Plagio nella tesi di laurea: tutte le conseguenze

Lo studente universitario che copia una tesi di laurea incorre nel reato di plagio, con conseguenze che possono essere davvero spiacevoli.

Lo studente universitario che copia la tesi di laurea commette il reato di plagio, il quale porta a delle sanzioni penali e all’annullamento della laurea.

Molti pensano che parafrasare un’altra fonte, modificando alcune parole oppure invertendo le frasi, possa essere una soluzione per aggirare questa regola, ma in realtà non è così.

Ecco, dunque, quando avviene il plagio, qual è la soglia superata la quale si considera tale, come vengono effettuati i controlli e quali sono i rischi e le conseguenze che dovrà pagare lo studente universitario in caso di violazione.

Plagio nella tesi di laurea: che cos’è e che cosa si intende

Secondo quanto viene esplicitato dalla giurisprudenza, il plagio nella tesi di laurea risulta essere un vero e proprio reato, il quale, per l’appunto, viene punito dalle sanzioni che sono previste dall’ordinamento giuridico nazionale. In particolare, il plagio nel diritto d’autore si verifica qualora attraverso l’appropriazione illegittima della paternità di una determinata opera dell’ingegno, si configura l’ipotesi di una violazione di questi due diritti in capo all’autore dell’opera stessa, ovvero:

  • il diritto di utilizzazione economica;
  • il diritto morale.

La configurazione di questo particolare illecito penale si può verificare in qualsiasi momento e, dunque, anche dopo molti anni rispetto alla data nella quale l’opera dell’ingegno è stata effettivamente realizzata dal suo autore.

A questo proposito, infatti, la legge sulla protezione del diritto d’autore, la quale è stata introdotta all’interno del nostro ordinamento giuridico nazionale attraverso l’emanazione della Legge n. 633 del 22 aprile 1941, assicura al soggetto che detiene la paternità di una determinata opera dell’ingegno, la possibilità di rivendicarla e, dunque, di far valere i propri diritti che egli detiene su di essa, in modo da proteggere questi ultimi da qualsiasi appropriazione indebita che possa derivare da una terza persona.

Ad ogni modo, all’interno di questo breve articolo, andremo a parlare della tematica riguardante il plagio nella tesi di laurea, il quale avviene nel momento in cui quest’ultima risulta essere stata copiata oppure quando sia stato inserito un testo scritto di proprietà di un altro soggetto, senza aver provveduto ad inserire in maniera corretta la citazione della fonte.

Quando avviene

Molti studenti universitari pensano, in maniera completamente sbagliata, che parafrasare un testo appartenente ad un’opera dell’ingegno, la cui paternità risiede in quella che è un’altra persona, non faccia scattare l’ipotesi di violazione e di appropriazione illegittima di quest’ultima, quando in realtà non è affatto così.

Infatti, utilizzare alcuni sinonimi in modo da cambiare alcuni termini di un testo coperto dal diritto d’autore oppure modificare le frasi invertendone la relativa costruzione, non esime lo studente universitario dalla propria responsabilità nel caso in cui venga accertata la violazione commessa. L’unico modo per effettuare queste operazioni senza commettere un reato è quello di cambiare praticamente del tutto gli elementi relativi all’altra opera alla quale si fa riferimento.

Una tesi di laurea viene considerata come copiata quando lo studente universitario si è appropriato di, in maniera parziale oppure totale, di una determinata opera dell’ingegno, la cui paternità appartiene, invece, ad un altro soggetto. In particolare, uno studente commetterà un fatto illecito qualora abbia copiato uno dei seguenti elementi, senza aver citato, in maniera corretta, la fonte dalla quale questi provengono:

  • testo scritto;
  • frasi;
  • citazioni;
  • studi;
  • esperimenti;
  • conclusioni.

Qualora la violazione del diritto d’autore venga commessa da un altro soggetto, il quale ha scritto al posto dello studente la tesi di laurea di quest’ultimo, entrambi ne pagheranno le conseguenze sotto l’aspetto penale, così come viene disciplinato all’interno delle disposizioni che vengono specificate nell’art. 4, della Legge n. 475 del 19 aprile 1925.

