Sciacquone: ti può costare 9.500 euro! Attenzione al Wc

D'ora in poi ci sarà da stare attenti ad andare in bagno di notte: tirare lo sciacquone e lasciare il Wc pulito può costare fino a 9.500 euro.

D’ora in poi ci sarà da stare attenti ad andare in bagno di notte: tirare lo sciacquone e lasciare il Wc pulito può costare fino a 9.500 euro. Il problema, fondamentalmente, non è tanto la decisione o meno di andare in bagno, ma il rumore che viene emesso dallo sciacquone nelle ore notturne, che può causare non pochi problemi ai vicini di casa durante il sonno. I proprietari di un appartamento dovranno eliminare i rumori emessi dallo scarico del proprio Wc, e pagare la bellezza di 500 euro per ogni anno nel quale hanno disturbato il sonno dei vicini. Dato che il problema era partito nel 2003, la somma che dovranno pagare in totale è pari a 9.500 euro. Il totale è presto fatto!

È bene ricordare che non vi è in Italia una legge che regoli l’uso o il rumore che uno sciacquone debba fare di notte. All’interno del Codice Civile, nell’articolo 844, viene menzionato unicamente che il rumore non debba essere ritenuto intollerabile. Il Giudice ha quindi ampio margine di manovra e dovrà valutare, caso per caso, quando il rumore si diventato intollerabile. Per valutare il fastidio generato, in questo caso, da uno sciacquone devono essere tenuti in considerazione alcuni fattori, tra i quali vi sono le dimensioni delle pareti, l’entità del rumore, dove è collocato il bagno e l’immobile. La decisione nel caso in questione è partita proprio partendo da questi parametri.

Uno sciacquone troppo rumoroso!

Avere in casa uno sciacquone troppo rumoroso può costare caro. Se ne sono accorti i proprietari di un alloggio, che dovranno mettere mano al portafoglio e pagare 500 euro per ogni anno che il troppo rumore ha causato del disagio ai vicini di casa. A deciderlo sono stati i giudici della Corte di Cassazione, che hanno deciso di associare questa particolare situazione di disagio alla questione dei diritti umani. Entrando un po’ di più nello specifico, stiamo parlando di uno scarico di un Wc che era murato all’interno di una parte troppo sottile. Il rumore, almeno stando all’interpretazione dei giudici, costituisce una vera e propria lesione al diritto ed al rispetto della propria vita privata e familiare, che rientra tra i diritti che sono protetti dalla convenzione Europea dei diritti umani.

Sostanzialmente è questa la motivazione per la quale la sesta sezione Civile della Suprema Corte, che è stata presieduta dal giudice Antonello Cosentino, ha deciso di respingere il ricorso che era stato presentato da quattro fratelli proprietari di un appartamento in una località del Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia.

Una vera e propria disputa per uno sciacquone!

La guerra dello sciacquone ebbe inizio nel lontano 2003. In quel periodo i vicini di casa, una coppia che abitava nell’alloggio adiacente a quello dei quattro fratelli, decisero di rivolgersi al tribunale di La Spezia: la causa aveva come oggetto il nuovo bagno. O più correttamente i rumori che derivavano dagli scarichi che il Wc provocava. I coniugi, oltre a richiedere l’eliminazione del problema, avevano avanzato anche una richiesta di risarcimento danni.

Il giudice di primo grado decise di bocciare la richiesta della coppia. Marito e moglie, però, non si arresero e decisero di ricorrere in Appello a Genova, dove sono stati assistiti dagli avvocati Giordano Sturlese e Paolo Marsigli. A questo punto viene presentata una vera e propria perizia, disposta dalla Corte, attraverso la quale è stato accertato che

il secondo bagno era stato realizzato in una parete adiacente la stanza da letto dell’appartamento confinante ove era posta la testiera del letto

e viene messo in evidenza che è presente

non solo un notevole superamento della normale tollerabilità ma anche lo spregiudicato uso del bene comune, posto che la cassetta di incasso del wc era stata installata nel muro divisorio, avente lo spessore di 22 centimetri, mentre avrebbe potuto trovare collocazione nel loro locale bagno.

Wc, tiri l’acqua? Paghi i danni!

Nel corso dello svolgimento della perizia è stato constatato che i rumori dello sciacquone disturbassero il riposo serale e quello mattutino. Si veniva a pregiudicare, in questo modo, la normale qualità della vita in un luogo che avrebbe dovuto esser stato destinato al risposo. Situazione che è stata aggravata dal fatto che i quattro fratelli utilizzassero frequentemente lo sciacquone anche di notte.

Si è configurata, in questo modo, una pesante e decisiva lesione dei diritti alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana. È, infatti, importante ricordare che questi diritti sono costituzionalmente garantiti e tutelati dall’articolo 8 della Convenzione europea diritti dell’uomo. I quattro fratelli sono stati costretti a rivedere il posizionamento dello sciacquone e dovranno pagare 500 euro l’anno, per tutti gli anni compresi dal 2022 ad oggi, perché hanno disturbato il sonno dei vicini. Lo sciacquone costerà loro qualcosa come 9.500 euro.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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