Green Pass si o green pass no?
Il Governo ha puntato quasi tutto su questo strumento per assicurare una diminuzione progressiva, fino a giungere alla completa scoparsa, del devastante virus Covid-19.
Dopo aver vissuto mesi decisamente complessi, tra lockdown e misure di sicurezza sempre più importanti, il premier Mario Draghi ha deciso di rendere il Green Pass un vero e proprio strumento di "via libera" per la ripresa della vita quotidiana.
E' di pochi giorni fa la notizia dell'obbligo di avvenuta vaccinazione, quindi dell'obbligo di esibizione del Green Pass, sul posto di lavoro.
Proprio a fronte di questa misura, molti italiani si sono sentiti lesi nella propria sfera di libertà personale e hanno iniziato una campagna di raccolta firme per arrivare all'istituzione di un "referendum Green Pass" abrogativo, che annulli questo obbligo.
Il referendum Green Pass insomma, punta all'abolizione del certificato come strumento di distinzione tra coloro che possono e che non possono lavorare.
Vedremo nelle prossime righe cos'è il Green Pass, quali sono le caratteristiche del Decreto Legge appena emanato e quali le ragioni addotte dai promotori del referendum Green Pass.
Vedremo inoltre dove firmare e come avere maggiorni informazioni sul refereendum anti "certificato verde".
L'emergenza sanitaria causata dal virus Covid-19 ha causato perdite ingenti, sia a livello umano che a livello economico.
Per far fronte all'emergenza, il Governo ha imposto prima di tutto un lockdown molto impegnativo, che ci ha visti chiusi in casa per mesi, senza possibilità di uscire praticamente per nessun motivo.
La seconda misura, più drastica e con finalità di debellare definitivamente il virus, è stata la promozione e l'istituzione di una delle più importanti campagne vaccinali di tutti i tempi.
Ad oggi quasi l'80% della popolazione italiana ha aderito alla campagna, sottoponendosi ad una, due e negli ultimi giorni anche tre dosi di vaccino anti Covid-19.
Obbligo di esibizione Green Pass sul posto di lavoro: il Decreto Legge
E' di pochi giorni fa la notizia dell'approvazione da parte del Governo di una misura molto impegnativa: ogni lavoratore, che si tratti di dipendente pubblico o privato, dovrà necessariamente esibire il Green Pass per poter accedere al posto di lavoro.
Più in particolare, stiamo parlando del Decreto Legge n. 27 del 21 Settembre 2021, un decreto che dichiara, all'articolo 1:
Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di prevenire la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2, al personale delle amministrazioni pubbliche [....] ai fini dell'accesso ai luoghi di lavoro, nell'ambito del territorio nazionale, in cui il predetto personale svolge l'attivita' lavorativa, e' fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19
Ciò significa dunque che a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre è fatto obbligo di esibire il Green Pass di avvenuta vaccinazione nei luoghi di lavoro sia pubblici che privati.
I lavoratori che ne saranno sprovvisti non percepiranno lo stipendio, ma non ci saranno sospensioni o licenziamenti.
L'esibizione obbligatoria del Green Pass sui luoghi di lavoro è senza dubbio una delle più importanti misure del Governo Draghi per incentivare la campagna vaccinale , da sempre arma con cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha scelto di affrontare l'emergenza Coronavirus.
Referendum Green Pass: cos'è il "certificato verde" che si vuole abolire?
Il Green Pass non è altro che un documento in formato digitale che attesta l'avvenuta vaccinazione.
Come si legge sul sito del Governo, all'apposita sezione, il Green Pass è:
È una Certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR Code per verificarne autenticità e validità
Proprio come da definizione quindi, il Green Pass attesta una delle seguenti condizioni, certificate dal Ministero della Salute:
- di aver ricevuto la prima dose di vaccino riconosciuto dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco);
- di aver ricevuto la seconda dose di vaccino riconosciuto dall'AIFA;
- lo stato di "guarito" da Coronavirus;
- la possbilità di essere esente da vaccino, ovvero un certificato medico che attesti e certifichi condizioni di salute non compatibili con la somministrazione delle dosi vaccinali
La richiesta del certificato verde, oggetto di tante polemiche e dell'istutizione del referendum anti Green Pass, potrà essere inoltrata o dopo 14 giorni dall'aver ricevuto la prima dose di vaccino oppure subito dopo averne ricevuta la seconda.
La durata del Green Pass è variabile, a seconda della condizione accertata:
in caso di tampone rapido negativo, il certificato varrà 48 ore, in caso di tampone molecolare, la durata del Green Pass si attesterà a 72 ore.
Per quanto riguarda i vaccinati, il "certificato verde" vale 12 mesi.
Per i cittadni che hanno certificato lo stato di "guarito" da Sars Covid-19, il Green Pass ha una validità di 6 mesi.
