La notizia ha sorpreso la stessa Daniela Santanchè, attuale ministro del Turismo per il Governo Meloni, nonché navigata imprenditrice da oltre trent'anni. La procura di Milano ha avviato un'indagine sui conti di Visibilia Editore, società in cui la senatrice FdI era prima azionista, fino a poche settimane prima.
La Procura infatti ha disposto un'istanza di liquidazione giudiziale, a seguito di un esposto da parte dei soci di minoranza della società Visibilia. Solo dopo le analisi del Nucleo di Polizia della GDF la Procura ha deciso di aprire il fascicolo.
Un fascicolo in cui la Santanchè si ritrova accostata a reati quali falso in bilancio e bancarotta. Due reati abbastanza gravi, e con pene severe.
Indagine su Visibilità, l'ex società della Santanchè
Al momento il procedimento si basa solo sull'ipotesi di bancarotta e di falso in bilancio, ed è in corso la sola valutazione a carico degli ex amministratori di Visibilia. Azienda che, stando a quanto trascritto dalla Procura, "versa in evidente e manifesto stato di insolvenza".
La Santanchè si trova all'interno del fascicolo proprio perché, come riporta l'ANSA, lei è stata presidente e amministratore delegato dal 2016 al gennaio scorso, con tanto di dismissione delle quote stesse.
E proprio quel periodo è stato analizzato dalla GDF. Come riporta la stessa ANSA, si parla di "costanti perdire già a far data dall'esercizio 2016", e attualmente gli stessi soci di minoranza hanno in corso anche una causa civile. Per questo si sono ipotizzate anche delle "false comunicazioni sociali", in merito ai bilanci dal 2017.
E in merito ad un aumento di capitale datato novembre 2014, con valore di avviamento di oltre 4,3 milioni di euro. Nei bilanci dal 2017, come scrive la Guardia:
"il Cda avrebbe dovuto approvare bilanci riportanti valori di avviamento e imposte anticipate largamente diversi da quelli deliberati".
E avrebbe dovuto anche valutare il rischio delle iniezioni di liquidità derivanti da un finanziamento del 2017 con un fondo degli Emirati Arabi. Grazie a questo "prestito obbligazionario convertibile" (in pratica un prestito a base di obbligazioni su cui pagare gli interessi), Visibilia è rimasta in piedi, ma il valore azionario è crollato del 99,97%.
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Santanchè rischia grosso con l'accusa di falso in bilancio e bancarotta: pene da capogiro
Queste azioni sono ancora in fase di valutazione, anche con le rispettive parti, ma già si parla appunto di reati importanti, come falso in bilancio e bancarotta.
Tre reati che, a seconda della fattispecie e delle attività commesse, non hanno pene leggere.
Nel caso del falso in bilancio (artt. 2621 e 2622, Codice Penale), le possibilità sono due.
Se si parla di false comunicazioni sociali (in tal caso la creazione di bilanci con dati non reali solo per avere vantaggi personali), la pena va da 1 a 5 anni di reclusione (da 3 a 8 anni se la società è quotata in borsa).
Se si parla di falso in bilancio di lieve entità la pena va da 6 mesi a 3 anni, ma solo se le dimensioni, la natura dell'impresa (non quotata in borsa) e la condotta che ha concretizzato il falso sono di lievi entità.
Nel caso della bancarotta (art. 217 e 216 Legge Fallimentare), la pena cambia a seconda della tipologia.
Se è una bancarotta di tipo semplice (bancarotta compiuta con imprudenza, negligenza o imperizia), la pena va da 6 mesi a 2 anni di reclusione, con pene accessorie quali inabilitazione all'esercizio e incapacità a ricoprire uffici direttivi per 2 anni.
Se è una bancarotta di tipo fraudolenta (dolo volontario ai danni di creditori, falsificazione od occultazione dei beni, favoreggiamento di alcuni creditori...) la pena va da 1 a 5 anni se riconosciuta quella preferenziale, e da 3 a 10 anni se quella patrimoniale/documentale.
Santanchè smentisce, e precisa la sua posizione sul caso Visibilia
A seguito della pubblicazione di questa notizia, lo stesso Ministro ha fatto sapere con una nota del suo avvocato che lei stessa:
"non risulta indagata in alcun processo penale e da anni non ricopre alcuna carica in Visibilia Editore spa [...] data l'assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, [l'ipotesi di bancarotta è] soltanto ipotizzata in astratto"
A questo si aggiunge la sua recente dichiarazione a Radio Anch'io (Radio1), in cui racconta che, sì, Visibilia Editore è stata creata da lei, ma è stata anche venduta. E che al momento risulta solo "questa cartella esattoriale non pagata", ovvero il mancato pagamento di una cartella esattoriale da 984.967 euro.
In merito all'accusa di "bancarotta", lei stessa precisa che:
"[...] prima della bancarotta la società deve fallire, ma i soci sono solvibili e possono pagare la cartella. Non c'è il presupposto di reato dell'insolvibilità."
La Santanchè aggiunge anche che provvederà a dare corso a vie legali, ovvero a querelare, e si augura che "la Procura dica oggi che non sono indagata".
Al momento l'unica cosa certa è che gli amministratori di Visibilia, con i soci Luca Giuseppe Reale Ruffino e SIF Italia S.p.A.2, procederanno alla nomina di un nuovo organo amministrativo, per procedere all'adempimento degli obblighi fiscali con l'Agenzia delle Entrate entro il 29 novembre 2022.
Un giorno prima dell'udienza fissata per l'istanza di liquidazione per Visibilia, in cui verrà contestata la sussitenza dello stato di insolvenza.
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