Omissione di soccorso: quando si verifica e rischi

L'ordinamento italiano stabilisce che l'omissione di soccorso è un reato contro la persona. Ecco tutti i rischi e quando scattano le aggravanti.

Si sente spesso parlare del reato di omissione di soccorso, ma a volte non è chiaro in quali casi non è obbligatorio prestare assistenza. Se è vero che alcuni comportamenti andrebbero attuati anche senza un obbligo legale, d’altra parte in situazioni complesse come quelle di un incidente, l’istinto non corrisponde sempre al buon senso. Tra le possibili reazioni non manca chi travolto da eccessiva freddezza e indifferenza, omette di soccorrere la vittima ignorando che una condotta di questo tipo potrebbe avere come ripercussione un bel guaio legale. Ma in quali casi siamo di fronte ad un reato di omissione di soccorso? Ci sono sempre delle conseguenze penali

Che cos’è l’omissione di soccorso 

L’omissione di soccorso è un reato che si verifica il più delle volte in relazione a incidenti stradali. Questa fattispecie si verifica quando una persona non interviene aiutando un altro individuo in una situazione di difficoltà, questo può voler dire anche solo chiamando i soccorsi o le autorità competenti. 

Evitare di soccorrere una persona che necessita di aiuto è a tutti gli effetti un reato e non riguarda solamente il caso degli incidenti stradali, bensì circostanze diverse, ad esempio ignorare un’aggressione o non aiutare una persona anziana che non si sente bene, come un colpo di caldo. 

Quando l’omissione di soccorso è un reato?

Come si può dedurre dalla parola stessa, l’omissione di soccorso è un reato omissivo. Questo avviene ognuqualvolta un cittadino non rispetta un obbligo legislativo. In questo caso specifico la mancata azione mette in pericolo la vita di un altro individuo. 

L’art. 593 del Codice Penale recita che:

“Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all’Autorità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2.500 euro.”

Questo reato scatta quando l’individuo non agisce aiutando coloro che si trovano in pericolo. Vi sono situazioni, infatti, in cui la persona che si trova in difficoltà chiede aiuto a chi si trova intorno, anche se domandare quell’ausilio non dovrebbe essere necessario. Proviamo ad esempio ad immaginare di essere vittime di un’aggressione in un luogo pubblico come un parco, o di sentirci male in mezzo alle persone. L’istinto primario è quello di chiedere aiuto, ma per tutti i passanti in quel caso ci sarebbe l’obbligo di assisterci, in caso contrario si configurerebbe il reato. 

Omissione di soccorso: i rischi

L’art.593 del Codice penale descrive due situazioni specifiche che rappresentano il reato:

  • non informare le autorità di aver trovato o smarrito un bambino minore di 10 anni o un altro individuo considerato incapace di provvedere a sé stesso;
  • evitare di prestare assistenza ad un corpo ferito o che sembra esanime.                                                             

Il primo caso si può tradurre con un esempio, che purtroppo non accade raramente: quante volte si sente parlare di persone anziane affette da demenza senile (o da qualsiasi altra patologia che ne ha compromesso la memoria) che passeggiano incoscienti senza ricordare nè la strada di casa nè la propria identità. Astenersi dall’aiutarlo vorrebbe dire “non informare le autorità di aver trovato una persona smarrita” e quindi incorrere nel reato in questione. 

Nel secondo caso, invece, è molto facile pensare ad un incidente stradale in cui la persona è ferita o il corpo sembra inanimato. Il buon senso e la legge, obbligano all’intervento per offrire assistenza, anche chiamando i soccorsi. 

Omissione di soccorso: le aggravanti

Le aggravanti si aggiungono nel caso in cui il mancato soccorso ha prodotto effetti gravi, come problemi irreversibili e nel peggiore dei casi, il decesso.

Ecco le conseguenze e le relative sanzioni:

  • chi non avvisa le autorità competenti: rischia fino ad un anno di reclusione e una multa di un massimo di 2500 euro;
  • chi non si ferma in caso di incidente con danno alle sole cose: rischia una sanzione che va dai 250 ai 1000 euro, talvolta viene ritirata la patente per due mesi;
  • chi non si ferma in caso di incidente dove vi è danno alle persone (ad esempio in caso di omicidio stradale): si prevede la reclusione da 3 mesi fino a 3 anni, mentre la patente viene ritirata anch’essa per 3 anni;
  • chi non assiste una persona ferita: viene recluso per un tempo che va da 6 mesi a 3 anni.

Quando non è reato 

Vi sono delle ipotesi in cui, per ovvie ragioni, questa condotta non può essere rilevante dal punto di vista penale, dunque non provoca alcuna conseguenza per chi non si ferma a prestare aiuto. I casi sono sostanzialmente due:

  • il soccorritore è anziano o infermo: in quel caso sarebbe rischioso il suo intervento;
  • la persona in pericolo è già circondata da altri passanti che la stanno aiutando, oltre a medici e soccorso stradale.

Lo sconto di pena

È prevista una riduzione della pena se il conducente si palesa all’autorità giudiziaria entro 24 ore dopo l’incidente. In alcuni casi però si potrebbero aggiungere ulteriori aggravanti, come ad esempio nei casi in cui le conseguenze siano state letali anche dopo ore dall’incidente.

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