AstraZeneca torna a far parlare di sé e questa volta è la Codacons che ha avviato una class action contro la ditta farmaceutica per i tutti i problemi e la confusione generati dalle informazioni contrastanti diffuse riguardo il vaccino anti Covid-19.
I coinvolti nella class action sono tutti gli under 60 a cui per colpa delle nuove direttive sarà somministrato un mix di vaccini. La Codacons invita tutti i soggetti in questa condizione a partecipare all’azione collettiva e chiedere un risarcimento, compilando i moduli sul suo sito.
In realtà, questa non è l’unica azione legale collettiva che l’azienda farmaceutica deve affrontare in questo periodo. Negli Stati Uniti un’altra class action è stata intentata dagli investitori, che hanno accusato AstraZeneca di aver taciuto sugli eventuali problemi connessi al vaccino, di cui l’azienda sarebbe stata perfettamente a conoscenza.
Vediamo i dettagli di entrambi le azioni legali.
Codacons apre le adesione per l’azione collettiva contro AstraZeneca
È la stessa Codacons sul suo sito web a fare appello a tutti i cittadini sotto i 60 anni di età, che avendo ricevuto la prima dose del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca saranno adesso costretti ad un mix di vaccini per la seconda dose, perché questi aderiscano alla class action contro la casa farmaceutica.
L’associazione dei consumatori ha presentato già alla Procura della Repubblica di Genova un esposto, in cui chiede che siano iscritti nel registro degli indagati per la morte di Camilla Canepa, la 18enne deceduta a seguito della somministrazione del vaccino, anche l'Asl territoriale, il Commissario Paolo Figliuolo e Roberto Speranza, Ministro della Salute.
A quanto affermato dal Presidente della Codacons, Claudio Rienzo, ci sono anche tutti gli estremi per una class action e per chiedere ad AstraZeneca migliaia di euro di danni. Fino adesso all’iniziativa hanno già aderito 10.000 cittadini.
Quali sono i presupposti legali della class action?
Secondo l’associazione ci sono tutti i presupposti per un’azione legale e per la richiesta del risarcimento danni, in primis a causa di tutte le informazioni contraddittorie che sono state diffuse in merito, sia dall’Aifa che dal Ministero della Salute.
In particolare, dal punto di vista tecnico legale vengono richieste tre diverse fattispecie di risarcimento.
Prima di tutto il danno non patrimoniale, dovuto alla paura generata dall’avere effetti collaterali dopo la somministrazione del vaccino. Si tratta di una tipologia di danno morale verso i soggetti che hanno subito un turbamento psicologico, ma senza danno fisico.
A quanto dicono i legali Codacons è una fattispecie di danno che viene ormai riconosciuto dalla legge in Italia, dopo il disastro di Seveso accaduto nel ‘76. Per il quale una sentenza della Cassazione (n. 2515), che risale al 21 febbraio 2002, ha stabilito che agli operai esposti ad agenti inquinanti spetti un risarcimento, per la sola paura provocata a seguito dell’esposizione, anche se non sono riscontrabili danni fisici.
Secondo l’associazione dei consumatori nel medesimo contesto legale è collocabile quanto accaduto con le somministrazioni di vaccino AstraZeneca, per cui il danno andrebbe conteggiato intorno ai 10.000 euro.
La seconda fattispecie, riguarda il danno non patrimoniale-biologico, sia esso temporaneo o permanente o un danno differenziale.
In ultimo, il risarcimento disciplinato dalla legge 201/92 a cui hanno diritto i soggetti sottoposti a vaccinazione, che hanno riportato danni psicofisici permanenti da quantizzare e specificare.
L’azione legale, come ha sottolineato Rienzi, si focalizza sul danno potenziale da rischio sanitario a cui sono stati esposti i soggetti interessati. Anche in questo caso si fa riferimento ad un precedente legale e cioè quanto deliberato dalla Corte d’Assise di Taranto a proposito dell’Ilva, quando 50 cittadini rappresentati dalla Codacons furono risarciti di 5.000 euro ciascuno, solo per danno potenziale e rischio sanitario, anche se non riportavano danni fisici.
