Revenge porn: che significa e come è punito dalla legge

Cos'è il revenge porn, che significa e come è punito dalla legge italiana: come difendersi e denunciare il fatto.

Il revenge porn è un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni e di cui sentiamo spesso parlare. Consiste nella diffusione di video e immagini sessuali all’insaputa della persona coinvolta al fine di umiliarla e vendicarsi di un torto subito.

Dal 9 agosto 2019 il reverge porn è un reato anche in Italia: una riforma ha modificato il nostro Codice penale prevedono diverse circostanza aggravanti con pene severe. Per le vittime di questo reato può essere molto difficile denunciare il fatto. Ma agire prontamente è l’unico modo per aiutare la Polizia a fermare i colpevoli

Abbiamo raccolto la disciplina legale sul revenge porn, come è punito e i consigli utili per sporgere una denuncia efficace.

Cosa significa revenge porn 

“Revenge” è un termine della lingua anglossassone che vuol dire “vendetta” e si usa per indicare la vendetta pornografica contro una persona ignara che ha inviato – in modo consensuale – foto o video successivamente divulgate senza il suo consenso.

Si tratta di una vendetta perché, il più delle volte, viene messa in atto da un ragazzo contro la ex fidanzata che lo ha lasciato.

L’obiettivo è rovinare la reputazione e la considerazione sociale della vittima, la carriera e, in generale, peggiorare la sua vita.

Da quando è reato e come è punito dalla legge

Soltanto con l’introduzione della legge a “Tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”, in vigore dal 9 agosto 2019, il revenge porn è diventato un reato a tutti gli effetti. Nel testo della legge n. 69 del 19 luglio 2019 sono elencate le condotte vietate e le pene per chi le commette. Precisamente i trasgressori rischiano fino a 6 anni di reclusione e la multa fino a 15.000 euro

Questa è la nuova formulazione dell’articolo 612 ter del Codice penale rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”:

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, e’ punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000.”

Rischiano la stessa pena anche coloro che ricevono le immagini e i video e decidono di inviarli, pubblicarli o venderli a terzi.  Inoltre il giudice può inasprire le sanzioni se la vittima è uno dei seguenti soggetti:

  • il coniuge o l’ex coniuge (quindi separato o divorziato) o altra persona che è stata legata da una relazione affettiva con il colpevole;
  • persone con infermità fisica o psichica;
  • donne in stato di gravidanza.

Quante sono le vittime di revenge porn in Italia?

I dati sul revenge porn sono allarmanti. Il numero delle vittime, infatti, sia in Italia che in Europa è in crescita, soprattutto tra ragazzi e ragazze della Gen-Z

Il motivo è intuibile: i Social network hanno un peso sempre maggiore nelle nostre vite così come è diventato di uso comune scambiare foto e video sensuali. Purtroppo quello da molti viene percepito come un “gioco” talvolta si trasforma in un vero e proprio reato.

Ecco qualche dato che aiuta a comprendere quante sono le vittime della “vendetta pornografica”. 

Nel 2021 la community “Women for Security”– che opera nell’ambito della sicurezza informatica – ha condotto delle interviste a campione sull’argomento rilevando che il 14% degli intervistati conosce una vittima di revenge porn.

Il 2% degli intervistati ha detto di essere stato vittima ma soltanto la metà di questi ha avuto il coraggio di fare denuncia. Da ciò si evince che per molti questo argomento rappresenta ancora un tabù. 

Differenza con il sexting

Spesso il revenge porn viene confuso con il sexting, una pratica anche questa molto diffusa tra i più giovani.  Si tratta dello scambio consensuale di immagini e video erotici con l’intenzione però che restino privati.

Esempio tipico è quello di due fidanzati che abitano lontani. Il sexting può trasformarsi in revenge porn se le immagini o i contenuti audio e video vengono condivisi sui Social network o altri canali senza il consenso delle persone coinvolte.

In tal caso scatta la tutela penale per le vittime con conseguenze molto gravi per i trasgressori.

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Come e dove sporgere denuncia

Può essere difficile per le vittime di questo spiacevole reato trovare il coraggio di denunciare. Spesso la paura di essere giudicati e la pressione sociale spingono molti a rinunciare a contattare le autorità.

E invece l’unico modo per difendersi e fermare la diffusione dei video o delle foto è, per l’appunto, informare la Polizia giudiziaria o postale. Il revenge porn è un reato perseguibile a querela della persona interessata. Vuol dire che soltanto la vittima può chiedere alle Autorità di perseguire penalmente il fatto. 

Invece, se la persona coinvolta è un minore, la denuncia deve essere presentata dai genitori o dai tutori legali.

Bisogna recarsi il prima possibile in Questura, descrivere l’accaduto e consegnare le prove del fatto, sempre se possibile. Ad esempio fare screenshot, inviare video o condividere conversazioni. Ogni elemento può essere utile per risalire al colpevole e frenare la diffusione incontrollata delle immagini.

Attenzione alle tempistiche: secondo il Codice penale la vittima deve sporgere denuncia entro 6 mesi dal momento della scoperta del fatto. Invece se la vittima è un incapace (ad esempio perché affetta da handicap fisico o psichico) non ci sono termini tassativi: il fatto può essere denunciato anche a distanza di anni. 

Isabella Policarpio
Isabella Policarpio
Copywriting Specialist, classe 1992. Appassionata di linguaggio Seo, scrivo contenuti per il web con focus su attualità, lavoro e diritti. Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università di Teramo e in seguito ho approfondito il Management d'impresa presso La Sapienza a Roma e il Business immigration law durante un periodo di pratica legale all’estero. Nel 2018 ho deciso di dedicarmi a 360° al mondo dell'informazione online. Ho conseguito un master che mi ha insegnato il linguaggio SEO e mi sono specializzata nel “tradurre” i contenuti legali in un linguaggio semplice e diretto. Dicono di me che sono instancabile e curiosa mentre io mi definisco sensibile e battagliera.
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