Referendum Green Pass, è una mossa politica?

Il Referendum sul green pass è l'argomento più cliccato del momento sui motori di ricerca. Allo scadere dei quasi due anni di pandemia di coronavirus, il mondo ancora continua a fronteggiare le conseguenze del problema umanitario. Piovono consensi dalla società, ma non mancano i fautori della protesta che urlano un secco no. Ecco tutto quello che c'è da sapere.

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Il Referendum sul green pass è una questione che merita molta attenzione, questo è certo. Inoltre, quello che bisogna necessariamente analizzare riguarda i molteplici aspetti che lo contraddistinguono.

A partire dalla sua natura fino agli effetti generati, la Legge per tutti offre una guida di facile comprensione, ma cosa si cela dietro lo strumento per eccellenza di democrazia diretta? Tra discriminazioni e diritti, che sia l'ennesima mossa politica?

Tutto quello che c'è da sapere sul Referendum più atteso degli ultimi tempi.

Referendum green pass: che cos'è?

Il Referendum è uno strumento di democrazia diretta sancito dall'art.75 della Costituzione italiana. La sua funzione? Appunto è quella di conferire lo strumento adatto al popolo che non accetta e vuole impugnare del tutto o solo in parte, delle leggi e atti avente forza di legge, quali appunto decreti legge e legislativi. Questi ultimi sono adottati dal Governo su delega del Parlamento per casi di estrema urgenza, come quello nel quale il nostro Paese e tutto il pianeta sono immersi da circa due anni: la pandemia di coronavirus.

Concretamente lo strumento in questione è una petizione popolare, che però non può essere applicata su tutti i tipi di legge. Analizzando i sistema delle leggi nel sistema delle fonti italiano, si riscontra che queste sono strutturate in delle gerarchie.

Infatti, al vertice ci sono le disposizioni di rango costituzionale, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria, le quali proprio per questo determinano come "rigida" la nostra Costituzione. Definirla in tal modo determina la sua natura, poiché le leggi costituzionali non possono essere abrogate mediante referendum, né con procedura ordinaria, ma solo con procedura aggravata posta all'art.138 della Costituzione. Al contrario, si parlerebbe di un ordinamento flessibile modificabile mediante legge ordinaria.

Per usufruire dello strumento di democrazia diretta, è necessario il quorum, cioè avere un certo numero di elettori affinché sia valido. Quindi, evidenziata la disciplina in ballo, occorre infine riconoscere che il Referendum che verrà posto in essere è di tipo abrogativo, perché ne esistono altri due.

Esistono anche quelli Consultivi e Costituzionali ed hanno delle loro caratteristiche e finalità. Al momento, al di là delle digressioni di diritto costituzionale, ci soffermiamo su quello che verrà utilizzato prossimamente dalla popolazione che vuole farsi sentire. 

Effetti del green pass sul Referendum

La situazione delle pandemia di coronavirus sta sfuggendo decisamente di mano, anche se si vuole continuare ad affermare il contrario. Se all'orizzonte sembra concretizzarsi una speranza che pare abbia il sentore della normalità, vista la ripartenza degli eventi sociali, in realtà c'è ben poco da sperare. Troppi dubbi e numerosi perché che non hanno ricevuto risposta continuano a influenzare la società che sta vivendo questa crisi umanitaria.

Proprio a causa delle perplessità, anche sulle origini del virus, molte persone continuano a perdere fiducia su quanto dicono i media. In tal modo, si sviluppa la situazione nella quale c'è gente che si affida a teorie complottistiche mai confermate, oppure c'è chi cade nello sconforto più totale e di conseguenza si appella a credenze di altro tipo. Le persone vogliono risposte, ma se non le hanno, cercano di ottenerle in qualsiasi modo.

In questo caso indire un Referendum non darà alcuna risposta ai perché delle persone, anzi probabilmente ci saranno ulteriori spaccature e divisioni guarnite da polemiche filo-populiste pronte ad alimentare i malumori sociali che si stanno sempre più espandendo. Effetti positivi o negativi, non si può confermare nulla in merito a ciò.

Quello che dovrebbe essere evidente è che lo stato di incertezza genera un atteggiamento di sfiducia, di conseguenza c'è chi vuole il Referendum per dire la sua, che equivale a dire: il green pass discrimina chi non vuole vaccinarsi! Diritti o doveri? Quanto si è ridotta la soglia di definizione?

Referendum green pass: ecco di cosa si tratta

Oltre alle sfumature politiche che allestiscono il tema coronavirus come una scena teatrale nella quale entrano in gioco i diversi attori politici, ecco di cosa si tratta. E' lo strumento di democrazia diretta che può essere richiesto da 500mila cittadini che hanno la maggiore età, oppure possono farlo cinque Consigli Regionali.

Raggiunti i criteri previsti dalla legge, si verifica se il Referendum soddisfa il requisito di costituzionalità, cioè se è conforme ai dettami del nostro ordinamento, e solo dopo questi passaggi i cittadini sono chiamati a votare.

La popolazione tramite il voto farà sentire la propria voce nei confronti della Certificazione verde, il documento che permetterà, secondo le previsioni, di gestire al meglio la situazione pandemica, scongiurando la nascita di nuovi focolai. Il referendum per essere valido necessita che votino almeno il 50% degli aventi diritto di voto per raggiungere il sopracitato quorum. 

Il giudizio finale, cioè l'esito tanto atteso in merito al fatto se si farà o meno, verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità, i quali garantiscono piena diffusione delle informazioni finalizzate alla collettività. In attesa del giudizio della Corte Costituzionale, occorre sapere che se è positivo si può procedere con le votazioni, se no ovviamente è l'esatto contrario. 

