Reati depenalizzati in Italia: qui l’elenco completo

Ecco l'elenco di tutti i reati che sono stati depenalizzati, per i quali adesso è prevista soltanto la sanzione amministrativa.

Quante volte abbiamo sentito parlare della necessità di alleggerire il carico di norme in Italia? E del bisogno di svuotare le carceri sovraffollate? Ebbene, per questi e altri motivi che vedremo, esiste la depenalizzazione dei reati.

Con una recente riforma alcune condotte previste dal nostro Codice penale sono diventate illeciti amministrativi. Ne deriva che chi le commette non subirà un processo, o altre spiacevoli conseguenze, ma dovrà soltanto pagare una sanzione in denaro.

Esiste un elenco dei reati depenalizzati in Italia? La risposta è affermativa e puoi consultarlo in questo approfondimento.

Cosa vuol dire depenalizzazione di un reato

Depenalizzazione è un termine che si usa in diritto per indicare il fatto che un certo comportamento non è più perseguibile dal punto di vista penale. In altri termini vuol dire che non è più considerato un reato bensì un “illecito”.

I reati depenalizzati non diventano legali anzi, restano comportamenti vietati dalla legge ma di minore gravità. Per questo chi li commette non rischia un processo penale e nemmeno il carcere ma soltanto una sanzione amministrativa.

Nel nostro ordinamento c’è stata un’importante opera di depenalizzazione a seguito dell’entrata in vigore del  Decreto Legislativo 15/01/2016 n. 8 con cui un corposo elenco di reati è passato dalla disciplina penale a quella amministrativa. Tra questi gli Atti osceni in luogo pubblico e la Pubblicazione di spettacoli osceni.

Attenzione a non confondere il significato di depenalizzare con quello di legalizzare: tali condotte non sono diventate lecite ma ne è stata ridotta la gravità.

LEGGI ANCHE: Decreto legge: la differenza con DPCM e decreto legislativo

Quali reati sono stati depenalizzati (ecco l’elenco)

Ora che abbiamo compreso significato ed effetti della depenalizzazione, vediamo l’elenco dei reati a cui si applica. Secondo quanto previsto all’articolo 1 del Decreto legislativo 15 gennaio 2016 n. 7, la depenalizzazione riguarda:

  • “Atti osceni”, articolo 527 C.p., anche se commessi all’interno o nelle vicinanze di luoghi frequentati da minorenni;
  • “Pubblicazione di spettacoli osceni”, articolo 528 C.p., che conserva rilevanza penale soltanto in caso di propaganda con pubblicizzazione mediante affissioni o inserzioni sui giornali;
  • “Rifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto”, articolo 652 C.p, cioè la mancata collaborazione nel contrastare disordini pubblici;
  • “Abuso della credulità popolare”, articolo 661 C.p., anche a mezzo stampa quando il fine è violare la buona fede della collettività;
  • “Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive”, articolo 668 C.p., ovvero “Chiunque recita in pubblico drammi o altre opere, ovvero dà in pubblico produzioni teatrali di qualunque genere, senza averli prima comunicati all’Autorità…”;
  • “Atti contrari alla pubblica decenza”, articolo 726 C.p., dove si fa riferimento all’insieme di regole etiche e sociali riconosciute dalla collettività come decorose e quindi ai comportamenti che offendono la pubblica decenza.

Diversamente da quanto molti credono, la calunnia non è stata depenalizzata ed è quindi perseguibile penalmente ai sensi dell’articolo 368 del Codice penale.

Inoltre sono esclusi dall’elenco le fattispecie di reato (anche se punite soltanto con la pena pecuniaria) previste dalle leggi speciali in materia di:

  • tutela del paesaggio;
  • urbanistica;
  • norme edilizie;
  • gioco d’azzardo e scommesse;
  • proprietà intellettuale e tutela dei marchi;
  • detenzione, commercio e produzione di materiale esplosivo;
  • funzionamento dei partiti e regolare svolgimento delle elezioni politiche e amministrative.

Un caso a sé è il reato di “Evasione fiscale” sul quale ci sono succeduti diversi interventi normativi. Infatti, in base alle esigenze e al mutamento delle condizioni economiche del Paese, il legislatore ha innalzato o abbassato la soglia oltre la quale l’evasione assume rilievo penale.

Tali soglie sono indicate nel D. lgs. n. 74/2000:

  • oltre 50.000 euro di imposta evasa (prima, invece, era oltre i 30.000 euro);
  • in caso di “Dichiarazione fraudolenta”, quando i redditi non dichiarati superano il 5% del totale oppure ammontano ad almeno 1,5 milioni di euro (in precedenza il limite era 1 milione di euro).

Perché serve

Per un Paese sovraccarico di norme e burocrazia come il nostro, la depenalizzazione costituisce un mezzo per “alleggerire” sia il carico giudiziario che il sovraffollamento carcerario.

Infatti gli scopi dell’intervento avvenuto nel 2016 erano quelli di:

  • riconsiderate alcune condotte ormai anacronistiche perché basate sui concetti di “decoro” e “pubblica decenza” ormai obsoleti;
  • limitare le cause penali e quindi alleggerire il carico di lavoro dei tribunali;
  • assicurare sanzioni certe poiché la sanzione pecuniaria si applica immediatamente mentre per le tempistiche processuali sono decisamente più lunghe.

Che succede se un reato viene depenalizzato e come si procede

La depenalizzazione non cancella i reati ma li sposta dal piano penale a quello amministrativo.

Vuol dire che chi li commette non rischia la pena detentiva (quindi il carcere) e non vedrà macchiata la propria “fedina penale” perché tali compprtamenti non compaiono tra i carichi pendenti.

In poche parole, quello che succede è il passaggio da reato (sanzionato dal Codice penale) a illecito amministrativo. Chi è riconosciuto come colpevole dovrà pagare una sanzione di tipo pecuniaria, quindi una somma di denaro tra 5.000 a 30.000 euro.

Spetta al giudice amministrativo valutare, caso per caso, l’entità della sanzione in base alla gravità del fatto commesso, alla presenza di circostanze aggravanti o di reiterazione.

Isabella Policarpio
Isabella Policarpio
Copywriting Specialist, classe 1992. Appassionata di linguaggio Seo, scrivo contenuti per il web con focus su attualità, lavoro e diritti. Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università di Teramo e in seguito ho approfondito il Management d'impresa presso La Sapienza a Roma e il Business immigration law durante un periodo di pratica legale all’estero. Nel 2018 ho deciso di dedicarmi a 360° al mondo dell'informazione online. Ho conseguito un master che mi ha insegnato il linguaggio SEO e mi sono specializzata nel “tradurre” i contenuti legali in un linguaggio semplice e diretto. Dicono di me che sono instancabile e curiosa mentre io mi definisco sensibile e battagliera.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
779FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate