Quali i ricorsi possibili se il cashback non torna

Anche il cashback fa degli errori. Lo Stato ci dice di vigilare affinché le nostre spese siano registrate correttamente. Attenzione, quindi a conservare scontrini e ricevute del POS e a non lasciare scadere i etrmini per fare ricorso se il rimborso è sbagliato.

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Prosegue a pieno ritmo il cashback di Stato, i primi rimborsi sono arrivati, gli utenti si stanno abituando e i commercianti che vi hanno aderito sono sempre di più. A dimostrazione del successo che ha avuto l’operazione del cashback ha avuto presso il grande pubblico si sono fatti riconoscere anche i primi furbetti che hanno inventato metodi ingegnosi per imbrogliare il sistema e riuscire a raggiungere un rimborso superiore. Controlli più severi e sanzioni allo studio dovrebbero risolvere anche questo tipo di comportamenti che si riflette su tutti i partecipanti al cashback. 

Continuano poi, i disagi piccoli e grandi di chi ha deciso di aderirvi. Si tratta bisogno dirlo spesso di problemi che sono endemici in ogni sistema informatico, soprattutto se vi accedono parecchi utenti. Già in fase di attivazione del cashback, comunque sono state previste alcune delle possibili contestazioni che potrebbero essere fatte dagli utenti. Sono quindi previsti anche le possibilità di fare ricorso e di presentare dei reclami sia in fase di registrazione quando si rilevi che non tutte le spese che sono state fatte risultino sul nostro profilo, sia in sede di rimborso nel caso lo stesso non corrisponda a quanto ci spetterebbe secondo i nostri calcoli.

Che cos’è il cashback

Secondo quanto si legge sul sito di Consap, l’ente che si occupa della gestione dei rimborsi, si tratta di un programma che si inserisce nel più ampio Piano Italia Cashless e nasce con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo delle carte di credito e debito per favorire lo sviluppo di un sistema di transazioni digitali, semplice e trasparente. Questa è una delle iniziative che hanno lo scopo di ridurre la circolazione dei contanti, se almeno per il momento non penalizzando chi sia affezionato alle vecchie banconote, puntando a favorire chi usa il denaro elettronico. Lo scopo finale che si vuole ottenere è quello di ridurre l’evasione fiscale favorita dall’abitudine di pagare in contanti, eludendo così molti dei possibili controlli.

Con questo programma è possibile avere un rimborso pari al 10% e fino a un massimo di 150 euro per tutte le spese che siano effettuate dai maggiorenni a titolo privato e quindi sono escluse quelle effettuate per uso professionale. Ne sono un esempio quelli fatti da un avvocato per la cancelleria dl proprio studio, oppure i detersivi acquistati da una società che si occupa di pulizie che non possono per regolamento partecipare al cashback di Stato. Mentre gli stessi acquisti fatti dagli stessi professionisti per il loro uso quotidiano a casa rientrano nel cashback.

Inoltre le spese devono essere state fatte sul territorio nazionale, il che si giustifica con la volontà di liberare il sommerso e aumentare le entrate dell’erario nel nostro paese e non in quelli esteri. Gli acquisti possono essere fatti in qualsiasi tipo di esercizio pubblico al dettaglio, sia che si tratti di ristorante, bar, o negozio senza distinzione di categoria merceologiche, compresa anche il rifornimento di carburante. Sono esclusi gli acquisti online fatti anche su siti gestiti da aziende italiane.

La ragione di questa esclusione è che questi ultimi acquisti sono in genere fatti sempre utilizzando la moneta elettronica, quindi il cashback non avrebbe alcuna influenza positiva sugli obiettivi che si prefigge di raggiungere il governo. Infine ultima e ovvia regola è che possono essere utilizzate solo modalità di pagamento digitale: carte di credito normali o contactless e bancomat. In sostanza la discriminante è che si tratti di sistemi che siano tracciabili.

Fino a quando si può partecipare al cashback

Il cashback di stato è stato introdotto a partire dall’8 dicembre del 2020 e fino alla fine di dicembre ha funzionato in via fase sperimentale. A partire dal gennaio del 2021 il cashback è partito a pieno regime ed è stato suddiviso per quanto riguarda i rimborsi in tre periodi della durata di sei mesi. Il primo è compreso tra il primo gennaio e il 30 giugno, il secondo dal primo luglio fino al 31 luglio e il terzo del primo gennaio al 30 giugno 2022.

La ragione di questa suddivisione è quella di avere delle date certe per fare i conteggi e per procedere in modo ordinato ai rimborsi. Attività che in realtà dopo la sperimentazione di dicembre non sempre è andata per il meglio. La prossima data in cui è previsto il rimborso è dal primo luglio, cioè il giorno successivo alla conclusione del periodo. Da tenere conto che alla concessionaria sono lasciati due mesi di tempo per completare le operazioni di rimborso del cashback.

Come avere i rimborsi del cashback

I rimborsi sono stati affidati in gestione a Consap, Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici. Secondo quanto disposto dalla legge al termine di ogni periodo di riferimento Consap provvederà ai rimborsi maturati tramite bonifico bancario entro 60 giorni dalla conclusione del periodo stesso. Da parte degli utenti non è richiesto di fare alcuna segnalazione, o richiesta preventiva, solo di verificare che tutti i dati del loro profilo siano aggiornati e corretti.