Nello specifico, dunque, una tesi di laurea si considera copiata qualora lo studente universitario abbia:

  • copiato ed incollato il testo o altri elementi da un’altra opera dell’ingegno protetta dal diritto d’autore;
  • scritto in maniera parafrasata le considerazioni e le conclusioni, di cui la paternità risulta essere di un altro soggetto, senza citarlo in maniera corretta all’interno del proprio testo;
  • inserito all’interno della propria tesi di laurea un esperimento, uno studio oppure una teoria, che sono stati pensati o effettuati da un’altra persona;
  • presentato una tesi di laurea che risulta essere stata scritta da un altro soggetto, sia che quest’ultimo abbia provveduto alla relativa redazione in maniera gratuita e sia che quest’ultimo l’abbia svolta dietro pagamento.

Per comprendere meglio quali sono le singole situazioni attraverso le quali viene riconosciuto il reato di plagio all’interno della redazione di una tesi di laurea, andiamo ad esplicitare, in maniera chiara e semplice, quando si verifica l’ipotesi di un illecito penale. In particolare, pagherà le rispettive conseguenze sotto l’aspetto penale, lo studente universitario che:

  • ha copiato in maniera volontaria una o più frasi da un altro testo coperto dal diritto d’autore;
  • ha copiato in maniera volontaria, parafrasando alcuni termini, una o più frasi da un altro testo originale;
  • ha copiato, traducendo le sue parole, una o più frasi relative ad un testo originale, il quale è stato redatto in un’altra lingua;
  • ha inserito all’interno della propria tesi di laurea una citazione, una bibliografia oppure un’intervista, senza però aver citato in maniera corretta le fonti da egli inserite.

Qual è la soglia superata la quale si considera plagio

Appurato che risulta essere molto difficile non commettere una violazione del diritto d’autore quando ci si basa su un testo la cui paternità appartiene ad un’altra persona, quale è il limite effettivo oltre il quale l’ordinamento giuridico nazionale riconosce il reato di plagio nella redazione di una tesi di laurea?

Al di là, dunque, delle regole che abbiamo delineato durante il corso del precedente paragrafo, una tesi di laurea si considera realmente copiata quando il suo contenuto è ripreso per oltre il 15% da altre fonti. Perciò, per non rischiare, uno studente universitario dovrà necessariamente rimanere al di sotto di questa soglia.

Come avvengono i controlli e da chi 

Dopo che lo studente abbia presentato la propria tesi di laurea al proprio relatore e, dunque, all’intera commissione esaminatrice, costoro provvederanno a verificare che questa non sia stata copiata, utilizzando uno specifico programma, ovvero un software “anti-plagio”, il quale avrà il compito di calcolare la percentuale di elementi appartenenti ad altre fonti.

Questo è stato un enorme passo in avanti che è stato fatto dalle Università italiane, dal momento che queste ultime, prima del nuovo millennio, dovevano provvedere ad effettuare questo controllo in maniera manuale. Infatti, il professore, insieme alla segreteria, avevano il compito di prendere tutte le fonti relative ad argomenti simili alla tesi di laurea dello studente, documentandosi attraverso le pubblicazioni, i giornali, le riviste e quant’altro.

Adesso, invece, il lavoro per questi soggetti, oltre ad essere decisamente meno complesso e dispendioso in termini di tempo e di fatica, risulta essere anche maggiormente fedele e sicuro, dal momento che il software possiede una banca dati estremamente ampia e, dunque, rileverà in maniera migliore e maggiormente accurata un eventuale plagio.

Il software a disposizione degli atenei, in particolare, provvederà ad effettuare una comparazione del testo della tesi di laurea con moltissimi altri testi che sono presenti all’interno del suo database. Dopodiché, fornirà la percentuale di originalità del testo, per poi rimettere al professore la decisione finale in merito.

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Rischi e conseguenze del plagio

Lo studente universitario che, nella redazione di una tesi di laurea, copia il suo contenuto da altre fonti, commette il reato di plagio, punito dalle sanzioni penali previste all’interno dell’art. 1, della Legge n. 475 del 19 aprile 1925, “Repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche”.

In particolare, il primo articolo della suddetta legge prevede recita quanto segue:

Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno.

La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito.”

In sostanza i rischi e le conseguenze per lo studente universitario sono:

  • un periodo di reclusione compreso tra i tre mesi ed un anno;
  • la revoca del titolo di laurea conseguito.

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