Stalking condominiale, quando la paura arriva dal vicino di casa

Quali sono i reati che generalmente si commettono in condominio? Quando si passa ad un vero e proprio stalking? Conviene denunciare o fare finta di niente?

Quali sono i reati che generalmente si commettono in condominio? Quando si passa ad un vero e proprio stalking? Conviene denunciare o fare finta di niente? Spesso e volentieri i rapporti di vicinato s’infiammano per delle vere e proprie sciocchezze: nulla che non possa essere sanato con un briciolo di intelligenza ed utilizzando educatamente la parola. Non parliamo, poi, dei toni che si surriscaldano all’interno delle varie assemblee.

Il fatto che il vicino di casa sia maleducato, che abbia lasciato cadere della carta nel cortile o che alzi troppo la voce mentre è a casa, non permette né di insultare, ma tanto meno di minacciare il dirimpettaio. Anzi, quando si assumono dei comportamenti poco corretti, anche chi è dalla parte della ragione passa a quella del torto. Non parliamo poi di chi dovesse diventare un vero e proprio stalker. In questo caso non si passerebbe solo dalla parte del torto, ma si commetterebbe anche un reato. Sì, perché lo stalking non ha come vittime solo delle donne indifese, ma può anche colpire l’ignaro vicino di casa.

La normativa italiana sanziona con una certa severità le minacce nei confronti del vicino di casa. Se poi dal semplice reato di minacce si passa a quello di stalking, le pene diventano ancora più dure. Ricordiamo che lo stalking diventa tale, quando il comportamento persecutorio e di minacce diventa ripetitivo ed assillante. La vittima si ritrova a vivere in una condizione di ansia e stress, ma soprattutto teme per la propria incolumità e per quella dei propri cari. Tanto da decidere di cambiare le proprie abitudini di vita.

Stalking, il primo passo: la minaccia

Uno dei primi atteggiamenti aggressivi dei vicini di casa a cui stare attenti è la minaccia. Ricordiamo che l’articolo 610 del Codice Penale prevede chiaramente che

chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare o omettere qualche cosa, è punito con la reclusione fino a quattro anni.

Quando la minaccia o la violenza vengono commesse con delle armi, la pena è aumentata. Stesso discorso se a minacciare è una persona travisata o il reato venga commesso da più persone riunite. Peggio ancora se si vuole avvalere della forza intimidatrice derivate da fantomatiche associazioni segrete: che possono essere realmente esistenti o semplicemente supposte.

Perché venga a costituirsi una vera e propria minaccia, comunque vada, è necessario che vengano a crearsi tutta una serie di presupposti. Prima di tutto la minaccia deve essere seria ed il fatto possibile. Una frase del tipo: con un calcio di faccio finire direttamente sulla luna, lascia il tempo che trova. È importante dare credito al contesto nel quale ci si sta muovendo. Sostanzialmente la minaccia deve incutere timore: è ovvio che la stessa frase pronunciata da una persona anziana e disabile o da una persona che sia stata in galera, sortirà un effetto diverso su chi la sta ascoltando.

Frasi del tipo: ti trascino in tribunale o ti denuncio, non sono una minaccia, ma esprimono un semplice esercizio di un diritto costituzionale. Denunciare è un mio diritto farlo, al massimo in tribunale mi daranno torto.

Quando una minaccia diventa realtà

Quando si configura il reato? Benché non siamo ancora arrivati allo stalking condominiale, il reato arriva nel momento in cui la condotta del singolo – connotata da minaccia o violenza – arrivi a produrre una costrizione nel soggetto passivo. Quest’ultimo si ritrova ad essere privato della propria libertà di determinarsi in maniera autonoma.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n.16149/2022, ha chiarito che la minaccia diventa reato nel momento in cui

un qualsiasi comportamento od atteggiamento idoneo ad incutere timore ed a suscitare la preoccupazione di subire un danno ingiusto, finalizzato a ottenere che, mediante tale intimidazione, il soggetto passivo sia indotto a fare, tollerare od omettere qualcosa.

Il fatto che il vicino di casa si faccia trovare sul pianerottolo o sul portone tutti i giorni, nel momento in cui passa la vittima designata, diventa una minaccia tacita. Che può arrivare addirittura a sfociare in un pesante stalking condominiale.

La minaccia è anche quella proferita nel corso dell’assemblea condominiale. Ma non necessità per forza di testimoni per poter essere passibile di punizione. Basta infatti la semplice dichiarazione della vittima, se circostanziata e non contraddetta da elementi esterni, per fondare la condanna penale. 

Stalking condominiale: violenza privata

Non sarà necessario difendersi unicamente dal reato di minaccia o di stalking condominiale: il rischio più frequente è quello di doversi difendere da una violenza privata. In questo caso può essere giudicata come condotta illecita quella di un soggetto che decida di parcheggiare intenzionalmente la propria vettura all’interno del cortile condominiale, in modo che la vittima non possa uscire con la propria vettura. Si presuppone un vero e proprio reato nel caso in cui dovesse opporre un secco rifiuto alle ripetute sollecitazioni a spostare il proprio messo. si va oltre lo stalking condominiale e si arriva alla violenza privata, nel caso in cui si proceda con l’occupare il parcheggio riservato ad una persona invalida. Si impedisce, infatti, a quest’ultima la possibilità di accedervi e di muoversi nella più assoluta autonomia.

Non è solo stalking condominiale, ma anche violenza privata quando un automobilista decida di parcheggiare la propria automobile con lo sportello rasente a quella accanto, in modo da impedire al conducente di quest’ultima di entrare od uscire dall’abitacolo. Lo stesso dicasi nei casi in cui un soggetto collochi la propria auto dietro quella della persona offesa e opponga un netto rifiuto all’invito di quest’ultima di spostarla.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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