Registrare un marchio: dove e quanto costa

Registrare un marchio significa tutelare la propria azienda, ecco perché è importante, scopri dove e soprattutto quanto costa registrare un marchio.

Un’azienda a volte parte da una grande idea; ci si mette a tavolino e il progetto scorre fluido sotto la nostra penna, così facilmente che potremmo perdere di vista una parte fondamentale: il nostro marchio.

Registrare il marchio del nostro brand non è solo importante ma anche fortemente consigliato, poiché la mancata registrazione dello stesso potrebbe comportare parecchi problemi per il proprietario.

Vediamo il perché e come farlo.

La registrazione di un marchio a cosa serve?

Perché dovrebbe essere così importante registrare il proprio marchio? Ebbene, quando si decide di iniziare un’attività commerciale con un proprio brand senza registrarlo si incorre nella possibilità di rimanere scoperti a livello di tutela legale dello stesso.

Questo perché, se qualcun altro decidesse di registrare il marchio scelto da noi, dopo l’apertura della nostra attività, saremmo costretti a pagare una quota di ciò che si è fatturato tramite quel brand.

La registrazione del brand permette di affermare come proprio tutto ciò che rientri sotto quel logo, parola o simbolo.

Questo viene considerato un monopolio d’uso verso il marchio registrato e assicura al proprietario dello stesso che nessuno possa richiedere un compenso e/o possa appropriarsi del segmento di mercato con prodotti identici.

Questa tutela è fondamentale anche in caso di contraffazione da parte di terzi. Pensiamo semplicemente alle contraffazioni delle borse Gucci, dove il logo viene sostituito con due C e non due G. Sebbene il logo sia cambiato, il fatto che Gucci abbia registrato il proprio brand li difende da questi “concorrenti” permettendo al brand la possibilità di effettuare un’azione di contraffazione, poiché il logo similare e il prodotto quasi identico possono provocare confusione nei clienti e portare una cattiva reputazione – magari per materiali scadenti o scarsa resistenza all’usura – al brand originale con cui queste contraffazioni vengono confuse.

In assenza di registrazione, questa azione non sarebbe assolutamente possibile!

Ma questi, anche se molto validi, non sono gli unici motivi per cui è conveniente registrare il proprio marchio d’azienda; infatti in Italia il marchio ha un valore commerciale a sé stante che ne permette la vendita o la cessione e conferisce la possibilità di ottenere finanziamenti.

Ricordiamo, quindi, che sebbene anche un marchio non registrato abbia una sorta di tutela legale, questa è più difficilmente dimostrabile e comporta un onere probatorio più gravoso per il titolare del brand.

In definitiva, vi sono solo ottimi motivi per registrare il proprio marchio, ma dove ci si deve recare per effettuare questa registrazione?

Dove si chiede il brevetto di un marchio?

Esistono più metodologie per poter effettuare il brevetto o registrazione del proprio marchio.

Partiamo col precisare che il marchio può essere registrato sia dal titolare che da una persona abilitata e delegata dal proprietario stesso.

In ogni caso, è possibile effettuare un deposito postale o utilizzare la firma digitale – online – o ancora recarsi in Camera di Commercio e effettuare la registrazione.

Nel caso in cui volessimo delegare una persona terza per questo tipo di azione, dobbiamo assicurarci che quest’ultima possa rappresentarci all’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi); per farlo bisogna essere iscritti all’ordine dei consulenti in proprietà industriale – i quali risulteranno mandatari – o essere iscritti all’albo degli avvocati – risultando, così, rappresentanti.

Una volta individuata la persona che dovrà essere incaricata, si dovrà redigere una lettera di incarico – la quale dovrà comparire insieme alla richiesta di registrazione -, quest’ultima può essere per una singola domanda o per più domande e può riguardare attività specifiche o generali.

Ricordiamo che perché sia valida, la lettera d’incarico ha bisogno di un’imposta di bollo del valore di sedici euro e non richiede autenticazione o legalizzazione, ma questa non è l’unica spesa legata alla delega a terzi.

Difatti, l’incarico stesso ha una tassazione pari a 34 euro.

Quanto costa, quindi, registrare il proprio brand?

Quanto costa registrare il proprio marchio?

Specificando sin d’ora che ogni domanda ha dei prezzi che possono variare in fase finale, la stima da effettuare per un calcolo ipotetico dei costi di registrazione tiene conto di: imposta di bollo, tasse di concessione governativa, diritti di segreteria e lettera di incarico, se presente.

Le imposte di bollo hanno un costo fisso che può mutare in base alla sede di richiesta: in caso si effettuasse l’operazione online si dovrà pagare un’imposta di bollo pari a 42 euro, mentre nel caso di deposito postale o presso Camera di Commercio, si dovrà pagare 16 euro d’imposta di bollo, da ripetere ogni quattro pagine della domanda, comprensive di allegati e modulistica.

La seconda spesa – piuttosto esosa – è quella legata alla tassa di concessione governativa, ovvero quella che va erogata all’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima varia in base alla classe merceologica ma – indicativamente – consiste in 101 euro per un marchio individuale – classe inclusa – e in 34 euro aggiuntivi per ogni altra classe.

