Ecco in quali casi il coniuge eredita tutto!

La legge in fatto di successione è abbastanza chiara: il coniuge eredita dal defunto. Ed è anche legatario dei diritti di abitazione della casa familiare.

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La legge in fatto di successione è abbastanza chiara: il coniuge eredita dal defunto. Ed è anche legatario dei diritti di abitazione della casa familiare. Potrà utilizzare i mobili al suo interno e ne potrà disporre come meglio crede. Al contrario, invece, non trasmette, ai propri legittimi eredi il diritto di entrare nell'eredità dell'altro coniuge, nel caso in cui lui stesso non abbia voluto entrarvi.

Particolare attenzione spetta quando vi è una separazione: al coniuge superstite, purché non sia stata addebitata a lui la separazione con sentenza passata in giudicato, potrà conservare, sostanzialmente gli stessi diritti (o quasi) del coniuge che non sia separato. Nel caso in gli sia stata addebitata la separazione, perderà tutti i diritti sull'eredità. Potrà vedersi riconosciuto un vitalizio, che avrà unicamente una funzione alimentare.

Cosa eredita il coniuge superstite

In estrema sintesi cosa eredita il coniuge superstite? Quali sono i suoi diritti successori, nel momento in cui si apre la successione? I diritti sul patrimonio del defunto sono molti e coinvolgono direttamente sia la successione a titolo universale, che quella a titolo particolare. Come primo punto è necessario sottolineare che il coniuge rientra direttamente nel novero di quelli che sono considerati, a tutti gli effetti, gli eredi legittimari. In base all'ex articolo 536 del Codice Civile, i legittimari sono le persone a cui la legge ha riservato una parte dell'eredità, o comunque altri diritti sulla successione.

Il coniuge, in quanto successibile legittimo, è chiamato direttamente dalla legge ad entrare in possesso dell'eredità, nel caso in cui non sia presente un testamento o questo sia in parte o del tutto inefficace. Il coniuge, comunque, potrà essere nominato erede anche all'interno del testamento del coniuge, seguendo e rispettando, in questo caso, le regole generali sulla successione. In questa sede, comunque, non ci occuperemo del coniuge nominato all'interno del testamento, ma di quello che è rimasto completamente fuori da ogni testamento. Cerchiamo quindi di scoprire cosa eredita e quando potrà entrare in possesso di tutto il patrimonio.

Coniuge: quanto eredita!

Abbiamo visto che il coniuge è un erede legittimario. Questo significa che la legge prevede che una parte dell'eredità gli spetti di diritto: la normativa ha stabilito che, al superstite, sia riservata una quota variabile del patrimonio. Nel caso in cui il defunto non avesse avuto dei figli, al coniuge spetta la metà del patrimonio. Se invece ci fosse un solo figlio, al coniuge spetta unicamente un terzo del patrimonio. Se i figli sono più di due, la quota di riduce ad un quarto del suddetto patrimonio.

Quando si apre la successione, il coniuge che non avesse ricevuto la quota di eredità che gli spetta, o nel caso in cui non abbia ricevuto proprio niente, potrà decidere di rispettare le volontà testamentarie del defunto. O potrà decidere di tutelarsi nelle sedi opportune, chiedendo di essere reintegrato nei propri diritti di erede legittimo. Ricordiamo che tra le righe di quella che è la successione necessaria, ci sono anche i diritti legati all'abitazione sulla casa famigliare, compresi gli usi dei mobili e di quanto li correda. 

Ma cerchiamo di capire quanto eredita il coniuge superstite. Come abbiamo visto il Codice Civile prevede che sia il primo tra i successibili legittimi. Questo significa che arriverà prima di tutti gli eredi, ma non è detto che a lui (o lei) spetti l'intera eredità. Nel caso in cui sia l'unico erede, gli spetterà l'intero patrimonio del defunto: dovrà dividerlo solo e soltanto in presenza di un testamento. O se il defunto ha dei figli - applicando le percentuali che abbiamo visto in precedenza - gli spetterà un terzo del patrimonio se c'è solo un figlio, un quarto se ci sono più di due figli.

Coniuge separato: cosa eredita

A definire chiaramente la posizione del coniuge separato ci hanno pensato gli articoli 548 e 585 del Codice Civile, secondo i quali, nel caso in cui la separazione non sia stata addebitata per colpa con sentenza passata in giudicato, al coniuge separato spettano gli stessi diritti di quello non separato. Il coniuge, a cui non sia stata addebitata la separazione, a questo punto eredita come se non fosse mai stato separato. Secondo la Corte di Cassazione (C. 15277/2019; C. 22456/2014; C. 13407/2014) non spettano invece i legati di abitazione della casa familiare e di uso dei mobili.

Nel caso in cui ci sia stata una separazione, non si potrà individuare, quindi, una casa familiare e nemmeno dei mobili che la corredino. Quindi la separazione, non fa perdere i diritti di entrare nell'eredità, ma preclude la possibilità di abitare nella casa familiare ed utilizzarne i mobili.

Il caso estremo è quello del coniuge a cui è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato. In questo caso perde tutti i diritti di erede necessario e di successibile legittimo. In questo caso potrà avere diritto unicamente ad un assegno vitalizio, che sia proporzionato ai beni che il defunto ha lasciato in eredità ed al numero delle persone che rientrano tra gli eredi legittimi.