Separazione dei beni, cosa succede in caso di morte e come si divide l'eredità

Quanto influisce la separazione dei beni in caso di morte? Ecco la ripartizione per quote ereditare e le differenze in corso di causa.

Separazione beni in caso di morte che succede

Come viene divisa la separazione dei beni in caso di morte di uno dei coniugi? Con la scomparsa del de cuis si procede alla divisione del patrimonio tra gli eredi. La presenza di un testamento rende più snella l’intera procedura di successione.

Tuttavia, l’assenza dell’atto non preclude la possibilità di ottenere l’eredità, in quanto gli eredi vengono individuati secondo i criteri dettati dalla normativa. Vediamo come.

Cosa succede se muore il coniuge in fase di separazione

Nell’ipotesi in cui, durante il giudizio in corso della separazione, sopraggiunge la morte di uno dei coniugi, scatta nell’immediato la cessazione pretesa effettivamente avanzata con l'atto impugnato, quindi terminano gli effetti della materia del contendere. Fatta eccezione su alcuni particolari aspetti prevedono la separazione.

Una questione affrontata dalla Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 1, nell’ordinanza n. 11492/17, che ha chiarito diversi aspetti legati alla separazione dei beni del de cuius.

Come riportato nel caso di specie, gli eredi legittimi del de cuius, propongono ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione per il giudizio emesso in fase di separazione.

In seguito, alla sopraggiunta perdita di una parte (marito) in fase giudiziale. Nel ricorso promosso contro la sentenza emessa dalla Corte di appello, viene poste in esame l'illegittimità della confermava dell’estinzione del processo di separazione con addebito tra le parti (defunto e superstite), come prassi giurisprudenziale prodotta dalla “declaratoria di cessazione”.

Gli Ermellini, rigettano il ricorso promosso dagli eredi, spiegando la legittimità della giurisprudenza, fondata sulla morte del coniuge in fase del giudizio di separazione, che produce come conseguenza la cessazione della materia del contendere.

Un principio che non può trovare difformità sulla base delle pretese degli eredi.  Per questo motivo, non viene accolto il ricorso sulla prosecuzione del giudizio per una questione dell'addebito della separazione sui diritti degli eredi superstiti. La separazione in questione non è passata in giudicato, per cui tale incidenza risulta infondata.

Chi eredita nel caso di coniugi divorziati? 

Con la sentenza di divorzio, vengono meno gli effetti prodotti dal matrimonio, uno dei primi effetti del divorzio è la perdita del diritto successorio.

In presenza di decesso dell’ex coniuge, se è presente la sentenza di divorzio l’altro coniuge non concorre alle pretese ereditarie.

Tuttavia, vanno considerare diverse eccezioni. Infatti, in presenza di un assegno divorzile, se sussiste un effettivo stato di bisogno, è possibile che gli eredi vengano chiamati a versare l’assegno in proporzione all’eredità percepita.

In linea generale, occorre considerare che in presenza di divorzio, l’ex coniuge superstite ha diritto a una quota del TFR, sempre se sussiste il riconoscimento del giudice di un assegno divorzile e non è passato a nuove nozze.

Infine, in presenza di decesso, all’ex coniuge divorziato spetta la pensione di reversibilità.

Quali sono gli effetti della separazione dei beni in caso di morte?

Se sopraggiunge la morte del coniuge, il superstite (marito o moglie), rappresentano per la natura del rapporto parte necessaria all’eredità, quindi non possono essere privati del diritto all’eredità.

In presenza delle volontà scritte da de cuius, quindi con un testamento tutto appare molto più semplice. Tuttavia, in assenza di tale atto gli eredi vengono individuati secondo i criteri stabiliti dalla normativa.

Rientrato nella sfera degli eredi legittimi, il coniuge superstite e i figli. Se viene meno quest’ultima figura, sono legittimati i genitori.

La spartizione delle quote spettanti dell’eredità, varia in virtù del numero dei partecipanti alla divisione delle attività e passività del patrimonio.

Per il coniuge superstite la legge riconosce una quota di eredità del ½. Se, invece, sono presenti il coniuge e un figlio, la legge riconosce una quota di 1/3 dell’eredità. In presenza del coniuge e più figli, la legge riconosce una quota di ¼ di eredità per il coniuge, mentre ai figli spetta ½ di patrimonio.

Infine, se il patrimonio viene diviso tra coniuge e genitori, al primo spetta ½ dell’eredità, mentre ai genitori spetta ¼ dell’eredità.