Allarme scuola: cresce il numero di studenti in DaD!

Le scuole hanno riaperto da poco, al termine delle vacanze natalizie, ma la situazione pare essere negativa: secondo Giannelli, presidente dell’ANP, ben il 50% delle classi sono in DaD. Al fine di porre rimedio alla situazione, il Ministro Bianchi assicura che il Governo è al lavoro, soprattutto nel tentativo di semplificare alcune normative relative alla quarantena degli studenti.

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Terminate le festività natalizie, le scuole hanno ripreso la loro consueta attività e gli studenti italiani, di tutte le età, sono potuti ritornare alla loro abituale routine. 

Tuttavia, la progressiva diffusione della variante Omicron rischia di essere un ostacolo per le attività scolastiche

Infatti, nel corso di queste settimane si è registrato un esponenziale aumento dei contagi e ciò ha avuto conseguenze negative: secondo quanto sostenuto da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, risulterebbe che ben il 50% delle classi, ovvero una su due, è in DAD.

Inoltre, in alcuni istituti scolastici emerge essere assente, a causa del Covid, il 30% tra il personale scolastico e gli studenti

Al fine di porre rimedio alla situazione ed evitare un definitivo ritorno alla Didattica a Distanza, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ha assicurato che il Governo sta lavorando affinché siano introdotte nuove norme, ad esempio: il ricorso alla DaD per gli studenti non vaccinati solo fino alle scuole medie, oppure vengano semplificate quelle relative alla quarantena per gli studenti

Nel frattempo, i presidi chiedono al Governo di potenziare il sistema di tracciamento dei positivi mentre i Governatori di alcune Regioni italiane insistono sulla necessità di chiudere le scuole elementari e medie, fino a che la situazione pandemica non sarà migliorata. 

Scuola, l’allarme lanciato da Antonello Giannelli

A causa della crescente diffusione della variante Omicron, che si è verificata nel corso di queste settimane, il regolare svolgimento delle attività scolastiche rischia di essere ostacolato

Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio 24, ha dichiarato che, secondo le stime in suo possesso, risulterebbe ben il 50% delle classi in DaD, ovvero una su due. 

Secondo quanto riportato da ansa.it, Giannelli sostiene che la ripresa della scuola e delle attività ad essa connesse abbiano potuto realizzarsi grazie all’impegno di presidi, docenti e tutto il personale

“Non ci sono state catastrofi ma c'è un enorme difficoltà gestionale.”

Difatti, i dirigenti d’istituto hanno dovuto dedicare la maggior parte del tempo e delle energie per poter gestire l’emergenza sanitaria, sottraendo tutto ciò ad altre attività relativa alla scuola. 

Le dichiarazioni, espresse dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, hanno suscitato la piccata replica del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Egli, al termine di un convegno svoltosi il 18 gennaio a Firenze presso l’Istituto degli Innocenti, ha espresso: 

“Grandissimo rispetto per tutti coloro che fanno delle stime, però i dati li diamo noi e li daremo quanto prima.”

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione, nella giornata di mercoledì 19 gennaio, solo il 6,6% delle classi sarebbe in DaD con 9 classi su 10 in cui le lezioni si svolgono regolarmente in presenza.

Tuttavia, l’allarme lanciato da Antonello Giannelli rischia di essere confermato anche dal sindacato Gilda, l’associazione professionale degli insegnati. 

Essi sostengono, a seguito di rilevazioni effettuate autonomamente, che in alcuni istituti scolastici, a causa del Covid, risulta essere assente fino il 30% tra il personale scolastico e gli studenti, soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia dove la situazione è in costante evoluzione. 

Scuola, quando scatta la quarantena per gli studenti con contatti positivi?

Nel tentativo di evitare un drastico ritorno alla Didattica a Distanza, il Ministro Bianchi ha assicurato che il Governo sta lavorando affinché le scuole rimangano aperte e dei luoghi sicuri

Il primo punto su cui si dovrà agire, riguarda la necessità di semplificare le regole che stabiliscono il periodo di quarantena per gli studenti.

Secondo il Ministero dell’Istruzione, tali linee guida, entrate in vigore a partire dal 5 gennaio, variano tra scuola materna, primaria e secondaria.

Esse sono state create tenendo conto del  numero di allievi vaccinati e se, in base all’età, vige l’obbligo o meno d’indossare la mascherina.

Nelle scuole d’infanzia, il decreto prevede che: con un bambino positivo, l’intera classe sia in quarantena per un periodo di dieci giorni

In aggiunta, per i soggetti al di sotto di 6 anni non vi è l’obbligo d’indossare i dispositivi di protezione personale.

Per quanto concerne le scuole primarie, ovvero le elementari, vengono distinti due casi.

Quando si ha un solo caso positivo all’interno di una classe, si attua la sorveglianza con testing, ovvero gli altri studenti vengono sottoposti a test rapidi o molecolari per individuare la positività al Coronavirus

L’attività scolastica può continuare in presenza ed i test saranno ripetuti dopo cinque giorni.

Al contrario, se in una classe elementare vi sono due o più alunni positivi, verrà attuata la Didattica a Distanza per una durata di dieci giorni.

La situazione è maggiormente complessa nelle scuole di I e II grado, cioè medie e superiori. 