Novità sul Green pass: dal 15 ottobre obbligo di esibirlo sui luoghi di lavoro
Da quando, nel Febbraio dello scorso anno, l'Italia è piombata nell'incubo della pandemia, il Governo ha messo in atto svariate misure per contrastare i devastanti effetti del Covid-19.
L'ultima della serie, dopo oltre due anni di lotta al virus, è stata l'estensione dello stato di emergenza fino al 31 Dicembre 2021.
Per quanto riguarda il Green Pass, a partire dal 15 Ottobre tutti i lavoratori dovranno esibirlo per poter accedere al luogo di lavoro e continaure a percepire regolarmente lo stipendio.
I datori di lavoro, sia nei luoghi pubblici quanto in quelli privati, avranno l'obbligo di controllare la validtià del Green Pass del collaboratore in ingresso, se non lo fanno, rischiano una sanzione che può variare dai 400 fino ai 1000€.
Il lavoratore che non possiede un certificato valido, se prima non poteva accedere al posto di lavoro e si avviava per lui o lei una procedura di sospensione, oggi verrà considerato come assente ingiustificato e quindi non percepirà lo stipendio per i giorni in cui non potrà andare al lavoro a causa di assenza di Green pass.
Anche per gli uffici giudiziari il Green Pass è un obbligo: dai magistrati ai militari, dai collaboratori delle commissioni tributarie senza dimenticare i contabili, dovranno necessariamente dimostrare di essere vaccianti per poter lavorare.
Sempre per l'ambito degli uffici giudiziari invece, non sono obbligati ad avere nè ad esibire il Green Pass avvocati, periti, testimoni e tutti gli altri individui che compongono il processo.
Anche per i tamponi cambiano le regole: fino al 31 Docembre 2021 infatti, data ultima fissata dal Governo come termine dello stato di emergenza, le farmacie di tutto il territorio nazionale saranno obbligate a fornire la possibilità di eseguire un tampone rapido al prezzo fisso ed ivariabile di 15€ (e non più a 22€ come è stato fino ad ora).
Per i più piccoli, i bambini ed i ragazzi n una fascia d'età compresa tra gli 8 ed 12 anni, il prezzo del tampone è fissato in 8 euro.
Referendum Green Pass: dove firmare per dire no al certificato verde
Tutto parte dalla lettura dell'art. 3 della Costituzione Italiana che recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Sembrerebbe che non ci possano essere molte divagazioni possibiili sull'interpretazione di questa legge.
Molti cittadini italiani, proprio rifacendosi alla Costituzione, hanno intravisto nell'obbligo di esibizione del Green Pass per poter lavorare, una violazione proprio dell'articolo 3, che parla dell'uguaglianza di accesso ai diritti.
Si è da poco costituito un Comitato che si sta organizzando allo scopo di attivare una raccolta firme per poter rendere ufficiale la proposta di un referendum abrogativo che elimini l'obbligo di esibizione del certificato verde, e quindi l'obbligo di vaccinazione, per poter lavorare.
L'obiettivo di questo gruppo di cittadini è quello di raggiungere 500.000 firme entro ottobre, per poi poter portare e presentare la propria proposta di referendum alla Corte Costituzionale.
Secondo la nostra legge infatti, sono proprio 500.000 il limite monimo di firme popolari che devono essere raccolte per poter presentare ufficialmente una proposta di referendum , la cui leggibilità sarà valutata proprio dalla Corte Costituzionale.
L'interpretazione data dal comitato promotore del referendum Green Pass alla nuova legge è quella di una vera e propria forma di discriminazione nei confronti dei cittadini italiani che abbiano una linea di pensiero differente rispetto al Governo.
Ecco quindi la richiesta di referendum anti Green Pass in quanto violazione dell'art.3 della Costituzione, che afferma con forza l'uguaglianza di tutti i i cittadini italiani davanti alla legge.
Anche l'art. 32 della Costituzione italiana viene presentato dal Comitato che promuove il referendum Green Pass come solida base di incostituzionalità della legge appena emanata dal Governo.
L'articolo della Costituzione infatti recita:
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Per firmare il referendum Green Pass si possono seguire due differenti procedure:
- Firmare Digitalmente: per accedere a questo tipo di firma servità andare a scaricare i quattro moduli proposti dal Comitato, compilarli nelle loro parti mancanti, salvare con nome i file e procedere alla firma digitale del documento.
Servirà poi inviare i moduli tramite mail o PEC all'indirizzo: referendumnogp@pec.libero.it oppure alla mail firmanogreenpass@gmail.com
Il traguardo da raggiungere è quello delle 500.000 firme da ottenere, necessariamente, entro il 31 Settembre 2021 per poter attivare il referendum Green Pass già a partire dalla primavera 2022.
Nel caso in cui non si dovessero raggiungere firme sufficienti, la raccolta firme molto probabilmente seguirà e il voto potrebbe essere previsto, sempre a fronte della valutazione di leggitimità da parte della Corte Costituzionale, nella primavera del 2024.