Sospensione del brevetto sui vaccini: cosa è?

Sospensione dei brevetti sui vaccini: un argomento che sta coinvolgendo tutto il mondo. ad essere contrari non sono solo le case farmaceutiche ,che hanno evidenti interessi economici, ma anche altri che obiettano che una scelta di questo tipo non solo metterebbe in pericolo il diritto alle proprietà intellettuali, ma anche la vivacità della ricerca scientifica e comunque da solo non basterà a risolvere il problema della carenza di vaccini.

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Dopo mesi in cui se ne parlava solo sporadicamente, in questi giorni il problema della sospensione dei brevetti per il vaccino contro il codid 19 è diventato uno di quelli in primo piano. Le notizia che arrivano soprattutto da paesi sovrappopolati e con livelli di povertà preoccupanti sono sempre più allarmanti e la necessità di avere un vaccino che sia distribuito in modo massivo e a livello globale sembra diventato un dato di fatto per quasi tutti, sia tra i rappresentanti del settore scientifico che di quello politico. A livello internazionale sono molti i capi di governo che stanno dicendo la loro su questa ipotesi uscendo da un cauto silenzio che si è protratto per mesi, nel timore di una sollevazione da parte delle aziende farmaceutiche che difendono interessi che cozzano contro soluzioni di questo tipo. 

Il primo a sostenere questa strada in modo ufficiale è stato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che chiede che il brevetto dei vaccini sia sospeso, così da consentire una produzione più ampia e in tutto il mondo. A beneficiarne sarebbero soprattutto i paesi più poveri per i quali i costi attuali sono insostenibili. Inoltre il numero di aziende che al momento producono vaccini sono del tutto insufficienti a sostenere una richiesta di vaccini sufficiente a coprire tutta la popolazione del globo, e quindi la produzione andrebbe estesa ad altre unità produttive.

Anche nell’Unione Europea, dove l’ipotesi era già stata sollevata più volte si sono fatte sentire la prime risposte a Biden. In Italia il presidente del consiglio Mario Draghi ha sostenuto che i vaccini sono un bene comune globale, e che è prioritario aumentare la produzione abbattendo gli ostacoli che la limitano. Nel resto dell’Unione Europea per il momento si procede in ordine sparso con il no secco della Cancelliera tedesca Angela Merkel secondo la quale il problema non sono tanto i brevetti quando avere le capacità necessarie a mantenere la qualità dei vaccini. L’Unione Europea come istituzione per il momento non si esprime in modo definitivo dicendosi comunque disposta a discuterne. Sul piatto ci saranno da valutare anche gli interessi di tipo economico delle aziende farmaceutiche oltre al diritto d’autore e alla protezione dei brevetti.

Che cosa è un brevetto 

Il brevetto è

l’attestazione che permette a chi la detiene di produrre e commercializzare in esclusiva il prodotto che ha registrato, nello o negli stati in cui lo ha registrato.

Non esiste la possibilità di registrare un prodotto a livello europeo, quindi chi intenda proteggere il proprio prodotto su tutto il vecchio continente dovrà rivolgersi all’ufficio brevetti di ogni stato e seguire le varie procedure.

In Italia una prima definizione del brevetto si trova all’articolo 2585 del codice civile che ne definisce quello che può esserne l’oggetto:

possono costituire oggetto di brevetto, le nuove invenzioni atte ad avere un’applicazione industrial, quali un metodo o un processo di lavorazione industriale, una macchina, uno strumento, un utensile o un dispositivo meccanico, un prodotto o un risultato dell’applicazione tecnica di un risultato scientifico, purché essa dia immediati risultati industriali.

Il brevetto come spiegato nell’articolo non costituisce l’autorizzazione a produrre qualcosa, ma costituisce il diritto a impedire che altri lo facciano. In sostanza attribuisce una sorta di monopolio sul prodotto o sulle modalità utilizzate per realizzarlo. Chi lo detiene può decidere di occuparsi in proprio della produzione, oppure di cederne in tutto o in parte i diritti ai terzi. Altra questione è la produzione e la commercializzazione, che deve comunque rispettare tutte le regole previste nella nazione in cui si intenda operare.

Cosa sono i brevetti dei vaccini

La normativa che oggi disciplina i brevetti, i marchi e le invenzioni industriali è il decreto legislativo 2005 numero 30 poi integrato da interventi legislativi successivi e dai regolamenti dell’Unione Europea. che si occupa tra l’altro anche dalle invenzioni biotecnologiche. 

Nel caso dei medicinali e quindi anche dei vaccini è possibile brevettare sia il metodo di produzione, che i componenti del vaccino. L’azienda che ha ottenuto il brevetto su un prodotto, prima di utilizzarlo deve anche avere un’autorizzazione da parte dell’agenzia del farmaco per potere mettere il prodotto in commercio. Con quella in mano e con il brevetto potrà procedere alla produzione del vaccino, oppure alla vendita dello stesso a terzi. Una procedura di questo tipo è necessaria per ognuno dei paesi in cui si intenda commercializzare il vaccino. Un passaggio è previsto anche dall’EMA: l’agenzia del farmaco europea che valuta in particolare i risultati della sperimentazione del prodotto che si intende commercializzare.

In campo farmaceutico possono essere chiesti brevetti sia su un prodotto nuovo, ma anche per prodotti già conosciuti, ma con un nuovo metodo per produrli oppure, ancora possibile anche il cosiddetto brevetto d’uso quando si voglia il brevetto su una nuova modalità per utilizzare un prodotto chimico o farmaceutico già conosciuto.

Quanto dura un brevetto

Il brevetto per invenzione in Italia ha una durata di venti anni che decorre dal momento della presentazione della domanda. Per alcuni prodotti, per i quali l’immissione in commercio debba essere preceduta da una procedura amministrativa, che si potrebbe protrarre anche molto lunga, è prevista la possibilità di una proroga. Questa scelta è stata adottata perché se così non fosse questi soggetti sarebbero danneggiati dal fatto di poter godere a pieno del monopolio sul prodotto o sul procedimento oggetto di brevetto.

Un caso di questo tipo è quello dei prodotti farmaceutici, che come abbiamo detto prima di entrare in commercio devono essere sottoposti a un attento esame, a una autorizzazione sul tipo di uso da farne da parte dell’agenzia italiana del farmaco. I promotori della sospensione dei brevetti dei vaccini obiettano che in realtà per vaccini come quello contro il covid 19 ci sono stati consistenti investimenti e aiuti finanziari da parte del settore pubblico e che quindi la protezione del brevetto non può essere sostenuta facendo riferimento a questioni economiche. 

Ci sono prodotti che non sono oggetto di brevetto?

Il nostro ordinamento non considera come invenzioni e quindi esclude dall’applicazione della legge sui brevetti una serie di prodotti e procedure. Si tratta delle scoperte e delle teorie scientifiche, dei metodi matematici, degli interventi chirurgici che siano applicabili all’uomo o agli animali. Inoltre i piani, i principi e i metodi di attività intellettuale per gioco o attività commerciali e le attività di elaborazione. Inoltre escluse le presentazioni di informazioni, le razze animali e i metodi essenzialmente biologici per ottenerle.

Ci sono casi in cui il brevetto può essere sospeso?

A livello internazionale esiste una convenzione, il TRIPs che prevede la possibilità che gli stati che l’hanno firmata potrebbero

inserire nel proprio ordinamento una legge che imponga l’uso di uno specifico brevetto senza autorizzazione di chi ne è titolare da parte di tutti.

Si tratta della cosiddetta licenza obbligatoria il cui scopo è quello di rendere più semplice l’accesso ai farmaci per tutti, in condizioni di emergenza. Applicare questa norma consentirebbe sia la produzione che l’esportazione dei vaccini anche verso stati che non abbiano la tecnologia necessaria a svilupparne uno in autonomia, o addirittura che non avrebbero le conoscenze sufficienti per produrli in autonomia.

Chi obietta contro la sospensione dei provetti evidenzia che in realtà da sola non avrebbe alcun effetto, proprio perché le nazioni che si vorrebbero aiutare non sarebbero comunque in grado di produrre il vaccino per mancanza di personale qualificato e perché non avrebbero i mezzi per allestire la linea di produzione.

Questa procedura può essere adottata solo con una legge nazionale, quindi nel caso dell’Italia con un provvedimento approvato da entrambe le camere del Paramento con lo stesso testo e preceduto da un dibattito tra tutte le forza politiche presenti nella due camere. In secondo luogo può essere attuato la sospensione dei brevetti solo per farmaci, o vaccini, e non per qualsiasi tipo di prodotto. Si vuole con questa convenzione derogare al diritto di vedere protette le proprie opere dell’ingegno solo in casi in cui facendolo si protegga un interesse superiore come è quello della salute collettive. Infine ci si deve trovare in una situazione di emergenza quindi qualcosa di grave e contingente, non una situazione passeggera o risolvibile con altri mezzi. 

Chi detiene il brevetto, ha poi diritto di essere risarcito finanziariamente dell’uso che viene fatto del brevetto, visto che ha probabilmente sostenuto costi elevati per sviluppare il vaccino. L’uso del brevetto, infine deve essere limitato nel tempo e nello spazio. La legge che introduce la licenza obbligatoria deve fissare fino a quando e in quali termini sia possibile la produzione o la commercializzazione senza brevetto.

Su questo punto chi è contrario alla sospensione di brevetti obietta che il ricorso a questa procedura avrebbe come conseguenze dei danni che vanno ben al di là della questione economica. Si sostiene che questa soluzione rendendo accessibile il vaccino a tutti farebbe venire meno la corsa da parte degli scienziati a individuarne di nuovo. Questa rilassatezza e attività ridotta costituirebbe un danno a livello scientifico. In sostanza, più ci si trova in situazioni difficili e più sono gli scienziati che si impegnano a risolvere lo stesso problema migliori sono i risultati che si ottengono.

Che cos’è l’espropriazione del brevetto

Un'altra possibilità prevista per l’Italia dal dall’articolo 141 del codice della proprietà industriale è la procedura di espropriazione. L’articolo in oggetto dice che

con esclusione dei diritti sui marchi, i diritti di proprietà industriale, nonché in corso di registrazione o di brevettazione, possono essere espropriati dallo stato nell’interesse della difesa militare del paese, o di altro interesse di pubblica utilità.

L’espropriazione può essere limitata al diritto di uso per i bisogni dello Stato, fatte salve le previsioni in materia di licenze obbligatorie in quanto compatibili. 

In questo caso si parla di espropriazione del diritto, che però va fatta solo in casi eccezionali e solo per gli interessi dello Stato. Esclusa questa tipo di scelta nel caso si intendano esportare i vaccini verso i paesi in difficoltà.