Difatti, qual ora in un gruppo classe si verifica un unico caso di positività al Covid-19, viene attuata l’autosoverglianza ed è obbligatorio l’uso delle mascherine ffp2. 

A parte ciò, le lezioni potranno continuare in presenza.

Se si registrano due casi positivi, viene attuata la Didattica Integrata: in questo caso, per coloro che non hanno effettuato la dose di richiamo oppure per chi ha completato il ciclo vaccinale o guarito da più di 120 giorni, le lezioni si svolgono in DaD mentre per tutti gli altri le attività scolastiche saranno in presenza

Nell’eventualità che in una classe si verifichino tre o più casi di soggetti positivi al Coronavirus, il Ministero stabilisce che sarà introdotta la Didattica a Distanza per un periodo di dieci giorni.

Scuola, nuove proposte: DaD solo ai non vaccinati fino alle scuole medie!

Un’altra questione, su cui è al lavoro il Governo, riguarda l’introduzione di nuove misure volte a contenere il numero dei contagi tra i banchi di scuola ed allontanare il rischio di ricorrere alla temuta DaD, anche in zona rossa.

Per tale motivo, s’ipotizza di introdurre l’uso della Didattica a Distanza solo per gli studenti che non sono stati vaccinati

Tale opzione era già stata valutata da Governo, prima che incominciasse il rientro di bambini e ragazzi nelle scuole, al termine delle festività natalizie.

A questo progetto,  pare essere favorevole Andrea Costa, sottosegretario al Ministro della Salute, il quale ha dichiarato che

Credo che si debba considerare la didattica a distanza per chi non si vuole vaccinare.”

Egli sostiene fermamente che la scuola non debba essere sacrificata ma, al contrario, bisogna garantirne la continuità delle attività in presenza, affinché si possa dare al Paese un segnale di speranza. 

Secondo il sottosegretario Costa, l’idea di introdurre la Didattica a Distanza solo per coloro che non sono vaccinati, sarebbe attuabile fino alle scuole medie

Infatti, nella fascia d’età dai 12 ai 19 anni, il tasso di soggetti vaccinati raggiunge 80% mentre una copertura minore si registra nella popolazione d’età anagrafica al di sotto dei 12 anni

In questo modo, si potrebbero incentivare le somministrazioni del siero anti-Covid19 in età pediatrica. 

Tuttavia, la proposta di collocare in DaD solo gli studenti non vaccinati, non trova l’appoggio dei partiti d’opposizione, i quali avevano già espresso, a dicembre, il loro disappunto in merito. 

Scuola, le richieste dei presidi al Ministero dell’Istruzione

Per riuscire a fronteggiare il rischio di ricorrere alla DaD, a seguito di un drastico aumento nel numero dei contagi nelle scuole, i presidi hanno rivolto alcune richieste al Ministero dell’Istruzione.

Innanzitutto, essi chiedono di semplificare le procedure di tracciamento che, stando a quanto dichiarato, sarebbero troppo complesse e spesso svolte da dirigenti scolastici e docenti senza il supporto adeguato delle ASL, le quali sarebbero realmente competenti in materia. 

I presidi denunciano che la complessità e l’evidente difficoltà nel gestire le procedure di tracciamento, oltre che dover  mantenere il distanziamento tra gli studenti, interferisca negativamente sull’attività didattica

Perciò, i dirigenti scolastici, attraverso Antonello Giannelli e l’Associazione Nazionale Presidi di cui è presidente, hanno richiesto al Ministero dell’Istruzione ed al Ministro Patrizio Bianchi che le statistiche relative al tasso di contagi nelle scuole, con i relativi numeri delle classi in DaD, siano pubblicate con cadenza settimanale.

In questo modo, si potrà garantire di avere constantemente accesso ad un quadro generale sulla situazione dei contagi e del ricorso alla DaD nelle scuole, che sia il più chiaro e trasparente possibile.

Scuola, le proteste dei Governatori di Regione e sindaci

Nel mentre, non mancano le proteste dei Governatori di alcune Regioni italiane, i quali hanno più volte chiesto al Governo di poter usare la DaD, almeno per le scuole elementari e medie, fino a quando la situazione pandemica non si fosse stabilizzata e, soprattutto, in attesa che vi fosse un aumento della vaccinazione anti-Covid19 nella fascia pediatrica, under 12 anni. 

Infatti, per questa parte della popolazione le somministrazioni hanno avuto inzio nel mese di Dicembre.

Tra coloro che avevano chiesto al Governo un periodo di chiusura delle scuole, vi è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Egli, nonostante le rassicurazioni di Giannelli in merito alla sicurezza di riaprire le scuole e la stabilità nel numero dei contagi, ha espresso il proprio disappunto, a seguito della decisione del Tar di sospendere la sua ordinanza di chiusura

In aggiunta, il tribunale del Tar ha dovuto annullare diverse diposizioni emanate dai sindaci di diverse città italiane che prevendevano la chiusura delle scuole elementari e medie.

Tra essi, vi sono i sindaci di Palermo ed Agrigento che avevano scelto di tenere le scuole chiuse oltre i tre giorni decretati dal presidente di Regione, Musumeci. 

Al momento, gli istituti scolastici risultano essere ancora chiusi nelle città Frosinone e Crotone, oltre che alcuni piccoli comuni.