Referendum Cannabis, 500mila firme raggiunte! Si va al voto!

Un risultato strabiliante, ma non sorprendente! In pochi giorni il quorum è stato raggiunto, con 500mila di firme raccolte per presentare un referendum che legalizzi la coltivazione di cannabis ad uso personale e abolisca la sanzione amministrativa, che in caso di detenzione stabilisce la sospensione della patente di guida. Al Referendum Cannabis Legale mancano ora solo due passaggi procedurali, la convalida delle firme ad opera della Cassazione e il giudizio di ammissibilità che dovrà essere espresso dalla Corte Costituzionale. Dopo questi due passaggi formali si andrà al voto, previsto per la prossima primavera!

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Un risultato enorme, ma che non sorprende! Il Referendum Cannabis Legale ha raggiunto in una sola settimana le 500.000 firme necessarie perché possa essere presentato. Per adesso la raccolta firme è ancora aperta in via digitale e dopo il 30 settembre saranno inviate alla Cassazione che dovrà convalidarle, poi starà alla Corte Costituzionale dichiarare l’ammissibilità del quesito referendario. 

Dopo questi passaggi procedurali, che si spera siano solo formali, si andrà al voto la primavera prossima cioè dal 15 aprile al 15 giugno 2022 e qui sarà necessario che partecipi almeno la metà degli aventi diritto al voto, perché il referendum sia considerato volontà popolare e sia valido.

Il referendum interviene sostanzialmente legalizzando la coltivazione ad uso personale ed eliminando la sanzione amministrativa che, in caso di detenzione, applica una sospensione della patente di guida.

Perciò i più conservatori possono dormire sonni tranquilli, non ci sarà una nuova Amsterdam! (Ma poi che ci sarebbe di male?).

Ma vediamo più nel dettaglio che cosa chiede il Referendum sulla Cannabis Legale.

Su quali articoli del Decreto 309/1990 interviene il Referendum sulla Cannabis Legale?

Partendo dal presupposto che in Italia questa tipologia di referendum è abrogativa, cioè in parole davvero semplici chieono che venga eliminata una norma non che sia introdotta, vediamo cosa chiede legalmente il questo quesito referendario.

Partiamo dalle noiose diciture legali e poi spieghiamo cosa significano in parole semplici e per la vita di tutti i giorni.

Il testo del quesito chiede che siano abrogati, cioè annullati giuridicamente, alcuni provvedimenti, eliminando alcune parti del testo del Decreto 309/1990 che disciplina la normativa per la regolamentazione di uso e consumo delle sostanze stupefacenti.

Nel dettaglio si chiede che siano eliminate dal testo dell’articolo 73 le parole “coltiva”, presente nel comma 1, e  la frase “la reclusione da 2 a 6 anni e” del comma 4.

Poi si chiede di eliminare alcune righe dell’articolo 75, cioè quelle che impongono la sospensione della patente per chi viene trovato in possesso di cannabis. Ovviamente il testo non fa riferimento a modifiche per guida sotto l’effetto di cannabis e per cui rimangono le sanzioni previste da codice della strada, solo si chiede l’eliminazione di questa sanzione aggiuntiva in caso di detenzione.

Quali cambiamenti pratici chiede alla Legge il Referendum Cannabis Legale?

Il Referendum per la Cannabis Legale chiede piccoli interventi nel testo del Decreto, ma che hanno una grande valenza perché intervengono sia in ambito penale che amministrativo. 

Quello che si chiede non è di legalizzare lo spaccio o aprire i coffee shop in Italia, ma semplicemente di eliminare sanzioni e pene relative alla coltivazione per uso personale.

Prima di tutto si chiede di eliminare le pene per chi coltiva cannabis, con l’eccezione però della coltivazione finalizzata al traffico illecito. In parole povere si chiede che si possa coltivare per uso personale e non con finalità di vendita.

Questi gli interventi sul piano penale mentre per quello amministrativo si richiede che; sempre per le condotte finalizzate all’uso personale, sia eliminata la sanzione che prevede la sospensione della patente di guida.

Ricordiamo ancora una volta che la modifica non coinvolge le pene per la guida sotto l’effetto di cannabis, che sono disciplinate dal codice della strada e che resterà in vigore referendum o meno.

Il quesito interviene solo sulla sanzione di sospensione della patente che in Italia viene applicata a chi detiene sostanze stupefacenti, tra cui la cannabis, a prescindere se sia o meno alla guida e se abbia o meno consumato la sostanza. 

