Sfrattare un inquilino moroso con figli: quando è possibile farlo. Cosa dice la legge

È possibile sfrattare un inquilino moroso con dei figli? Cosa prevede la legge in questi casi? E se ci sono dei soggetti invalidi nella famiglia?

È possibile sfrattare un inquilino moroso con dei figli? Cosa prevede la legge in questi casi? E se ci sono dei soggetti invalidi nella famiglia? In molti casi, tra inquilini e proprietari di casa, si apre un’assurda guerra tra poveri, dove i diritti di una parte e i doveri dell’altra non hanno un confine netto e ben stabilito. E dove, troppe volte, si mischiano etica e diritto.

I motivi che possono portare un inquilino a non pagare l’affitto sono molteplici. Tralasciando, in questa sede, le situazioni estreme di truffa e comportamenti scorretti, ci si può soffermare al caso più comune degli ultimi anni: la perdita del posto di lavoro. La pandemia ha messo in ginocchio il paese, che adesso fa fatica a riprendersi. I costi delle materie prime sono aumentati. Non è detto che con la riapertura delle attività, le persone abbiano ritrovato il proprio posto di lavoro. A questo si contrappone l’esigenza del proprietario dell’immobile, che dall’affitto che incassa tutti i mesi ottiene l’integrazione alla pensione o un vero e proprio supporto con il quale vivere. Il problema di un inquilino che non paga l’affitto è problematico per tutti gli attori in causa. Ma a questo punto cosa succede se l’inquilino da sfrattare ha dei figli minori a carico? Come è necessario muoversi, per rimanere dalla parte della ragione? Ma soprattutto cosa dice la legge?

Inquilino moroso con figli: quando è possibile sfrattarlo

La maggior parte dei nostri lettori, con ogni probabilità, riterrà che non sia possibile sfrattare un inquilino quando abbia dei figli piccoli. O quando in famiglia ci siano dei disabili. Nella realtà dei fatti, invece, non esiste alcuna norma che preveda questa particolare tutela. Le legge, su questo punto, è molto chiara: nel caso in cui ci sia un ritardo di oltre 20 giorni per il pagamento dell’affitto – anche se avviene una sola volta – il proprietario ha la facoltà di rivolgersi al giudice per sfrattare l’inquilino. Non importa se all’interno dell’abitazione ci siano dei figli minorenni, dei soggetti deboli o dei portatori di handicap.

L’inquilino, comunque, avrà la possibilità di bloccare lo sfratto nel caso in cui, dopo la citazione in udienza o davanti al giudice, provveda a saldare tutte le mensilità dovute fino a quel momento. Dovrà, inoltre, sostenere tutte le spese legali. Questo è un diritto che può esercitare l’inquilino, indipendentemente dal fatto che ci siano dei figli minorenni all’interno dell’alloggio. La legge, inoltre, gli permette di ottenere in udienza un ulteriore termine di 90 giorni – chiamato termine di grazia, per riuscire a recuperare la disponibilità economica per saldare l’affitto. Ovviamente l’inquilino sarà tenuto a saldare le mensilità che nel frattempo sono maturate.

Nel caso in cui l’inquilino dovesse saldare per intero le rate arretrate dell’affitto, il proprietario non le potrà rifiutare. A questo punto la procedura di sfratto andrà a decadere in automatico. In caso contrario, se l’inquilino non dovesse saldare il proprio debito nei termini che abbiamo appena indicato, si procederà con lo sfratto vero e proprio. Ma adesso cerchiamo di scoprire come si fa a sfrattare un inquilino moroso con dei figli.

Come funziona la procedura di sfratto

Per avviare la procedura che porterà allo sfratto dell’inquilino moroso, il proprietario dell’immobile si dovrà rivolgere ad un avvocato, del quale dovrà pagare l’onorario. Non appena il giudice emetterà la sentenza, potrà recuperarne il costo dal conduttore, sempre che tutta la procedura si concluda a suo favore. Il proprietario dell’immobile, oltre alla parcella dell’avvocato, dovrà provvedere ad anticipare le spese processuali, che sono costituite da tasse, notifiche e marche da bollo.

Il primo passo della procedura è costituito dall’atto di citazione per convalida di sfratto, che l’ufficiale giudiziario dovrà notificare direttamente all’inquilino presso la sua abitazione. Nel caso in cui quest’ultimo non dovesse ritirare l’atto, non pregiudica in alcun modo l’avvio del procedimento stesso. Il plico sarà depositato presso la Casa Comunale o presso l’ufficio postale, nel caso in cui sia stato spedito tramite posta. Viene considerato come se fosse stato recapitato e consegnato.

Il passo successivo è quello dell’udienza, alla quale l’inquilino avrà la facoltà di partecipare in prima persona. Nel caso in cui non riuscisse a dimostrare l’avvenuto pagamento o non ha validi motivi di opposizione da far valere, il giudice provvederà a convalidare lo sfratto. Se l’inquilino ha dei figli minorenni a carico, non gli evita in alcun modo lo sfratto.

A questo punto il giudice emetterà l’ordinanza di sfratto. Verrà dato all’inquilino un termine per liberare l’immobile con tutti i suoi occupanti, compresi quindi i figli minorenni, i disabili e gli anziani. Alla scadenza del termine indicato nell’ordinanza di sfratto, nel caso in cui l’immobile non sia stato liberato da cose e persone, il proprietario dello stesso non potrà agire in autonomia, ma dovrà intraprendere un passaggio ulteriore: l’esecuzione forzata. In altre parole, tramite il proprio avvocato il locatore si rivolgerà all’ufficiale giudiziario perché inviti l’inquilino a lasciare libero l’alloggio. Nel caso in cui quest’ultimo non dovesse sloggiare, potrà rivolgersi ad un fabbro ed alla polizia perché venga forzata la serratura e fatti allontanare con la forza gli inquilini dall’immobile. Il fatto che ci siano dei bambini, non impedirà l’allontanamento.

Come recuperare i crediti

Il giudice, oltre all’ordinanza di sfratto, emetterà un ulteriore provvedimento – un decreto ingiuntivo – attraverso il quale verrà intimato al conduttore di pagare gli arretrati e le spese processuali. questa è la parte più difficoltosa: nel caso in cui l’inquilino moroso sia privo di redditi o di beni pignorabili, il tentativo del recupero dei crediti resterà infruttuoso.

L’intera procedura di sfratto, indipendentemente dalla presenza di minorenni, richiede diversi mesi, specie se manca la collaborazione dell’inquilino. Ecco perché lo scontro giudiziale potrebbe essere poco conveniente nell’ipotesi in cui questi si offra spontaneamente di abbandonare l’immobile dopo qualche mese.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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