Come si aderisce all’iniziativa della Codacons?
Quanti volessero aderire all’iniziativa e partecipare alla class action, devono compilare online un brevissimo questionario in cui gli sono richiesti dati anagrafici, codice fiscale e data della vaccinazione. Dopodiché sarà spedito via email il modulo della diffida che dovrà essere compilato e restituito al Codacons.
Il 22 giugno 2021 si terrà un seminario interattivo in cui l’associazione presenterà l’iniziativa con approfondimenti dal punto di vista legale.
In America gli investitori fanno causa ad AstraZeneca
E se la Codacons tenta un’azione collettiva dal punto di vista dei consumatori, un’altra class action è stata intentata contro AstraZeneca da un noto studio legale in USA, Bragar Eagel & Squire, PC, per difendere gli azionisti della casa farmaceutica. Responsabile della class action è il tribunale del distretto meridionale di New York.
A muovere azione legale sono invece gli investitori che hanno acquistato tra il 21 maggio 2020 e il 20 novembre 2020 azioni del vaccino AstraZeneca. Al momento anche per questa azione collettiva le adesioni sono aperte, perché il documento sarà depositato il 26 luglio 2021 e anche in questo caso oggetto delle accuse è il tanto noto vaccino per contrastare l’epidemia di Covid-19.
AstraZeneca è accusata in questa sede di aver nascosto volontariamente agli investitori i problemi relativi al vaccino, tra errori di dosaggio in fase di sperimentazione ed effetti collaterali, di cui era perfettamente a conoscenza.
In cosa consiste dal punto di vista legale la class action americana?
Come tutti sanno AstraZeneca ha collaborato con l'Università di Oxford per sviluppare un vaccino adenovirus contro il Covid-19 (AZD1222).
Il 23 novembre 2020, la casa farmaceutica ha rilasciato un comunicato con cui annunciava i risultati di un'analisi sulla sperimentazione in corso del vaccino. La notizia fece molto scalpore poiché AstraZeneca rivelo che nella sperimentazione, la quale avveniva in due diverse località (Brasile e Regno Unito) erano stati usati due diversi dosaggi. Per cui alcuni pazienti avevano ricevuto solo mezza dose e poi una dose intera di richiamo.
Per difendersi dalle accuse AstraZeneca dichiarò che la somministrazione di metà del dosaggio indicato si era rivelata più efficace arrivando ad una copertura contro il Covid-19 del 90%, dove invece con le due dosi complete avevano raggiunto solo il 62%.
La discussione andò avanti e l’azienda rivelo che la causa della differenza dei dosaggi risiedeva in un errore di protocollo e di procedure e non era volontaria.
Ancora, si scoprì che la mezza dose non era mai stata testata su pazienti sopra i 55 anni di età e che anche i tempi erano stati cambiati, cioè molti pazienti avevano avuto la seconda dose dopo la finestra prevista dal protocollo.
Fu a questo punto che le autorità americane scelsero, come fanno ancora oggi, di non autorizzate l’utilizzo di AstraZeneca in USA, e perciò in America questo vaccino non è mai stato approvato.
Tornando agli aspetti finanziari e legali, come effetto di questo le azioni di AstraZeneca ebbero un crollo del 5% in solo tre giorni già nel 2020.
La class action è perciò rivolta a tutti gli azionisti che hanno subito delle perdite e che possono contattare lo studio legale in qualsiasi parte del mondo si trovino per partecipare all’azione legale.
Pfizer e J&J non sono da meno in quanto a problemi legali
In questa sede non ci sono abbastanza competenze per giudicare dal punto di vista medico rischi e pregi di un determinato vaccino: la medicina è qualcosa che deve restare competenza medici!