Ancora non viene toccata la norma che prevede invece in questa stessa circostanza la sospensione del porto d’armi, del passaporto e del permesso di soggiorno al fine turistico.

Il perché restino intatte queste sanzioni è di duplice natura, cioè una tecnica e una pratica come sostengono gli stessi organizzatori.

Prima di tutto la sospensione della patente per tre anni è la sanzione amministrativa che ha un impatto più rilevante in assoluto sulla vita pratica e quotidiana. C’è poi una questione tecnica legale, cioè il testo del referendum ha scelto di non contrapporsi completamente alle norme che derivano da obblighi internazionali, le quali chiedono che siano applicate sanzioni amministrative per chi utilizza cannabis. 

In parole povere se si eliminassero dal testo tutti i tipi di sanzione amministrativa si andrebbe contro gli obblighi internazionali e il referendum sarebbe bloccato dalla Corte Costituzionale, perché giudicato non ammissibile come accadde nel 1996.

Referendum Cannabis Legale, sfatiamo qualche mito conservatore 

Una domanda a cui hanno risposto gli organizzatori della raccolta firme per il referendum riguarda il modo in cui le modifiche proposte al testo del Decreto interverranno sul consumo delle altre Droghe. Ovvero la famosa domanda che molti si chiedono: “ma saranno legalizzate tutte le droghe?”.

NO! Partiamo dal presupposto che il referendum ha lo scopo principale di promuovere non la vendita di cannabis, ma la coltivazione personale, quindi non vi troverete piantagioni sotto casa. 

Poi, in linea generale cannabis e funghi sono le uniche due sostanze che si coltivano e si consumano. Chi ha visto Breaking Bad sa bene che le altre tipologie di droghe richiedono un serie di passaggi intermedi che continuano ad essere puniti dall’articolo 73, nelle parti che il Referendum lascia intatte.

Inoltre si deve considerare che il referendum non va ad interferire con l’Articolo 28 dov’è disciplinata e quindi punita la coltivazione ai fini di vendita.

Lo ripetiamo il pregio di questo referendum è intervenire sulla coltivazione ad uso personale!

Quali passaggi mancano perché sia indetto il Referendum sulla Cannabis Legale

Per quanto riguarda il Referendum per la Cannabis Legale è ancora possibile aderire fino al 30 settembre e la firma può essere messa in modo digitale sulla piattaforma degli organizzatori con la SPID o altri strumenti di firma digitale. Chi non ha nessuno di questi può comunque firmare online con il servizio TrustPro QTPS.

Il video YouTube di Matteo Mainardi contiene tutte le istruzioni su come firmare online per il Referendum per la Cannabis Legale:

  

Per quanto, ricordiamo, che il primo quorum, cioè il numero minimo di firme valido per la presentazione del referendum che è di 500.000 e già stato raggiunto.

Il passaggio successivo dell’iter adesso prevede che tali firme siano convalidate dalla Cassazione e che il referendum sia giudicato ammissibile dalla Corte Costituzionale.

Ricordiamo che al momento le modifiche proposte al testo del Decreto che disciplina l’uso delle sostanze stupefacenti sono tre, ma il quesito è formulato in maniera unitaria. Cioè chi vota SI, che è il voto da esprimere se si è a favore delle modifiche, vota SI all'abrogazione di tutte e tre le norme sia relative alla coltivazione di Cannabis ad uso personale che alla sospensione della patente.

Ad ogni modo nel validare o meno il referendum la Corte ha facoltà anche di ridurre i quesiti, cioè intervenire con alcune modifiche, se non li ritiene ammissibili.

Inoltre una volta indetto il Referendum per la Cannabis Legale in Italia perché esso sia valido è richiesto un altro quorum, cioè deve esprimersi almeno la metà degli aventi diritto al voto in Italia, perché la decisione popolare sia considerata valida e sia applicata. 

Ad ogni modo qualora la Corte Costituzionale si esprima a favore del referendum e questo fosse indetto le votazioni ci sarebbero dal 15 aprile al 15 giugno e qualora il SI raggiungesse la maggioranza allora la legge sarebbe subito abrogata, cioè sarebbe eliminata dal Decreto parte del testo richiesta.

L'abrogazione sarà poi formalizzata con un altro Decreto del Presidente della Repubblica che ha il potere di ritardare l’efficacia dei provvedimenti di massimo 60 giorni, tempo dopo il quale i provvedimenti divengono effettivi.

