SPID per i minorenni! Attenzione: ai limiti da rispettare!

Quando i minorenni possono chiedere lo SPID, come possono usarlo quelli che hanno meno di 14 anni, e quali controlli sono previsti per tutti i minorenni.

Lo sappiamo tutti: per dialogare con la pubblica amministrazione serve lo SPID, o una delle altre due credenziali: la Carta di Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi. Rimane però ancora in piedi un dubbio.

Come funziona per i minorenni? Sì, perché spesso anche i più giovani hanno la necessità di servizi a cui è possibile accedere solo via web e per farlo devono avere delle credenziali.

Il problema è già stato affrontato da chi di competenza, ma come spesso succede la soluzione non è univoca. Si è, infatti scelto, di autorizzare i genitori ad accedere con le proprie credenziali, ma anche di autorizzate la richiesta di una identità digitale a nome dello stesso minore. In quest’ultimo caso, si è espresso anche il Garante della Privacy che ha dato come indicazione quello di seguire criteri diversi a seconda dell’età del minore. 

La soluzione che sembra bilanciare l’esigenza di garantire a tutti la fruizione dei servizi digitali e allo stesso tempo la tutela dei dati sensibili è quella di dare accesso diretto anche ai più piccoli all’identità digitale, ma sotto lo stretto controllo dei genitori e dei fornitori dei servizi.

Cosa è lo SPID

Con il termine SPID si fa riferimento all’Identità Pubblica Digitale. Si tratta delle credenziali che devono essere digitate per accedere a quasi tutti i servizi digitali della pubblica amministrazione. Viene data la facoltà di utilizzare questo sistema anche ai privati che decidessero di aderire.

Si tratta di un sistema particolarmente sicuro, che viene parificato ai documenti di identità che utilizziamo tutti i giorni. In sostanza ci permette di essere riconosciuti in modo inequivocabile tutte le volte che utilizziamo quelle credenziali sul web. 

Il rilascio delle credenziali non è fatto in automatico, ma deve essere richiesto dagli interessati, che si devono rivolgere a un provider. Si tratta di fornitori, che hanno stipulato un accordo con la pubblica amministrazione e che si assumono l’onere di identificare i richiedenti e fornire loro un’identità digitale sicura.

Il servizio in teoria è gratuito, sia per la prima richiesta che per il successivo utilizzo. In pratica ci sono dei costi che sono quelli per i servizi accessori: identificazione, richiesta di un livello di sicurezza superiore.

Perché il Garante delle Privacy si è occupato di SPID

Il Garante della Privacy è stato consultato da parte dell’AGID: l’agenzia per l’Italia digitale, che sta mettendo a punto un regolamento per la gestione dello SPID anche da parte dei minorenni. Come spiegato dal garante stesso nella risposta del 2 febbraio 2022

i giovani devono essere tutelati in modo più incisivo rispetto agli adulti, perché sono meno consapevoli dell’importanza di proteggere i loro dati personali e dei rischi che corrono. 

Secondo il garante visto che in effetti in Italia esiste un’alternativa allo SPID, che è costituito dalla carta di identità elettronica, avere anche quel tipo di codice costituisce un doppione. Dunque qualcosa di utile, ma non indispensabile. Questa è la ragione per cui ritiene che sia giustificabile sottoporne l’uso a dei limiti.

Chi chiede lo SPID per i minorenni

La nostra normativa prevede che l’identità digitale possa essere chiesta d tutti: non sono stati fissati dei limiti minimi di età. Ci sono comunque delle regole particolari per i minorenni e per non abbia la capacità di agire in autonomi, oppure che l’abbia in misura limitata.

Lo SPID per i minorenni al momento può essere chiesto da chi esercita la potestà genitoriale. Quindi da uno dei genitori, purché abbia la facoltà di agire in nome del figlio. In alternativa da parte di un tutore nel caso ne sia stato nominato uno.

È inoltre previsto che pur consentendo ai ragazzi di utilizzare in autonomia la propria identità digitale ci possa essere un’autorizzazione da parte dei genitori e la possibilità di fare un controllo anche successivo delle attività svolte

Un ultimo controllo è quello fatto dagli stessi fornitori di servizi, che hanno la possibilità di stabilire un’età minima per l’accesso a determinati servizi. Questo non esclude i minori dalla possibilità di accedere alla pubblica amministrazione relegandoli al ruolo di cittadini di serie B. Significa solo che per alcuni servizi sarà necessario l’intervento da parte dei genitori che agiranno per i figli.

Come chiedere lo SPID per i minorenni

Per chiedere ed ottenere lo SPID per un minorenne secondo il regolamento allo studio,

è necessario innanzitutto averne uno a proprio nome. Secondo il disposto dell’articolo 4 il genitore accede al sito del provider scelto con la propria identità digitale, che deve avere un livello di sicurezza almeno pari a 2. Con quella inserisce i dati del figlio: nome, cognome, codice fiscale e data di nascita.

Con un’autocertificazione fatta secondo le regole stabilite dalla legge numero 445 del 2000 dichiara di avere la potestà genitoriale e inoltre di avere l’autorizzazione a fare quell’operazione da parte dell’altro genitore.

Il richiedete riceverà due codici: il primo è associato al codice fiscale del genitore e il secondo, costituito da tre numeri, servirà per fare la verifica. Quest’ultimo dovrà essere consegnato al minore che lo utilizzerà per fare la richiesta delle credenziali.

La richiesta sarà fatta in linea di massima con le stesse modalità che ogni provider prevede anche per gli adulti. Nel caso in cui l’identificazione sia fatta di persona, per i ragazzi di età inferiore ai 14 anni sarà comunque necessario essere accompagnati dal genitore.

Come possono usare o SPID gli ultra quattordicenni

Chi ha compiuto quattordici anni potrà utilizzare da solo il proprio SPID, pur con una serie di limiti. I primi sono fissati dagli stessi fornitori dei servizi, che stabiliranno quali servizi sono riservati solo a chi sia maggiorenni e quali invece di libero accesso. Il sistema previsto dal garante ipotizza che al momento della identificazione sia in automatico vietato di proseguire a chi non risponda ai requisiti minimi di età.

Il secondo livello di controlli è quello che verrà fatto dai genitori, che potranno con le proprie credenziali vigilare sulle attività dei figli. A questo proposito il regolamento prevede che siano elencati tutti i servizi a libero accesso. In questo caso si presuppone che l’autorizzazione a richiedere l’identità digitale valga anche come ad accedere al web.

Una seconda serie di servizi, invece sono accessibili solo previa autorizzazione. In questo caso entro 24 ore dal tentativo di accesso il genitore dovrà dare il via libera al figlio. Dopo che vi sia stata l’autorizzazione per un servizio, non sarà necessario chiederlo anche per le volte successive. Viene però data la facoltà di dare un’autorizzazione limitata nel tempo.

Il consenso decade in automatico nel caso in cui l’identità digitale del genitore sia decaduta. Pensiamo all’ipotesi di morte del titolare, oppure di revoca per qualsiasi ragione, o nel caso sia stata sostituita da altre credenziali.

A tutela del minore, gli dovranno essere fornite credenziali con un livello di sicurezza almeno di livello 2. Queste gli consentiranno di muoversi con i limiti di cui sopra, che come minimo dovranno comprendere la possibilità di sospendere l’identità digitale e di verificare tutti gli accessi che sono stati fatti con quelle credenziali.

Ultima arma che il garante consiglia di utilizzare è quella della consapevolezza da parte dei giovani. Per questa ragione chiede al legislatore di prevedere che al momento della richiesta dell’identità digitale, sia previsto che siano accompagnate, così come per gli adulti, da una informativa sul trattamento dei dati personali forniti. Essendo rivolta a dei ragazzi, questa informativa dovrà essere redatta utilizzando un linguaggio semplice e di chiara comprensione per tutti.

Regole di uso dello SPID per i più piccoli

Il Garante della Privacy pone l’accento sui rischi in cui potrebbero incorrere i più piccoli se gli fosse lasciato un libero accesso allo SPID, pur con la possibilità da parte dei genitori di fare dei controlli che comunque sarebbero per forza di cose solo posteriori. A questo proposito consiglia di fissare regole diverse, mettendo come spartiacque il compimento del quattordicesimo anno di età.

Nel parere del 2 febbraio il garante Propone, quindi a titolo sperimentale, fino al 30 giugno del 2023 di concedere anche ai più giovani di utilizzare il loro SPID personale, ma di farlo solo per le attività collegate alla scuola.

Si pensi per esempio al registro scolastico, o ad altri servizi offerti dai singoli plessi. Questo non sarà una ingiustificata discriminazione, perché tutti gli altri servizi potranno essere gestiti con l’identità digitale dei genitori o con la CIE.

In ogni caso è sempre escluso che le credenziali possano essere utilizzate in autonomia dai bambini fino i 4 anni. Chi non fosse in possesso dello SPID, potrà continuare ad accedere al portale della scuola utilizzando le credenziali che sono state usate fino ad ora.

Chi diventa maggiorenne può cambiare SPID

Un’altra questione messa in evidenza da parte del garante è quella di come gestire gli SPID, chiesti e associati a quelli dei genitori quando il minore compie i 18 anni. In quel caso è evidente che lasciare tutto come prima significherebbe consentire a chi aveva la potestà genitoriale di esercitare ancora un controllo sulle attività online dei figli.

La normativa in effetti già prevede che chi diventa maggiorenne abbia la facoltà di chiedere che quell’identità digitale sia annullata e di chiederne una nuova. La procedura prevede che il provider invii al ragazzo un messaggio dove lo informa di quella possibilità.

Anche nel caso in cui non chieda la revoca, in automatico, saranno fatti cadere i vincoli con lo SPID dei genitori, e verranno meno i limiti di accesso determinati dall’età. A maggiore tutela dei neomaggiorenni il garante propone che la norma sia modificata, inserendo un congruo lasso di tempo entro il quale il ragazzo deve esprimersi sul destino delle proprie credenziali.

In sostanza il sistema non dovrà più prevedere che tutto rimanga come prima, salvo dichiarazione espressa di volere cambiare. Se entro i tempi fissati il ragazzo non dirà di volere mantenere quelle credenziali saranno inizialmente sospese, e in seguito annullate. Sempre a tutela dei giovani dovrà essere prevista la possibilità di procedere alla revoca utilizzando anche modalità di identificazione diverse rispetto allo SPID.

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