Referendum Green Pass: è giusto giungere al voto?

Dall’inizio della Campagna Vaccinale Anti Covid-19 tanti sono stati gli scontri in Governo, ma anche tra i sostenitori del vaccino e i no vax: ora, però, l’introduzione del Green Pass obbligatorio sul luogo di lavoro sembra aver unito queste due ultime fazioni, le quali hanno avviato una raccolta firme per richiedere un referendum.

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L’estensione del Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro ha destato più di qualche rancore, il quale ha portato diversi cittadini italiani ad unirsi e ad indire un referendum abrogativo per il Green Pass.

Attraverso il voto referendario sarebbe dato modo al popolo di esprimere il proprio volere contro decisioni già imposte dal Governo, ma il risultato raggiunto gioverebbe o no alla nazione?

Tanti i quesiti e i dubbi sulla questione del Green Pass obbligatorio, alla cui decisione si è giunti con lo scopo principale di fuoriuscire da uno stato di crisi a livello economico e sociale.

Referendum abrogativo per il Green Pass, di cosa si tratta?

Il referendum abrogativo per il Green Pass è una raccolta firme online ideata, organizzata e promossa da cittadini e studenti universitari comuni, nonché supportata da un Comitato Organizzativo e da un Comitato di Garanti.

Ma cos’è esattamente un referendum? L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani lo definisce così:

“Istituto giuridico per il quale, in senso lato, è consentita o richiesta al corpo elettorale una decisione su singole questioni; in senso più ristretto, pronuncia popolare, autorizzata dalla legge e nei modi da questa previsti, su un atto normativo.”

L’introduzione del Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi al chiuso e, a partire dal 15 ottobre, nei luoghi di lavoro ha portato i cittadini italiani contro l’obbligo vaccinale a considerare le regole imposte dal Governo come causa della loro esclusione dalla vita economica e sociale della nazione.

Il popolo no vax ha, pertanto, deciso di dar vita a un referendum abrogativo per il Green Pass sostenendo che tale strumento violi sia i principi di uguaglianza e di parità tra cittadini su cui si fonda la Costituzione della Repubblica Italiana che quelli sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Per raggiungere il maggior numero di adesioni, i promotori del referendum stanno continuando a raccogliere firme contro il Green Pass obbligatorio e, con lo scopo di far valere le proprie idee e diritti, non intendono fermarsi neanche di fronte a una possibile istanza in sede giudiziaria.

Azioni e obiettivi del movimento no Green Pass e contro l’obbligo vaccinale:

  • raccolta di 500.000 firme
  • proteste civili
  • azioni giudiziarie presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte Penale Internazionale

Il loro scopo è quello di giungere al voto referendario entro la primavera 2022 sollecitando tutti i cittadini italiani a prendere coscienza di come il Green Pass, a loro opinione, venga utilizzato in quanto strumento di discriminazione e, per tale ragione, sia necessario abolirlo.

Cos’è realmente il Green Pass che si vuole abrogare attraverso il referendum?

Il Green Pass è una certificazione digitale, disponibile anche in formato cartaceo, istituita dalla Commissione Europea per permettere ai cittadini dell’Unione Europea, i quali si sono vaccinati contro il virus COVID-19 o si sono sottoposti a tampone, la libera circolazione in sicurezza.

In Italia, la Certificazione Verde Covid-19 viene rilasciata grazie ai dati trasmessi dalle Regioni e Province Autonome al Ministero della Salute che ne prevede l’utilizzo fino alla fine dello Stato di Emergenza fissato al 31 dicembre del 2021.

Essa permette di:

  • prendere parte a cerimonie civili e religiose
  • far visita a familiari in residenze sanitarie assistenziali, strutture di ospitalità e di lungodegenza, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali e socioassistenziali per anziani.
  • far attendere gli accompagnatori dei pazienti nelle sale di aspetto di dipartimenti di emergenza e urgenza, pronto soccorso e reparti ospedalieri, centri di diagnostica e poliambulatori specialisti.
  • entrare e uscire da territori in zona rossa o arancione
  • accedere ai seguenti servizi: ristorazione; eventi; musei; cinema; teatro; piscine; palestre; centri benessere; sagre e fiere; convegni e congressi; parchi di divertimento; centri culturali, sociali e ricreativi; sale gioco e concorsi pubblici.
  • accedere a scuole e università 
  • utilizzare i seguenti mezzi di trasporto: aerei; navi e traghetti; treni e autobus

Inoltre, come anticipato in precedenza, a partire dal 15 ottobre sarà richiesta a tutto il personale lavorativo per accedere ai luoghi di lavoro, sia in campo pubblico che privato.

Ma come funziona l’intera procedura per acquisire il Green Pass?

Il Ministero della Salute rilascia la Certificazione Verde Covid-19 già dopo aver effettuato la prima dose vaccinale, la quale viene aggiornata a seguito della seconda dose e ha valenza di nove o dodici mesi.

Mentre nel caso in cui venga rilasciata a coloro che hanno effettuato un tampone molecolare o rapido risultando negativi, la valenza del certificato si riduce a sole quarantotto ore.

A seguito dell’avvenuta vaccinazione, del risultato negativo al tampone o alla guarigione dal virus, sarà possibile recuperare il Green Pass attraverso un codice di autenticazione ricevuto via SMS o email assieme a un codice univoco da inserire sul sito www.dgc.gov.it, App IMMUNI o App IO, effettuando l’accesso con Tessera Sanitaria o utenza SPID/CIE.

In Italia, la verifica della Certificazione Verde Covid-19 è svolta da operatori autorizzati che tramite l’App VerificaC19 constatano la validità del QR Code presente in essa.

Rimangono tutt’ora esclusi dal Green Pass obbligatorio i bambini sotto i 12 anni, i soggetti esenti per motivi di salute, le persone con certificato di vaccinazione anti SARS-Cov-2 e coloro che si sono sottoposti alla sperimentazione Covitar ricevendo il vaccino ReiThera.

Per effettuare viaggi in Europa, invece, la Commissione Europea ha ideato la piattaforma Gateway Europeo, la quale permette di verificare la validità dei certificati classificati come EU digital COVID certificate di cui dispongono i viaggiatori all’interno dell’Unione Europea.

Referendum Green Pass VS Campagna Vaccinale anti Covid-19

Era il 31 gennaio 2020 quando il Governo italiano, in seguito alle dichiarazioni dell’OMS in merito all’epidemia di coronavirus diffusasi in Cina, proclamò lo stato di emergenza mettendo in atto delle misure preventive e di sicurezza affinché il contagio fosse contenuto.

Dopo quasi un anno, ovvero il 27 dicembre 2020 è stata attivata la campagna di vaccinazione anti Covid-19 con l’approvazione dell’EMA e lo scopo di raggiungere l’immunità di gregge.

Offerti gratuitamente, i vaccini sono stati sottoposti ai cittadini in base a un ordine di priorità relativo all’età e, quindi, al rischio di malattia, alla disponibilità e alla tipologia di vaccino da somministrare.

"Superare l’emergenza significa mettere in sicurezza gli Italiani per far ripartire il Paese”

Queste le parole usate dal Commissario per l’Emergenza Covid-19, Paolo Francesco Figliuolo, quando ha presentato il Piano Vaccinale il 13 marzo scorso: l’obiettivo del documento è quello di completare la campagna vaccinale nel più breve tempo possibile attraverso una distribuzione efficace e tempestiva dei vaccini che porti a incrementare le somministrazione giornaliere.

Ciò nonostante, a settembre risultano ancora tanti gli appartenenti alle fasce over 40, 50 e 60 non vaccinati, mentre si sono registrati dati ottimistici nel caso dei più giovani. 

Il vaccino è lo strumento più forte al momento disponibile per fronteggiare l’emergenza sanitaria ma, a causa soprattutto del diffondersi di varianti del virus di Covid-19, è importante tenere a mente le regole di prevenzione che l’OMS e il governo continuano a impartire da quasi due anni:

  • lavare spesso le mani: acqua e sapone per almeno 20 secondi o soluzioni idroalcoliche
  • mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro
  • evitare di toccare occhi, naso e bocca se le mani non sono ben lavate
  • indossare la mascherina e se si starnutisce o tossisce coprirsi col gomito o fazzoletto monouso
  • non assumere farmaci antivirali o antibiotici 
  • disinfettare e pulire le superfici con disinfettanti a base cloro/alcol
  • restare a casa in caso di influenza, ma contattare il medico

Secondo i dati riportati il 28 settembre 2021 dal Report Vaccini Anti Covid-19 sono state somministrate in totale 84.208.480 dosi attualmente.

Inoltre, a settembre è partito il richiamo per la terza dose per gli over 80, personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani, il quale prevede la somministrazione dei due vaccini m-Rna autorizzati in Italia, ovvero Pfizer e Moderna.

È proprio la volontà e lo scopo di raggiungere l’immunità di gregge con l’incremento delle somministrazioni ad aver spinto il Consiglio dei Ministri a rendere il Green Pass obbligatorio sia per quanto riguarda la vita lavorativa che sociale.

Considerazioni finali sul Referendum contro il Green Pass

Precedentemente abbiamo parlato dei no vax come protagonisti del referendum abrogativo sul Green Pass, ma in realtà non sono gli unici a parteciparvi.

Infatti, al di fuori delle varie manifestazioni che si sono svolte in piazza e non solo, anche molti cittadini vaccinati e, quindi, favorevoli alla campagna vaccinale si sono uniti alla raccolta firme contro il Green Pass obbligatorio sui posti di lavoro perché definito in quanto strumento discriminatorio, di odio e divisione sociale.

Il lavoratore sprovvisto di Certificazione Verde Covid-19 non sarà licenziato, ma subirà la sospensione dello stipendio e possibili sanzioni che vanno dai 600 ai 1500 euro.

Effettivamente, in assenza di un obbligo vaccinale e della piena capacità data a ogni singolo cittadino di decidere liberamente se sottoporsi al vaccino o meno, l’obbligo di Green Pass viene privato di ogni logicità.

Contrariamente agli altri vaccini esistenti, obbligatori o meno che siano, per il vaccino anti Covid-19 non sono ancora stati accertati gli effetti collaterali che esso apporterebbe, pertanto non è possibile imporre un trattamento sanitario obbligatorio.

È altrettanto vero, però, che la salute rimane una materia sia di diritto individuale che di interesse della collettività, perciò sarebbe necessario individuare una soglia di pericolo accettabile tra rischi e vantaggi.