Registrare conversazioni tra privati o in ufficio è reato?

Si possono registrare le conversazioni telefoniche, su #Skype o sul luogo di lavoro? Legge e #Cortedicassazione prevedono diverse regole da rispettare.

É lecito registrare una conversazione tra privati in un luogo pubblico, in ufficio o al telefono? Questo è un dubbio che ricorre molto spesso anche perché registrare cosa dice una persona può essere l’unico modo per denunciarla e dimostrare la commissione di un reato.

Si pensi al caso di un dipendente che subisce mobbing dal proprio datore di lavoro o superiore o di una donna che subisce delle minacce dall’ex marito o fidanzato.

La legge è molto dettagliata in merito alla possibilità di registrare le conversazioni: può essere lecito oppure un reato a seconda del luogo o del momento in cui si effettua.

Vediamo insieme le novità della giurisprudenza sull’argomento per conoscere come e quando si possono registrare discussioni, litigi e confidenze tra privati, amici e colleghi.

Si possono registrare le conversazioni telefoniche di nascosto?

Nessuna legge o decreto in Italia vieta di registrare conversazioni avvenute tra privati o in ambito di lavoro sul telefono. Per farlo spesso si utilizzano app specifiche oppure particolari funzioni già presenti all’interno del dispositivo.

Dunque chi registra una conversazione – a prescindere dal motivo per il quale lo faccia – non commette alcun reato. Anzi si tratta di un atto perfettamente lecito in quanto chi si espone parlando al cellulare accetta implicitamente il rischio di essere registrato.

O almeno è così che si è espressa più volte la Corte di cassazione. Dunque non serve chiedere il permesso all’altro prima di premere il pulsante e dare avvio alla registrazione.

Attenzione però, il fatto che non costituisca reato non vuol dire che si possa usare la conversazione come si vuole. Il suo contenuto non può essere divulgato, soprattutto se il fine è diffamare qualcuno. Invece è ammesso l’utilizzo come prova sia nei processi penali che civili.

In conslusione via libera alle registrazioni delle telefonate purché non vengano pubblicate, diffuse o condivise (ad esempio sui Social network).

Registrare conversazioni su Skype è reato?

Stesse regole per le videoconferenze che avvengono su Skype: non è reato registrarle. Ciò vale anche per le chiamate e le videochiamate su WhatsApp, Messenger, Zoom e qualsiasi altra applicazione.

Ma guai a divulgare a terzi il contenuto video o audio a meno che non ci sia l’espresso consenso delle persone interessate.

In ufficio o nei luoghi pubblici: cosa dice la legge

Alzi la mano chi non si è mai domandato se sia legale registrare di nascosto il proprio capo o datore di lavoro.

Anche su questo punto la legge non lascia margini d’interpretazione: le registrazioni in ufficio sono vietate come, del resto, tutte quelle che avvengono in luoghi privati.

Quindi, allo stesso modo, è vietato arrestare una persona senza il suo consenso mentre si trova in casa propria o di altri.

Registrare una lite o una riunione di lavoro all’insaputa dei partecipanti può costare molto caro: si può rischiare una denuncia per violazione della privacy.

Tuttavia se il contenuto serve a dimostrare la commissione di un reato (ad esempio lo sfruttamento del lavoro nero) sencondo parte della Giurisprudenzanon si può considerare illegittima.

Nello specifico la Corte di cassazione (sentenza n. 11322/2018) ha stabilito che chi registra sul luogo di lavoro è legittimato a farlo se la condotta serve a far valere i propri diritti o quelli dei colleghi. In altre parole quando il fine ultimo è dimostrare un’ingiustizia.

Le regole per registrare una conversazioni tra privati

Quanto detto fino ad ora non vuol dire che non si possano mai registrare conversazioni tra privati cittadini, anche senza avvisare, insomma di nascosto.

Questo vale sicuramente per le telefonate ma anche per discorsi e discussioni che avvengono in luoghi pubblici.

Esistono però due condizioni da rispettare affinché la registrazione sia perfettamente lecita:

  • colui che registra deve partecipare alla conversazione (anche in modo passivo, cioè ascoltando);
  • non ci si deve trovare in ambienti privati.

Invece non bisogna avere paura d’incorrere in un reato se avviene in luoghi pubblici come ristoranti, bar, discoteche, sui mezzi di trasporto, nei parchi e nelle ville comunali, in piazza o in strada.

Si può registrare una conversazione e poi denunciare?

A questo dubbio la risposta è affermativa. Anzi nella maggior parte dei casi il motivo che spinge una persona a registrare una chiamata o conversazione è il fatto di denunciare l’interlocutore.

La denuncia è pienamente valida e il materiale registrato servirà alle Forze dell’ordine per portare avanti le indagini (qualora lo ritengano opportuno).

Quindi se hai intenzione di registrare di nascosto una persona per provare molestie, abusi, violenze e altri comportamenti illeciti puoi certamente farlo.

A tal proposito il Codice della privacy prevede espressamente che:

“Per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento”.

Inoltre il materiale potrebbe rivelarsi molto utile per il giudice nel corso di un processo penale o civile. Per la Cassazione, le registrazioni non sono altro che “memorizzazioni finisce di un fatto storico” quindi si possono conservare, ascoltare più volte e utilizzare come prova in processo ai sensi dell’articolo 234 C.p.p, comma 1:

“È consentita l’acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo.”

Significa che la registrazione costituisce una prova documentale vera e propria e che la sua veridicità può essere messa in discussione soltanto con lo strumento del disconoscimento.

La differenza con le intercettazioni

Alcune volte si fa confusione tra registrazione e intercettazioni, si tratta però di due cose ben diverse:

  • le prime sono fatte da privati cittadini, spesso con l’utilizzo di un telefono o di un registratore non professionale;
  • le seconde, invece, sono un mezzo di ricerca della prova che deve essere obbligatoriamente autorizzato dal giudice.

In poche parole, chiunque e per qualsiasi motivo può fare una registrazione (purché non la divulghi) mentre per autorizzare le intercettazioni sono necessari seri e comprovati indizi di colpevolezza della commissione di reati gravi come l’associazione a delinquere di stampo mafioso.

Isabella Policarpio
Isabella Policarpio
Copywriting Specialist, classe 1992. Appassionata di linguaggio Seo, scrivo contenuti per il web con focus su attualità, lavoro e diritti. Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università di Teramo e in seguito ho approfondito il Management d'impresa presso La Sapienza a Roma e il Business immigration law durante un periodo di pratica legale all’estero. Nel 2018 ho deciso di dedicarmi a 360° al mondo dell'informazione online. Ho conseguito un master che mi ha insegnato il linguaggio SEO e mi sono specializzata nel “tradurre” i contenuti legali in un linguaggio semplice e diretto. Dicono di me che sono instancabile e curiosa mentre io mi definisco sensibile e battagliera.
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