Questo importo può lievitare notevolmente nel caso di marchio collettivo, dove il prezzo raggiunge i 337 euro, classe inclusa.   

Da aggiungere al preventivo, i diritti di segreteria che in caso di deposito cartaceo sarà pari a 40 euro da versare alla Camera di Commercio.

Se si desiderasse ricevere una copia autentica del verbale, occorrerà pagare 43 euro più una marca da bollo da 16 euro.

Si ricorda che in caso di deposito online non bisognerà corrispondere nessuna somma per i diritti di segreteria.

Infine, come detto in precedenza, si potrà decidere se avvalersi o meno di una persona terza da incaricare per la domanda, in questo caso andranno aggiunti 16 euro di marca da bollo e altri 34 euro di tassa di concessione governativa per la lettera stessa, senza ovviamente calcolare il compenso del professionista.

Possiamo, quindi, riassumere la spesa minima – indicativa – intorno ai 200 euro per una “casistica standard” online con annessa lettera di incarico e una copia semplice.

Quali rischi si corre non registrandolo?

Come anticipato nelle sopraccitate righe, la mancata registrazione di un brand o marchio ci espone a molteplici problematiche a livello legale, quali la mancata possibilità di muovere azioni contro la contraffazione o il plagio di un prodotto e la possibilità di dover pagare un rimborso a chi volesse esercitare il diritto di registrazione del proprio marchio, anche a livello retroattivo.

Diventa chiaro, dunque, che questa pratica non sia per nulla semplice e possa mettere in confusione una persona non addetta ai lavori.

La lettera di incarico può sopperire a questa problematica e aiutare il titolare di un brand a districarsi attraverso l’ostica burocrazia legata ai marchi registrati.

Che cosa dovrebbe fare la figura del rappresentante?

Registrare un brand tramite rappresentante

Se il titolare del marchio decidesse di avvalersi di una persona terza, dovrebbe accertarsi che quest’ultima sia legalmente abilitata a rappresentarlo – come potrebbe, ad esempio, fare un avvocato regolarmente iscritto all’albo o un consulente in proprietà industriale iscritto all’albo – ma soprattutto che possa accertarsi di alcune particolarità piuttosto importanti al fine della registrazione.

Infatti, un mandatario o rappresentante potrà:

  • controllare che il marchio possa essere effettivamente registrato, perché adeguato alle norme di legge vigenti
  • potrà attuare una strategia precisa in base alla tipologia di marchio, se formato da un’immagine o da una frase
  • ricercare le classi specifiche per cui richiedere protezione
  • porre particolare attenzione sulla “ricerca di anteriorità”, la quale potrà attestare che il marchio che si intende registrare non sia stato già precedentemente registrato.

Quest’ultimo punto è fondamentale e difficilmente può essere eseguito da una persona che si affaccia al mondo dei marchi per la prima volta.

Ricordiamo, inoltre, che una domanda scorretta comporterà la dichiarazione di irricevibilità o addirittura il rigetto stesso della domanda.

Il rigetto porterebbe ad una nuova domanda e ad una nuova spesa.

La creazione di una nuova domanda vale anche nei casi in cui si voglia modificare in modo importante il marchio o la precedente domanda.

L’unico caso accettato dal CPI – articolo numero 172 – è quello in cui si corregga la domanda fatta nel tempo fra la domanda stessa e l’accettazione da parte dell’UIBM.

Ovviamente, non potranno essere apportate tutte le modifiche, saranno accettate solo alcune modifiche all’immagine del marchio, modifiche di font per frasi e sarà possibile limitare l’elenco dei servizi.

Non è possibile invece ampliare l’elenco dei servizi e dei prodotti né l’integrazione aggiuntiva di parti nel marchio.

Quindi, le modifiche nell’arco di tempo fra la richiesta di registrazione marchio e l’accettazione da parte dell’UIBM sono limitate a questo elenco, ma nel caso volessimo effettuare modifiche dopo l’accettazione dell’UIBM, dovremo effettuare un’istanza di annotazione – per variazioni anagrafiche, limitazioni o rinunce – o un’istanza di trascrizione – per il cambio di titolarità del brand.

In caso di modifiche totalitarie, bisognerà fare una domanda ex novo che andrà nuovamente visionata.

Diventa chiaro, quindi, quanto la figura del rappresentante – avvocato – o mandatario – consulente iscritto all’albo – sia fondamentale, a meno che non si abbiano le conoscenze e gli strumenti adatti, soprattutto per poter rispondere ad un rifiuto da parte dell’UIBM.

Pensiamo solo al caso di Meta – il gruppo che racchiude Facebook, Whatsapp, Instagram e tutto ciò che è sotto il dominio di Mark Zuckerberg – e alla battaglia legale che si è dovuta svolgere, poiché un’attività aveva precedentemente registrato il marchio.

Risultati simili sono facilmente ottenibili quando si affronta il mondo della registrazione di un brand o marchio – che sia raffigurato da un’immagine o da una scritta – con troppa leggerezza.

Consigliamo, dunque, di informarsi e valutare molto accuratamente i pro e i contro di qualsiasi scelta si voglia effettuare.

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