Orgoglio e Pregiudizio dei conservatori! Sfatiamo qualche mito sul Referendum Cannabis Legale

Ovviamente l’Italia su alcune questioni è sempre meno all’avanguardia di altri paesi, sono infatti fioccate critiche e perplessità da parte di conservatori e del centrodestra, per cui legalizzare la coltivazione di cannabis anche ad uso personale e fonte di un inspiegabile timore.

In realtà diciamo che in botanica la quantità di sostanze con effetti psicotropi è veramente vasta e, al di là delle ben note foglie di coca che si vedono nei film americani, alcune non sono neanche classificate in ambito legale, altre già le troviamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi.

L’Italia come canta Mino Reitano e il paese degli oleandri, ebbene la pianta è velenosa in tutte le sue parti. I papaveri da oppio nei climi temperati come il nostro crescono spontaneamente alla stregua delle erbacce e ci giocano normalmente da bambini. Per non parlare della quantità di funghi allucinogeni esistenti in natura. 

Ci viene da chiedere come mai gli esponenti politici, che sono tanto severi con la cannabis, non lo siano con l’alcool; un po’ è pregiudizio un po’ sarà che per gli alcolici lo Stato, come per il tabacco, detiene il monopolio.

Ancora il referendum è stato criticato per la facilità con cui le firme sono state raccolte nell’era digitale, ebbene in effetti è stato sempre lo Stato ad obbligarci ad avere la SPID (a pagamento) anche per fare un colpo di tosse.

Come sottolinea l’autrice di un articolo pubblicato su l'HuffingtonPost Antonella Soldo, da quando si è insediato il governo Draghi l’84,6% dei provvedimenti sono stati realizzati con un Decreto governativo, cioè senza tenere in alcun modo in conto la volontà popolare.

Del resto sono parecchi mandati che noi il governo neanche lo eleggiamo più e la pandemia a livello politico è un’ottima scusa per qualsiasi cosa. 

Chi sono i promotori del Referendum Cannabis egale?

Chiudiamo riportando di seguito tutti i partiti e le organizzazioni promotrici del Referendum per la Cannabis Legale:

  • ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI;
  • MEGLIO LEGALE; 
  • FORUM DROGHE;
  • ANTIGONE;
  • SOCIETÀ DELLA RAGIONE;
  • +EUROPA POSSIBILE;
  • RADICALI ITALIANI;
  • SINISTRA ITALIANA;
  • POTERE AL POPOLO;
  • RIFONDAZIONE COMUNISTA;
  • EUROPA VERDE;
  • ARCI;
  • DOLCE VITA,;
  • A BUON DIRITTO;
  • COMUNITÀ DI SAN BENEDETTO AL PORTO;
  • LEGA ITALIANA PER LA LOTTA ALL’AIDS – LILA;
  • COALIZIONE ITALIANA PER I DIRITTI E LE LIBERTÀ CIVILI – CILD;
  • EUMANS;
  • VOLT ITALIA;
  • FREEWEED;
  • BE LEAF MAGAZINE;
  • LACASADICANAPA;
  • CANNABIS&CULTURA PIACENZA;
  • SPLIFF BREAK;
  • CANNABIS FOR FUTURE;
  • BEAR BUSH, MADE IN CANAPA;
  • COMITATO CICLA;
  • ICANAPP;
  • MONKEY WEED;
  • GREEN PORK;
  • ASS. CANNABISERVICE; 
  • MISS JOINT;
  • THE HEMP CLUB MILANO; 
  • OFFICIAL FATTONE;
  • UNITED ACTIVISTS 4FREEDOM; 
  • FATTI SEGRETI;
  • SWEED;
  • FATTANZA IN ABBONDANZA; 
  • KINGSTON GROW SHOP;
  • SPINELLI D’ITALIA;
  • CANNABIS CURA SICILIA; 
  • MANIFESTO COLLETTIVO; 
  • CBD GURGANO;
  • CANAPASS;
  • HEMPATIA VAPING; 
  • SINISTRA ANTICAPITALISTA;
  • INOLTRE ALTERNATIVA PROGRESSISTA;
  • UP SU LA TESTA;
  • MOVIMENTO 5 GRAMMI;
  • AGROCANAPA;
  • CANAPAIO DUCALE PARMA;
  • ESSEBLOG;
  • PROSSIMA; 
  • LA CASA DEL POPOLO DI AFRAGOLA;
  • DIEM25;
  • 6000 SARDINE; 
  • NONNA CANAPA; 
  • ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA.