoro, della quale parleremo a breve. 

In poche parole, l’obbligo vaccinale previsto per le persone con età superiore ai 50 anni sarebbe solo la prima parte di un piano che dovrebbe coinvolgere l’intera popolazione. 

Realtà o immaginazione? Per il momento non possiamo avere ancora nessuna certezza in quanto il premier Mario Draghi non si è ancora espresso apertamente sulla misura. 

Tuttavia, l’introduzione dell’obbligo vaccinale sarebbe una strada accreditata da molti esperti appartenenti al Comitato Tecnico Scientifico, ma anche dal Ministro Roberto Speranza.

Un primo passo per l’obbligo vaccinale: dove lo abbiamo?

Ok, stiamo parlando di obbligo vaccinale esteso a tutte le fasce di popolazione, ma ci sono lavoratori che devono già sottostare a tale obbligo?

Beh, la risposta è ovviamente sì e ora andremo a capire chi deve rispettare già da tempo l’obbligo vaccinale. 

Al momento, l’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid è prevista per il personale sanitario e amministrativo

Per molte categorie di lavoratori non parliamo propriamente di obbligo vaccinale, ma di obbligo di Super Green pass, ossia quello che si ottiene tramite la vaccinazione oppure dopo essere guariti dalla malattia. 

Ebbene, come sappiamo, a parie dal 15 febbraio tutti i lavoratori al di sopra dei 50 anni che non saranno in possesso del Super Green pass non potranno più lavorare. 

Infatti, per il momento, è necessario solamente l’uso del Green pass base per recarsi al lavoro, quindi quello che si ottiene dopo la vaccinazione, la guarigione o per mezzo di un tampone molecolare o antigienico negativo. 

Inoltre è bene sottolineare che tutti coloro che hanno più di 50 anni e che non hanno iniziato il ciclo vaccinale (o non sono in possesso del Green pass per guarigione dalla malattia) dovranno pagare una multa di 100 euro una tantum. 

Il compito di “scovare” le persone senza Super Green pass sarà dell’Agenzia delle Entrate

Obbligo di Green pass: come funziona?

Dunque, prima di preoccuparci di una possibile estensione dell’obbligo vaccinale a tutta la popolazione, è il caso di pensare all’obbligo del Super Green pass.

Infatti, ancora per poco basserà il Green pass base per andare al lavoro, ma a partire dal 15 febbraio coloro che non saranno in possesso della certificazione verde rafforzata non potranno andare al lavoro e verranno sospesi senza alcuna possibilità di ricevere lo stipendio. 

Coloro che si recheranno comunque al lavoro senza essere in possesso del Super Green pass riceveranno una multa compresa tra 600 e 1.500 euro. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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