Trattandosi però di un articolo a carattere informativo legale, a onor del vero diremo che tutte le più grandi case farmaceutiche hanno alle spalle una o più class action nella loro storia e i concorrenti di AstraZeneca non sono da meno.
Le vicende in cui è stata coinvolta la Johnson & Johnson, con il talco accusato di causare il cancro, sono più note e già state approfondite da noi in altra sede, diremo qui che anche la Pfizer il cui vaccino (che l’autrice di questo articolo ha ricevuto in prima dose sopravvivendo egregiamente) forse non ha gli stessi effetti collaterali, ma gli scheletri nell’armadio della casa farmaceutica sono gli stessi.
Un video YouTube di Alux.com realizzato prima della pandemia illustra tutte le vicende legali in cui è stata coinvolta la Pfizer:
Gli scheletri nell’armadio della Pfizer: il Contenzioso di Kano
Un vicenda molto nota in cui è stata coinvolta la Pfizer è il “Contenzioso di Kano”. Con questa locuzione si indicano l’insieme delle vicende legali che coinvolsero la ditta farmaceutica nel primo decennio del duemila.
Kano è una città che si trova in Nigeria di oltre 3 milioni di abitanti, dove sul finire degli anni ‘90 scoppiò una violenta epidemia di meningite, causata da meningococco, che colpì centinaia di bambini, lasciandone parecchi morti o parzialmente paralizzati.
Il gigante farmaceutico americano Pfizer nel 1996 si impegnó a combattere l'epidemia in Africa occidentale mentre testava un nuovo farmaco, furono perciò arruolati 200 giovani pazienti e coinvolti in una sperimentazione clinica non autorizzata.
Dei duecento bambini arruolati dall’azienda farmaceutica a 100 fu somministrato un farmaco sperimentale, la trovafloxacina (Trovan), mentre gli altri 100 furono curati con il protocollo classico a base di ceftriaxone.
In parole povere, su 100 di questi bambini la Pfizer sperimentó, senza nessuna autorizzazione, un nuovo farmaco di sua produzione al fine di testarne l’efficacia.
Ma le colpe non finisco qui, ai 100 bambini curati con la terapia tradizionale fu somministrata una quantità ridotta rispetto alla posologia standard approvata dalla FDA.
Secondo i querelanti la Pfizer avrebbe ridotto il quantitativo al fine di ridurre anche l’efficacia del farmaco tradizionale e alterare gli studi al favore del più nuovo e sperimentale Trovan, che doveva essere messo in commercio.
Undici bambini morirono per l'infezione al cervello, un risultato che Pfizer ha detto essere in linea con i risultati del trattamento standard, ma che a quanto ha deciso la corte di giustizia americana non furono tali. Di questi, cinque facevano parte di quelli sottoposti alla terapia sperimentale e sei a quella standard.
L’incaricato nigeriano delle indagini sull’operato della Pfizer rinvenne anche una lettera in cui si certificava che la casa farmaceutica era autorizzata alla sperimentazione e che in un secondo momento si rivelò essere un falso.
Gli sviluppi legali del Contenzioso di Kano
La vicenda legale è lunghissima è complicatissima e si svolge in due luoghi del mondo distanti tra loro: in Nigeria, dove il Governo ordina l’arresto dei funzionari Pfizer, e negli USA, dove le famiglie di 52 vittime muovono un'azione legale nel 2003 contro l’azienda, chiedendo 5 milioni di dollari di risarcimento per ogni vittima.
La class action fu presentata presso il tribunale del Connecticut, ma la Pfizer dopo svariati anni nel 2009 decise di accordarsi per un risarcimento con le famiglie delle vittime. Parallelamente lo stesso anno la società strinse un accordo con il governo Nigeriano per un risarcimento di 75 milioni di dollari.
Se pensate che la vicenda sia conclusa qui sbagliate, perché prima che la Pfizer sborsi un penny passeranno anni fatti di accuse di ricatto, smarrimento di cartelle cliniche e altre losche vicende.