Nel caso ci fosse un piccolo ritardo il sito consiglia a chi attende il rimborso cashback di verificare che l’IBAN inserito sull’App IO sia corretto. Il regolamento del cashback prevede che l’IBAN sia comunicato entro l’ultimo giorno del periodo di riferimento, e entro lo stesso termine devono essere comunicate anche eventuali variazioni dell’IBAN che sono comunque sempre consentite. Se anche quello fosse corretto può essere utile fare anche un controllo presso la propria banca per verificare che non ci siano problemi di blocco o inattività del conto corrente indicato per versare il rimborso cashback.

Ultimo consiglio del sito è quello di tenere conto che spesso gli ordini di pagamento del cashback vengono fatti l’ultimo giorno utile dall’agenzia incaricata, quindi si devono tenere conto anche dei tempi tecnici delle banche per il trasferimento e l’effettivo accredito delle somme. Se tutti questi controlli non portano a nulla, è il caso di presentare un reclamo.

Portale reclami cashback

Questo portale è messo a disposizione di chi contesti il mancato o l’inesatto rimborso previsto dal programma di cashback. Sul portale reclami cashback è possibile accedere dopo essersi iscritti seguendo la procedura guidata di registrazione. Il portale chiede all’utente solo i dati personali e una email alla quale inviare la conferma di registrazione e la password temporanea che andrà cambiata al primo accesso. Una volta completata la registrazione al portale reclami cashback sarà possibile accedere con le proprie credenziali tutte le volte che sia necessario per inserire nuovi reclami.

Per presentare un reclamo contro il mancato o errato accredito del cashback c’è tempo fino a sei mesi dopo la scadenza del periodo di riferimento. Attenzione, perché questo termine è tassativo, lasciare scadere la data ultima significa rinunciare al rimborso dal cashbck. Rimane intatto invece quello di presentare reclami per i periodi di riferimento successivi. Ricordarsi prima di presentare il reclamo di aspettare qualche giorno dopo la scadenza dei termini per effettuare l’accredito del cashback, per lasciare alle banche i tempi tecnici necessari per registrare il bonifico. 

È possibile che il sistema non consenta di completare le procedure di reclamo. Questo di solito significa che le procedure di pagamento per il periodo di riferimento non sono ancora state completate. In quel caso, se dopo qualche giorno ancora non c’è traccia del bonifico si potrà riaccedere al portale e completare il reclamo. 

La domanda è semplice da compilare, rispondendo semplicemente alle domande che vengono poste dal portale. Al reclamo andrà allegato un documento di identità in corso di validità, In alternativa se si può firmare digitalmente basta la firma. Allegare o tenere a disposizione tutti gli scontrini del POS e ogni altro documento che riteniamo possa essere utile a dimostrare le nostre ragioni. Importante per tutto il periodo di partecipazione al riaccendere di stato tenere traccia delle operazioni fatte.

La risposta dovrà arrivare entro 30 giorni dalla richiesta e essere motivata. Nel caso sia positiva il gestore provvederà il prima possibile all’accredito sul conto corrente della somma dovuta a titolo di cashback.

Come presentare reclamo per transazioni utili ai fini cashback ma non registrate

Sul sito dell’app IO si legge che

per tutta la durata della tua partecipazione al programma, è tuo onere verificare che siano correttamente acquisite ai fini del cashback le transazioni per gli acquisti effettuati con sistemi di pagamento elettronici registrati dall’App IO o tramite i mezzi messi a disposizione degli Issuer convenzionati Ci si deve rivolgere a PagoPa attraverso l’apposita funzione dell’App IO, se ci sono contestazione sull’importo dei rimborsi maturati e il relativo accredito degli stessi. 

Ci si può rivolgere all’App IO per ottenere assistenza sia di tipo tecnico per aderire al cashback o per risolvere piccoli problemi di sistema. Inoltre per ottenere assistenza in caso di mancata visualizzazione delle transazioni effettuate. La segnalazione è fatta indicando il problema e allegando le giustificazioni. 

Assistenza al cashback dagli Issuer convenzionati

Il sito dell’App IO invita a rivolgersi allo Issuer convenzionato cioè il soggetto che ha rilasciato lo strumento di pagamento elettronico tramite cui si è effettuata l’adesione al cashback. In parole semplici bisogna rivolgersi alla propria banca o all’istituto che ci ha rilasciato il bancomat o la carta di credito che abbiamo associato al nostro profilo per partecipare al cashback.

I casi indicati come esempio sono quelli della necessità di ricevere assistenza tecnica per aderire al cashback tramite i canali messi a disposizione da ogni Issuer convenzionato. Inoltre assistenza relativa alle transazioni effettuate nell’ambito del programma con gli strumenti di pagamento messi a disposizione da quell’issuer.

Ricorso di tipo giurisdizionale contro il cashback

Lo stesso sito dell’App IO precisa che

il sistema di reclamo previsto in caso di contestazioni sul cashback costituisce qualcosa a cui si può aderire in modo volontario. Non sostituisce e non è alternativo alla possibilità di fare valere le proprie ragioni davanti a un giudice.

Valutare, nel caso si decida di seguire questa strada, i costi e i tempi,per avere una risposta.