Dopo la votazione, ciò che ne consegue sono i risultati che diventeranno atti aventi forza di legge, e il Parlamento viene vincolato nelle sue scelte e operazioni dall'esito in questione.

Tempistiche previste per lo strumento di democrazia diretta

Quando si farà? Il Comitato per il referendum si è posto un obiettivo ben preciso: avere entro la fine del mese di ottobre le firme necessarie per indirlo. Perché è dopo di ciò che si esauriranno le dovute verifiche della Cassazione e il procedimento di valutazione della Corte Costituzionale.

Tutto questo fa parte del sistema vigente nella burocrazia italiana, ma i tempi di realizzazione dovrebbero essere più stretti. Altrimenti, senza accelerazioni e seguendo queste modalità per sottoporre il quesito a referendum, si deve aspettare aprile 2022.

Ovviamente, in questo mix di richieste e proposte c'è chi vuole accelerare i tempi. Il perché di ciò è chiaro, infatti si ritorna ai dubbi di partenza. Le persone vogliono dire ciò che pensano e ottenere più certezze, esercitando il diritto di potersi tutelare nella maniera più opportuna. Senza correre il rischio di cadere nell'illecito, ma anche semplicemente per poter scegliere liberamente la propria condizione: vaccinarsi o meno è un diritto oppure diventa un obbligo?

Referendum green pass, pro o contro? 

Con la possibilità di usufruire dello strumento di democrazia diretta messo a disposizione dei cittadini, si consolidano le posizioni delle due fazioni opposte. Da una parte i sostenitori del Green pass, e dall'altra i contrari al provvedimento. Sono proprio questi ultimi a promuovere le firme per indire il referendum, infatti al sito referendumnogreenpass.it è possibile firmare la petizione. Cosa sostengono?

Innanzitutto, occorre distinguere due gruppi. Tra gli organizzatori che si stanno mobilitando a favore del Referendum, ci sono studenti e cittadini, i cui nomi sono ben riportati nella pagina di riferimento online. I primi ad entrare in campo sono coloro che costituiscono il primo nucleo, cioè il Comitato organizzativo, di cui fanno parte soggetti di rilievo a livello sia professionale che nel contesto accademico. Tra questi spiccano i nomi dell'avvocato Olga Milanese del Foro di Salerno, Luca Marini docente di Diritto internazionale dell’Università La Sapienza di Roma, e il professore Francesco Benozzo che insegna Filologia romanza all’Università di Bologna. 

Ecco l'intervento di Olga Milanese su La7 al programma L'aria che tira, la quale approfondisce nel dettaglio la questione.

A questo si aggiunge il secondo raggruppamento, quello del cosiddetto Comitato dei Garanti, di cui anche qui vi fanno parte cittadini che svolgono incarichi di prestigio, quali appunto: Paolo Sceusa professore e presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione, Ugo Mattei docente di Diritto civile all’Università di Torino, e non mancano volti televisivi, come il giornalista ed ex direttore di Rai 2 Carlo Freccero, ed infine, c'è anche Alberto Contri, ex presidente della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di Comunicazione sociale. 

Questi sono i nomi di chi sta portando avanti una lotta contro la discriminazione causata dal sistema della certificazione verde. Di recente, si sente sempre più spesso parlare di violazioni di diritti e di presa di coscienza di questi ultimi, ma cosa accade quando la loro assenza viene impugnata contro un provvedimento fatto in ragione della lotta alla pandemia? Chi ha ragione e chi torto? Ecco le loro ragioni.

Referendum Green pass: le ragioni dei promotori

Far valere i principi a favore dell'indizione dello strumento di democrazia diretta, implica una presa in considerazione e analisi di parti fondamentali del testo costituzionale. Seguendo un ordine cronologico, gli articoli richiamati dai sostenitori del Referendum, sono i seguenti. 

L'art 3 della Costituzione afferma:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Di conseguenza, la misura del Green Pass esclude dalla vita sociale ed economica del territorio italiano, tutti quei soggetti che non seguono la linea governativa in materia di certificazione verde. Specialmente perché in tal modo si incita, seppur indirettamente, ad un aggiramento che conduce anche i più scettici, ognuno è libero di pensare cosa vuole senza essere giudicato, a provvedere con la vaccinazione. Ma non finisce qui.

Perché direttamente collegato alla questione c'è un altro dettame costituzionale, quello posto all'art. 32 per cui:

"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario obbligatorio se non per disposizione di legge".

Seguendo la linea logica delle azioni e misure intraprese dal Governo, secondo i promotori del Referendum, tutte queste condizioni potenziano l'implicita indicazione alla vaccinazione

Gli stessi, richiamano gli articoli in questione, proprio perché sostengono di andare contro l'obbligo mascherato da diritto alla salute. Infine, ma non meno importante, i professionisti di diritto e società si richiamano anche al piano internazionale.

Secondo le loro idee e convinzioni, il Green Pass è in netto contrasto con i Testi giuridici che hanno peculiare importanza. Il primo menzionato è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, per cui

"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione’”.

Senza assumere posizioni, quello che è necessario sapere è che i promotori stanno facendo di tutto per fare valere le loro idee, anche andando contro il resto della popolazione. Le firme possono essere apposte nel sito sopracitato, oppure recandosi fisicamente ai quattro banchetti istituiti a Padova, Mestre, Piacenza e Latina.

La situazione è in continua evoluzione, è importante non perdere alcun aggiornamento quando si tratta di questioni i cui effetti si ripercuotono nella società.